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Bottanuco

Paolo Corna e l’omicidio del figlio: “Quando ha spintonato mia moglie non ci ho più visto” fotogallery video

Per il gip l'uomo, 77 anni, deve restare in carcere. Al momento è in ospedale per precauzione, su richiesta dello psichiatra

Bergamo. Aveva già aggredito l’anziana madre in passato. Tant’è che, a detta sua e dei familiari, si era dovuta operare al ginocchio per le lesioni riportate. “Quando l’ha spintonata due tre volte non ci ho più visto”  ha dichiarato Paolo Corna, il 77enne accusato di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela per avere ucciso con tre coltellate il figlio Gianbattista domenica sera (3 settembre) a Bottanuco, dopo l’ennesima lite per le sempre più frequenti richieste di soldi del 54enne, sotto la supervisione dei genitori dopo anni di vizi e dipendenze.

Al rifiuto del padre, il figlio avrebbe spintonato lui e la moglie Giuseppina Verzeni in cucina, prima di ritirarsi in camera e prendersela con tutto ciò che gli capitava a tiro. Il padre – con ricorrenti emicranie e un ictus alle spalle,  insofferente ai suoi comportamenti ed esasperato dalle continue tensioni – ha afferrato l’arma in cucina e mirato all’addome. È stato lui stesso, poi, a chiamare il 112.

Quando sul posto, in via Casterlotto 24 a Bottanuco, sono arrivati i carabinieri della stazione di Capriate San Gervasio e del Nucleo Radiomobile di Treviglio, il 77enne avrebbe detto ai militari di controllare se Gianbattista respirava ancora, perché in caso contrario l’avrebbe finito lui. Parole che però, durante l’interrogatorio davanti al gip Federica Gaudino, ha detto non ricordare. Anzi, l’ultima versione fornita è che volesse semplicemente spaventare il figlio.

L’anziano, difeso dall’avvocato Barbara Bruni, su richiesta dello psichiatra, da lunedì per precauzione è stato trasferito dal carcere di via Gleno nella cella blindata dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La vittima, Gianbattista Corna, lavorava come operaio alla Magnetti di Carvico, ma era la famiglia a gestire il suo stipendio da 1.400 euro al mese. Una situazione che nell’uomo, 54 anni, con un carattere già fragile, aveva probabilmente generato una buona dose di frustrazione.

 

Il giorno della tragedia aveva chiesto al padre 20 euro la mattina, e altri 20 il pomeriggio. Richieste, come detto, sempre più frequenti e che portavano quasi sempre a liti, discussioni, a volte spintoni nei confronti degli anziani genitori.

Non è però certo che quel giorno, così come nelle settimane e nei mesi precedenti, Gianbattista avesse fatto uso di sostanze stupefacenti. Sicuramente di alcolici, visto che era stato visto al bar e chi era presente il giorno della tragedia non ha esitato a definirlo “ubriaco”. Sicuramente, ad avere influito pesantemente, è il contesto di convivenza difficile nel quale erano calati da tempo i protagonisti.

Il gip ha convalidato l’arresto del 77enne Paolo Corna, confermando la misura cautelare del carcere. “L’efferatezza dell’aggressione omicidiaria – per il giudice – dimostra l’assoluta mancanza di controllo sugli impulsi dell’indagato”: secondo il suo ragionamento, l’anziano poteva porre fine alla lite col figlio che se ne era andato in camera dopo che gli animi si erano scaldati in cucina. “La vicenda, peraltro, nasce in un contesto familiare problematico, ulteriormente sconvolto dal delitto, ciò che rende probabile l’insorgere di ulteriori lite e discussioni sull’accaduto”, con possibili sviluppi violenti che il gip non si sente di escludere. Ragione per cui non è stata accolta la richiesta della difesa per i domiciliari, richiesta avanzata con il benestare della famiglia.

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