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La riflessione

“Oppenheimer”, Savino Pezzotta: “La scienza non può essere serva del potere e della guerra”

Pezzotta: "Film come “Oppenheimer” servono a farci comprendere molte cose: che bisogna iniziare con pazienza e costanza a educarci alla nonviolenza, al rispetto dell’altro del diverso, a divenire persone sincere, cortesi e veritiere"

È in programmazione nelle sale cinematografiche il filmOppenheimer” del registra Cristopher Nolan che sta registrando un grande successo di pubblico.

Personalmente non l’ho ancora visto. Alcuni amici me ne hanno raccontato la trama e mi hanno invitato ad andare a vederlo perché aiuta a farci comprendere meglio uno dei periodi più significativi e decisi della storia contemporanea. Cosa che mi riprometto di fare.

La figura di Oppenheimer, al di là del film, ha sempre suscitato interesse e una serie di interrogazioni. Ha avuto il merito di evidenziare come la scienza e le tecnologie moderne vivano una sorta di ambiguità morale. Sappiamo che la ricerca scientifica non è mai neutra, ma che sempre contiene in sé cose buone e negative e che la figura dello scienziato possa essere per alcuni un mostro e per altri un eroe.

Lo scienziato di cui tratta il film è senza dubbio stato eccezionale e ha svolto un ruolo centrale nel Progetto Manhattan con il quale gli Stati Uniti diedero il via alla realizzazione dell’arma atomica: la più terribile arma che mai gli stati avessero posseduto.

Oppenheimer era cosciente della potenza distruttiva della nuova arma ma fu anche uno dei maggiori artefici della sua realizzazione. Il suo impegno lo giustificava con la volontà di contribuire con la nuova arma a far cessare la Seconda guerra mondiale. Forse sperava che stabilendo l’arma atomica una logica del terrore si avrebbe avuto un tempo senza guerra.
Costatando che l’ecatombe di vite umane e di distruzione delle intere città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki non era stato un contributo per porre termine a una guerra che stava comunque per essere conclusa, ma che era servito a dimostrare al Giappone e alle altre potenze la superiorità militare degli Usa, ebbe forti ripensamenti che lo portarono a rifiutare di collaborare alla costruzione della bomba ad idrogeno. I suoi dubbi gli causarono l’accusa di comunismo e di essere sopposto a forti inquisizioni da parte americana.

Un film che rievochi la storia di questo scienziato non stupisce che riempi le sale, non credo sia solo l’attrazione verso un film giudicato dalla critica con ben fato e interpretato.

Sono convinto che di questo afflusso ci sia l’emersione di un sentimento di timore che la recente guerra in Ucraina sta iniettando in molte persone. Paure che sono presenti in tutti noi e che cerchiamo di confinare nel nostro subconscio, ma che poi emergono.

Siano circondati da una nuova mistura panica che scaturisce dall’associazione della crisi ambientale all’eventualità che la disgraziata guerra in Ucraina innestata dalla paranoia nazionalista di Putin precipiti in un conflitto nucleare. Vedere ogni giorno la nostra quotidianità attraversata dal succedersi di catastrofi ambientali e sentirci ripetere da parte russa della possibilità di utilizzo delle armi nucleari, non può lasciare indifferenti nessuno.

Va però rilevato che le minacce nucleari russe hanno contribuito ad estendere gli arsenali nucleari nel mondo, dando vita a una nuova logica del terrore.
Tutto questo ci dimostra che la scienza e la tecnologia si muovono sotto la copertura di una estesa ambiguità morale.
Da un lato esaltiamo la ricerca scientifica e i ritrovati tecnologici come fattori essenziali al progresso umano e dall’altro si costruiscono strumenti di distruzione e di morte. L’ambiguità morale attraversa i discorsi della politica e quelli dei semplici cittadini.

Non si cerca più di realizzare solo quello che serve alla vita e al vivere insieme, ma soprattutto si tende al proprio interesse individuale, nazionale, di gruppo e di interesse. Purtroppo, questo non riguarda solo la politica e l’economia, ormai è entrato anche nel vivere comune e nelle stesse associazioni civili e sociali.

Con il diffondersi dei conflitti nel mondo, con il perdurare della guerra in Ucraina, con il rilanciare in continuazione la minaccia atomica, con l’incremento della produzione e distribuzione degli armamenti si sta creando un nuovo sentire morale, una nuova concezione del rapporto tra gli stati e le organizzazioni internazionali, ma io credo che a livello sociale stia mutando il rapporto con l’altro. Così, quasi inavvertitamente, si viene a modificare il senso della vita umana, il suo valore e quello della terra e, credo dello stesso rapporto con il religioso.

La guerra non ha giustificazioni, essa è spietata e possiede una logica e un linguaggio proprio auto giustificatorio come ci ha mostrato Putin e in seguito dagli stessi paesi dell’alleanza atlantica in questo modo mistificatorio si tende ad arruolarci in una visione bellicista e a mettere in second’ordine la diplomazia, il confronto razionale, la ricerca del compromesso.

La diffusione degli armamenti nucleari ci rammenta lo sviluppo umano e l’avanzamento tecnologico e scientifico: non sono la stessa cosa anche se a volte possono combinarsi: Alfred Nobel inventò la dinamite per alleviare la fatica dei minatori, ma nello stesso tempo fa nascere uno strumento di morte e di guerra; l’atomo ci svela la realtà della natura e nel contempo è usato per per generare arsenali atomici.

Ecco perché bisogna uscire dalla ambiguità morale e iniziare a un vero discernimento morale.

Gli uomini devono usare le loro scoperte e i loro meccanismi tecnologici per migliorare il vivere umano e questo vale anche per lIntelligenza Artificiale che non può essere piegata al servizio delle armi.

Film come “Oppenheimer” servono a farci comprendere molte cose e che la scienza non può essere resa serva della guerra, del potere e della subordinazione.
Ci si deve sempre ricordare che il male è sempre figlio della violenza e che per non lasciare che avvolga la nostra vita bisogna iniziare con pazienza e costanza a educarci alla nonviolenza, al rispetto dell’altro del diverso, a divenire persone sincere, cortesi e veritiere.

*Savino Pezzotta, bergamasco, sindacalista e politico italiano, è stato segretario nazionale della Cisl.

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