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Dopo il sisma

Terremoto in Marocco, l’Associazione Musulmani di Bergamo: “Come un lutto in famiglia”

Attivata una raccolta fondi per far fronte rapidamente all'emergenza scatenata dal sisma dello scorso 8 settembre: si può contribuire con un bonifico

In Marocco, nella notte di venerdì 8 settembre, un terremoto di magnitudo 6.8 ha causato circa 2900 morti e oltre 5000 feriti. Al momento sono numerosi gli uomini, le donne ma anche bambini rimasti soli che hanno perso completamente tutti o quasi tutti i componenti della famiglia, e purtroppo privi anche delle loro abitazioni. Si tratta di un’emergenza a tutti gli effetti, soprattutto se si va a considerare che il disastro naturale ha colpito villaggi in montagna, fuori dal contesto cittadino e tra poco tempo si assisterà all’arrivo del freddo.

Jamal Ouchikh, responsabile dell’Associazione Musulmani di Bergamo, che opera nella sala comunale di Via Gabriele Rosa nel quartiere di Boccaleone, ha riunito i ragazzi per capire come sostenere le vittime di questa tragedia.

La prima decisione è stata quella di chiedere la partecipazione di altri gruppi che operano nel territorio bergamasco tra cui il Centro Culturale Valle Seriana (Vertova); il Centro Culturale Ibtisama (Valle Imagna); il Centro Culturale Annour; l’Associazione Culturale ElBadere e l’Associazione Culturale per il Bene Comune, in modo da ampliare il contributo e agire nell’immediatezza.

Al momento, l’unione ha deciso di limitarsi alla raccolta fondi che poi sarà inviata all’ente locale “Bienfaiteur Beni Mellal” della città di Al Haouz in Marocco, con la quale esiste una collaborazione ufficiale e che si occuperà direttamente dei rifornimenti indispensabili, tra i quali anche quelli relativi al salvataggio. Più avanti si cercherà di cooperare anche con la città di Marrakech.

Jamal Ouchikh ha affermato che: “Allo stato attuale abbiamo preferito muoverci su questo fronte, cioè attraverso il ricavo di fondi, perché è l’unico modo che ci permette di agire velocemente visto che si tratta di un’emergenza importante e imprevista”.

In Marocco i problemi politici di organizzazione interna, per ora, sono causa di incertezze logistiche a livello di trasporto, soprattutto di mezzi con container carichi di generi di prima necessità, di conseguenza possono esistere vincoli doganali che rendono il contributo economico diretto la strada più efficace.

Questioni politiche da mettere da parte al più presto visto che si tratta di un lungo allarme. I volontari del sodalizio si stanno già adoperando per la raccolta dei bisogni primari che in questo caso godono di una rilevanza importante: tende, coperte e abbigliamento pesante per affrontare il gelo invernale, dato che il terremoto ha colpito la zona dove sono situati i monti dell’Atlante e sono coinvolte circa 300 mila persone.

Per sostenere la popolazione marocchina è stato attivato un Iban (IT5010200811108000105442458 – Causale “Terremoto Marocco”): le moschee rimarranno il primo intermediario poiché sono gestite direttamente dalle associazioni.

In questa situazione delicata, i volontari hanno voluto esprimere il loro pensiero: “Siamo tristi per il Marocco ma anche  per i fratelli e le sorelle in Libia, toccati pochi giorni fa da una gravissima inondazione che ha causato altrettanti morti e feriti. Due popoli che condividono la stessa lingua, la stessa cultura, la stessa fede, e oggi, anche lo stesso dolore. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, a tutto il Marocco, e a Noi stessi, perché in realtà si tratta proprio di un lutto in famiglia”.

Per Marocco e Libia è stata anche avviata una campagna di raccolta fondi straordinaria, inviando al numero solidale 45525, da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, UNICEF e RAI (attivo fino a domenica 17 settembre).

 

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