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Il sostegno

Contrasto alla violenza sulla donne: sul territorio bergamasco attive 5 reti

"L’ATS di Bergamo - dichiara il Direttore Sociosanitario dott. Giuseppe Matozzo - continua a sostenere attivamente le linee d’azione attuate dalla Regione sul territorio lombardo, attraverso il susseguirsi di provvedimenti legislativi di settore"

Il contrasto al fenomeno della violenza maschile nei confronti delle donne è una delle priorità di Regione Lombardia. “L’ATS di Bergamo – dichiara il Direttore Sociosanitario dott. Giuseppe Matozzo – continua a sostenere attivamente le linee d’azione attuate dalla Regione sul territorio lombardo, attraverso il susseguirsi di provvedimenti legislativi di settore che, a partire dal 2013, hanno portato alla costituzione di 5 reti interistituzionali antiviolenza con il coinvolgimento attivo di tutti i Comuni della provincia bergamasca. Secondo il modello regionale, le Reti territoriali interistituzionali antiviolenza sono coordinate da un Ente locale capofila, che integra i diversi sistemi e istituzioni che sul territorio si occupano direttamente o indirettamente del fenomeno, coinvolgendo molteplici attori istituzionali del welfare territoriale pubblico, del privato no profit del Terzo Settore e dell’associazionismo”.

Grazie alla spinta propulsiva di Regione Lombardia e ai finanziamenti erogati, a seguito della sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa da parte di tutti gli attori coinvolti, ad oggi sono attive 5 Reti territoriali interistituzionali distribuite su tutto il territorio provinciale.

  • “Fuori dalla violenza: verso nuovi orizzonti di vita” Ambiti di Bergamo e Dalmine;
  • “Non Sei Sola” Ambiti di Treviglio e Romano di Lombardia;
  • “Penelope“ Ambiti Valle Brembana e Valle Imagna – Villa d’Almè;
  • R.I.T.A. Distretto Bergamo Est;
  • “Ascolta chi parla” Ambiti Isola Bergamasca e Bassa Val San Martino.

Sono coinvolti: Enti locali (Servizi Sociali , Servizi Minori e Famiglia), ATS, ASST, Istituti Ospedalieri privati, Prefettura, Ufficio Scolastico Provinciale, Provincia (gli Organismi di Parità), Centri Antiviolenza, Centri di Pronto Intervento, Strutture di ospitalità, Forze dell’Ordine (Questura e Carabinieri), Procura della Repubblica, Consultori Familiari privati, Ordini professionali, Associazioni di volontariato e soggetti del Terzo Settore e del privato sociale, Organizzazioni Sindacali. La composizione della Rete è aperta e dinamica, in quanto è tesa ad includere nuovi soggetti appartenenti a realtà significative che, via via, si mostrano in grado di apportare altri contributi e di ampliare la gamma degli interventi, al fine di aumentare l’efficacia e la diversificazione degli stessi anche sul piano preventivo e culturale, oltre che nei percorsi di accompagnamento delle donne alla fuoriuscita dalla violenza.

Regione Lombardia sostiene le Reti con finanziamenti vincolati alla sottoscrizione di un “Accordo di collaborazione per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e il sostegno delle vittime di violenza”; le Reti territoriali integrano le risorse loro assegnate con almeno il 10% di risorse proprie.

Ogni Rete ha adottato linee guida e procedure operative condivise e integrate, nel rispetto delle competenze di ciascuno dei componenti aderenti alla stessa, al fine di svolgere diverse funzioni. Accoglienza, sostegno e tutela delle donne vittime di violenza attraverso una presa in carico «integrata» dei casi, sia in situazioni di pericolo/urgenza che richiedono la messa in protezione delle donne vittime di violenza sole o con figli minori, sia in situazioni di minore gravità, che richiedono comunque l’attivazione di interventi di supporto connessi alle esigenze specifiche del caso, grazie alla collaborazione tra gli attori della Rete; Progettazione personalizzata sul caso, finalizzata all’inclusione sociale ed economica e coordinamento di azioni condivise di natura multidisciplinare da parte dei servizi territoriali, per l’intero percorso di uscita dalla violenza delle vittime. In caso di bisogni specifici, i Centri Anti Violenza si raccordano con i Servizi competenti per fornire supporto specialistico o terapeutico adeguato.

Promozione di azioni culturali, formative e preventive per aumentare le competenze professionali oltre che la conoscenza del fenomeno e dei processi sottostanti alla violenza di genere, promuovendo una cultura dei diritti della persona, del rispetto della donna e delle pari opportunità.

“Regione Lombardia – prosegue il Direttore Sociosanitario di ATS – con un nuovo provvedimento (D.g.r. n. XII/778 del 31/07/2023) ha approvato le modalità di utilizzo e i criteri di riparto delle risorse nazionali complessivamente pari a € 1.174.676,00 di cui € 139.796,34 ad ATS Bergamo, destinate ai programmi di recupero degli uomini autori di violenza, affidando alle ATS l’avvio di Piani di intervento utili alla definizione dei sistemi di presa in carico integrata degli autori di violenza sulle donne, in un’ottica di prevenzione e contra­sto della recidiva e per promuovere le attività di monitoraggio e rac­colta dei dati”.

Il Piano di intervento finanziato dalle risorse sopraccitate è lo strumento che permette l’attuazione dell’Intesa Stato-Regioni del 2022. In particolare, consente di concentrare in un Ambito territoriale definito un insieme coordinato di risorse e interventi, che mobiliti una Rete permanente di soggetti e garantisca la definizione di percorsi di riabilitazione per gli uomini e per la prevenzione della violenza. Il Piano di intervento sarà composto dalle proposte progettuali presentate da diversi soggetti proponenti: Enti pubblici e locali, Enti del Servizio Sanitario; Enti ed organismi del Terzo Settore che abbiano maturato comprovate esperienze e competenze nell’ambito degli interventi di presa in carico e accompagnamento degli uomini autori di violenza

“L’ATS – prosegue Elvira Schiavina, direttore della Struttura Complessa Misure e Reti per la famiglia e i suoi componenti fragili di ATS Bergamo- è individuata quale unico interlocutore responsabile nei confronti di Regione Lombardia, quindi garante dell’attuazione dei diversi progetti contenuti nel Piano di intervento e delle risorse assegnate. Per la redazione del Piano, nel provvedimento regionale sono indicate le diverse azioni da realizzare.
Il soggetto proponente, attraverso il/i centro/i per uomini autori di violenza (CUAV) dovrà garantire sul territorio o all’interno degli istituti di pena la realizzazione di interventi, in ottica di prevenzione della recidiva, rivolti direttamente agli uomini autori o potenziali autori di violenza che contattino in maniera spontanea il centro medesimo. Scopo principale degli interventi dovrà essere quello di definire un modello di presa in carico condiviso, interdisciplinare ed integrato, che consenta di standardizzare la procedura in modo da uniformarla sul territorio”.

L’intesa Stato-Regioni del 2022 prevede che ai Servizi possano accedere anche autori minorenni, purché il centro per uomini autori di violenza (CUAV) abbia implementato attività specifiche loro rivolte e siano debitamente autorizzati all’accoglienza da chi esercita la responsabilità genitoriale o dal Servizio pubblico che ha in carico il caso (es U.S.S.M.). A tal riguardo, anche il Piano nazionale antiviolenza 2021-2023 suggerisce lo sviluppo di interventi rivolti al settore penale minorile, finalizzati all’attivazione di programmi di prevenzione con l’obiettivo di favorire nei minori autori di reati di violenza contro le donne:

  • l’adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali;
  • una riflessione sugli atteggiamenti nei confronti delle donne;
  • una migliore comprensione delle dinamiche che conducono alla violenza domestica di genere.

ATS dovrà elaborare procedure operative condivise e sinergie stabili, anche attraverso l’individuazione di luoghi di confronto (es. Comitato di Coordinamento) che vedano il coinvolgimento di tutti i soggetti competenti sul tema, valorizzando in primo luogo il Sistema Socio-Sanitario, le Forze dell’Ordine, gli istituti penitenziari e il Sistema giudiziario, nonché le reti interistituzionali antiviolenza, definendo con chiarezza i ruoli e i compiti secondo la specificità di ognuno.

ATS, che garantirà la governance, potrà strutturare un sistema di accesso che garantisca la fruizione delle informazioni sui servizi attivati sul territorio rivolti agli uomini autori di violenza, valorizzando le esperienze locali esistenti. Attraverso l’implementazione di tali strumenti di comunicazione, sensibilizzazione e affiancamento diretto, si mira a evitare il perpetrarsi tra generazioni dello stereotipo che vede i minori vittime di violenza assistita come potenziali maltrattanti.

La dr.ssa Elvira Schiavina precisa: “Attendiamo il provvedimento regionale con il dettaglio delle indicazioni per la coprogettazione, le modalità operative di gestione e di rendicontazione dei progetti e l’eventuale quota di compartecipazione da parte del partenariato”. Conclude aggiungendo “Le attività dovranno, di norma, essere offerte ai destinatari finali gratuitamente, senza alcun onere economico da parte dei cittadini. Alle risorse messe a disposizione a livello regionale per ogni singolo territorio potranno integrarsi quelle messe a disposizione dalle singole amministrazioni locali; da consorzi e cooperative; ATS; amministrazioni nazionali e/o comunitarie; società private; amministrazione penitenziaria e del centro giustizia minorile; associazioni e fondazioni bancarie”.

Gli interessati alla tematica possono trovare ulteriori informazioni e approfondimenti al link: https://www.ats-bg.it/violenza-di-genere

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