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L'intervista

Dall’amore per il jazz alla svolta pop: Max Vitaliano insegue il suo sogno

Maximilian Vitaliano, in arte Max, è un cantante di 22 anni che vive a Medolago, in provincia di Bergamo. Nato come artista jazz poco più che diciottenne, il suo ultimo singolo “Un ritmo dentro me”, uscito recentemente, segna una svolta pop

Medolago. Un cuore crooner, un ritmo dentro che non riesce a non ascoltare. Era poco più che maggiorenne quando iniziava la sua carriera artistica sognando Frank Sinatra e il grande Elvis. “Da bambino sentivo una musicalità dentro di me”. Inizia così la storia di Maximilian Vitaliano, in arte Max, cantante di 22 anni che vive a Medolago, in provincia di Bergamo.

Crooner nella voce, nel cuore e nel midollo ha uno stile inconfondibile. Le idee sono chiare: fare della musica il proprio lavoro. In questa fase del cammino si dedica anche all’agenzia di marketing, da lui fondata passando dal jazz al pop. Il suo ultimo singolo “Un ritmo dentro me” segna una svolta nella sua carriera.

Max, come nasce la sua storia con la musica?

Da bambino. Ho sempre avvertito una musicalità dentro di me. Poi, alle superiori, ho approfondito questa materia studiando come autodidatta. Grazie alla musica ho conosciuto Raffalele Rinciari, il mio attuale produttore, con cui collaboro dal dicembre 2019, appena maggiorenne. Da questo incontro è nato il nel 2020 e di seguito un album mio primo singolo natalizio “When the christmas..” con otto brani inediti e , uscito un anno fa. L’arrivo del Covid, purtroppo, ha rallentato il percorso.

Come ha vissuto quel periodo?

Ero all’ultimo anno delle superiori e mi sentivo bloccato, ma essendo una persona che si dà molto da fare ho sfruttato questo momento per sviluppare e progettare un altro aspetto della mia vita: ho aperto la mia agenzia di comunicazione la “VMC Company” con il supporto del mio socio Giacomo Donghi. I vuoti della musica sono stati colmati dal mio lavoro che sto portando avanti anche grazie alla musica.

Che direzione ha preso la sua carriera artistica dopo il Covid?

Dopo la pandemia i locali sono molto restii a ospitare artisti. Le occasioni per fare dei live sono molto diminuite: ho deciso quindi di dar vita a nuovi brani e sviluppare altra musica, mostrando le fasi del lavoro sui social. Da oltre un anno mi sto dedicando all’approfondimento della tecnica vocale sotto la guida di Andrea Caldera, vocal coach della North Waves Studios di Milano. Mi sto concentrando sul lavoro e sulla carriera artistica.

In che modo?

Facendo un cambiamento. Da poco è uscito il mio ultimo singolo “Un ritmo dentro me”, prodotto da Andrea Caldera. Un brano pop, estivo, lontano dal genere che ho sempre fatto. Mi sono voluto rinnovare cercando di coinvolgere soprattutto i giovani, i miei coetanei.

Il cambiamento è parte naturale del percorso artistico. Parlando delle origini, come si è innamorato del jazz?

Grazie a mio padre. Sin da bambino ho ascoltato quel tipo di musica, non molto in linea con i gusti musicali dei miei amici. I miei miti erano (e sono ancora) artisti come Frank Sinatra, Elvis, Michael Bublè. Insomma, parliamo di quella musica che non morirà mai. Un genere a cui tendo per natura: sono un baritono, possiedo una voce profonda e calda come il classico cantante crooner. E lo sono anche nello stile, sempre elegante.

Quali sono i suoi progetti per i prossimi mesi?

Voglio pubblicare un altro brano entro fine anno per poi essere costante e pubblicare un singolo ogni tre e quattro mesi. Devo riflettere su quale genere concentrarmi maggiormente, se più classico o più pop. Si vedrà.

Lei è autore dei testi?

Si per la maggior parte, la musica invece è di Raffaele Rinciari per i brani jazz mentre Andrea Caldera per l’ultimo singolo. A volte propongo un testo e poi si costruisce la melodia o viceversa.

Dove trova l’ispirazione?

Tendenzialmente per caso. Viaggio molto, conosco tante persone: ho sempre stimoli diversi tutti i giorni.

Come si prepara prima di un concerto?

Ripasso bene la scaletta, chiamo il mio vocal coach, riscaldo la voce e bevo molta acqua.

Dove le piacerebbe esibirsi?

A San Siro e a Sanremo.

Ricorda la sua prima esibizione?

Certamente, ero alle scuole medie. Lì ho avuto modo di avere il contatto di Raffaele Rinciari da cui tutto poi è partito.

Con chi le piacerebbe duettare?

Molti di loro non ci sono più. Tra i viventi sicuramente Michael Bublè. Mi piacerebbe poi duettare Sfera Ebbasta e Lazza. Secondo me, unendo il mio e i loro generi può nascere qualcosa di unico.

Quando pensa al suo percorso, a chi si sente di dire grazie?

Prima ho citato il mio papà, ma non è mai abbastanza: lui è il mio fan numero uno, il mio “manager” e spalla in tutto. Devo ovviamente dire grazie anche a mia mamma, la famiglia, alla mia ragazza e ai miei amici più cari sempre pronti a supportarmi.

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