Bergamo. Pd a caccia di un segretario cittadino. Se il nome per quello provinciale è praticamente già scritto e fa rima con Gabriele Giudici, attuale vice sindaco di Ciserano, nonché unico candidato alla poltrona che verrà assegnata a fine ottobre, quello per la città è ancora tutto in discussione.
Diversamente infatti dalla partita che appartiene al dopo Casati, l’ex sindaco di Scanzo, ora consigliere Dem in Regione Lombardia, in scadenza di mandato, la partita su Bergamo è tutta da giocare.
E se per la prima sfida, le candidature si sono chiuse l’8 settembre, con la corsa spontanea e solitaria di Giudici, scelta unitaria capace di fare da collante tra le varie anime del partito, punto d’incontro tra le mozioni Bonaccini e Schlein, il campo è tutto libero per quella dell’erede di Roberto Mazzetti.
I rumors di quest’estate raccontavano infatti della possibilità di un mandato bis proprio da parte del segretario uscente, ipotesi che pare tramontata, e di un interesse concreto da parte del consigliere comunale Alessandro De Bernardis che, escluso dalla partita delle Regionali, avrebbe scelto di correre proprio per la città. La scadenza, anche per questo ruolo, si avvicina, con il termine fissato per il 20 del mese.
E anche se al momento non si fanno altri nomi, non è escluso che questi arrivino proprio in zona Cesarini.
Un rush finale che potrebbe dunque sorprendere, magari con la candidatura di una donna, soprattutto in virtù del fatto che, ad oggi, il Pd bergamasco è rappresentato solo da uomini: Antonio Misiani in Parlamento, Davide Casati e Jacopo Scandella in Regione Lombardia e Gabriele Giudici prossimo alla segreteria provinciale.
Il tema di genere, pur appartenendo mai come in questo momento al partito, sembra davvero essere poco rappresentato sul territorio, fatto salvo per la corsa, al momento a due, per Palazzo Frizzoni dove, a contrapporsi all’attuale vice sindaco Sergio Gandi, c’è l’ex deputata Elena Carnevali.
Eppure il Pd, a livello nazionale, ha sposato a tal punto la causa da aver preferito una donna, Elly Schlein, a un uomo, Stefano Bonaccini alla guida del partito.
Una scelta uscita dalla pancia dei suoi elettori, grazie al voto dei gazebi, e quindi non frutto di una logica politica. Qui le dinamiche sono diverse: non “conta” il voto popolare, conta la strategia. E vedremo se sarà quella giusta.
Ma per sciogliere quel nodo, quello cioè del candidato sindaco per le amministrative 2024, si dovrà attendere l’esito dei congressi, tempo in cui sia il partito, nelle vesti dei suoi soloni, che il primo cittadino Giorgio Gori, tireranno la riga, prendendo, di fatto, una decisione.
Nel mentre, la città è e resta una delle roccaforti del partito, capace di fare il pieno di voti ogni volta che i cittadini sono chiamati ad esprimere una preferenza. Anche se, a leggere bene i dati delle ultime tornate elettorali, il divario tra centrosinistra e centrodestra, proprio nel capoluogo, si è affievolito di parecchio, con l’attuale maggioranza di Palazzo Frizzoni staccata di un punto e mezzo dalla minoranza.
Alle Regionali il 43,47% contro il 42,35% e nelle Politiche il 40,1% contro il 38,94% (valore alla Camera con inglobato anche il voto del Movimento 5 Stelle).
Se la volontà, si presume ovvia, sarà quella di garantire a Bergamo un futuro politico nel segno della continuità, è chiaro che il Pd dovrà fare bene i suoi conti, anche sul fronte della carica in questione, immaginando un segretario cittadino forte e determinato, d’esperienza, capace di fare sintesi e al servizio del partito per accompagnarlo nelle tante e importanti sfide dell’anno prossimo.
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