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Cinema

“Oppenheimer”, tutto quello che c’è da sapere sul padre dell’atomica

Da poco uscito nelle sale, il film cattura fin da subito l'attenzione di critica e pubblico, facendo sorgere un certo interesse verso la figura del fisico statunitense

Da poco uscito nelle sale dopo mesi di attesa e trepidazione, Oppenheimer cattura fin da subito l’attenzione di critica e pubblico, facendo sorgere un certo interesse verso la figura del fisico statunitense creatore della bomba atomica, interpretato dall’attore Cillian Murphy nel film del regista Cristopher Nolan.

Scavando nel passato, si definiscono meglio i retroscena di un personaggio storico tanto abile quanto tormentato. Robert Oppenheimer, di sangue ebreo e tedesco, nasce a Manhattan, New York, nel 1904 e vive un’infanzia impreziosita dai diversi vizi e inclinazioni naturali che il padre non smetterà mai di assecondare.

La sua grande sicurezza e alta considerazione di sè saranno fin da subito i suoi tratti distintivi. Oppenheimer si mostra ricco di talento, dalle lingue alla chimica e poi la fisica; discipline che studia in modo approfondito dalla più tenera età, anche grazie alle importanti possibilità concessagli dal nome della sua famiglia.

La laurea cum laude in fisica all’univesità di Harvard arriva in tempi record nel 1925, seguita poi dalle diverse esperienze accumulate in Europa: prima a Cambridge, nel laboratorio Cavendish, e in seguito a Gottinga, Germania, dove ottiene il dottorato.

Nel 1929, agli albori della scesa al potere di Adolf Hitler, lascia il continente Europeo per tornare in America, dove un nuovo capitolo della sua vita prenderà inizio accanto alla compagna Katherine Puening, con la quale vivrà un’ intensa relazione amorosa, spesso e volentieri al centro di scandali.

Con gli anni della guerra inizia a crescere in Oppenheimer la volontà di avere la meglio sul pericoloso nemico quale era la Germania, considerata da lui come un’agguerrita concorrente nella corsa all’armamento nucleare, di cui anche gli Usa prenderanno parte dal 1942, con l’istituzione del progetto Manhattan sotto il presidente Roosvelt. A capo delle ricerche e degli studi è proprio Oppenheimer, colonna portante degli esperimenti insieme ad altre brillanti menti come Enrico Fermi, Edwin Mcmillan, Val Fitsch, Emilio Segrè e tanti altri ancora.

A mancare all’appello è forse qualcuno di ancora più importante. Le distanze prese da Einstein, per motivi etici, allo sviluppo del progetto incisero anche sulla grande amicizia e rapporto confidenziale che si era formato tra il genio e Oppenheimer, un tempo colleghi. Nonostante ciò, il padre della relatività rimase comunque tristemente consapevole della grande spinta che le sue scoperte passate diedero alla creazione delle bombe, armi in grado di sfruttare l’energia data dalla scomposizione dell’atomo a scopo puramente distruttivo.

Figli del progetto Manhattan sono dunque Little Boy e Fat Man, il primo un ordigno in Uranio radioattivo, fatto cadere sulla città di Hiroshima nel sud del Giappone, durante l’agosto del 1945, mentre il secondo, questa volta dalla composizione in Plutonio, sganciato sulla vicina Nagasaki pochi giorni dopo la prima tragedia.

Alla luce dei danni e delle morti molti furono coloro che si schierarono contro l’utilizzo di tali armi, mentre ad Oppenheimer fu addirittura proposto di prendere parte al progetto relativo ad una nuova bomba, questa volta a Idrogeno. Rifiutando tuttavia questa offerta cadde più volte nel mirino della stampa, venendo di frequente accusato di associazione comunista, un oltraggio per gli Stati Uniti di allora.

Le accuse gli costarono molte volte la reputazione politica, che venne in seguito restaurata con l’assegnazione del premio Enrico Fermi, concessogli da J. F. Kennedy poco prima del suo assassinio.

Robert Oppenheimer si spense definitivamente nel 1967 per via di un tumore alla gola che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni, che spese come professore ordinario all’Institute for Advanced Studies dell’università americana di Princeton. Alla sua morte, avvenuta all’età di 62 anni, lo scienziato lasciò la moglie, due figli e innumerevoli scritti da lui firmati riguardanti i momenti e le conquiste più importanti della sua memorabile carriera.

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