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La rottura

Ambulatorio a Petosino, il dottor Rossi: “Ecco la pec di Ats, lo studio non è a norma”

Non si placa la polemica con l'Amministrazione comunale di Sorisole, dopo la decisione dei dottori di trasferirsi a Torre Boldone

Sorisole. Non si placa la polemica tra i medici dell’ambulatorio di Petosino e l’Amministrazione comunale di Sorisole.

I due medici di base alla fine di settembre si trasferiranno a Torre Boldone. Dopo aver cercato in tutti i modi, senza successo, di trovare un altro dottore che condividesse con loro lo studio di via Martiri della Libertà, hanno deciso di lasciare: troppo alte le spese da sostenere per tenere aperto l’ambulatorio (prima erano divise tra quattro professionisti, ora tra i due rimasti dopo il pensionamento dei colleghi), poco il dialogo con il Comune che, a dire dei medici, non è intervenuto nemmeno per mettere a norma i locali dopo il sopralluogo di Ats che ne attestava la non conformità.

Il dottor Rudy Rossi invia copia della risposta, datata febbraio 2023, dell’ufficio tecnico di ATS , ovvero di coloro che stabiliscono se uno studio è a norma o meno per lo svolgimento dell’attività di medicina generale.

“Come si evince dalla pec indirizzata ai medici, dopo aver prodotto quanto in nostro possesso, lo stesso ufficio dichiara di “non poter esprimere parere” , il che significa che concede qualche altro mese ai medici per fornire una nuova documentazione adeguata, altrimenti lo studio chiude; cosa che in questo caso specifico, spettava al Comune di Sorisole, in quanto proprietario dell’immobile – scrive il medico -. Chiaramente, di questo il Comune è stato abbondantemente informato da noi medici, e, come già spiegato, ad oggi nessuno più si è fatto vivo, lasciandoci in un limbo di incertezza e precarietà”.

“Mi spiace per il sindaco Stefano Vivi, che ho sempre comunque ritenuto una persona di buon senso, che ultimamente sembra aver smarrito la bussola; perché carta canta, qui non si parla di “lavandini”, come dichiara alla stampa cercando di minimizzare e ridicolizzarci, ma di ben altro più importante, che riguarderà anche eventuali nuovi medici che si inseriranno; o finge di non sapere, o c’è un difetto di comunicazione con i suoi, il che sarebbe abbastanza imbarazzante”, puntualizza il dottore.

Che rincara: “Ho scritto quanto dovevo in maniera chiara, probabilmente non c’è la volontà da parte del sindaco di capire, penso per un meccanismo di autodifesa in risposta ad una serie di scivoloni che si è procurato da solo, peraltro, quando ha cominciato a sproloquiare su Facebook e stampa. Siccome repetita juvant, torno a ribadire che non sono i medici a voler “scaricare” qualsivoglia responsabilità, e dispiace che la chiosa delle sue interviste sia ormai sempre quella di additarci con tono aggressivo e accusatorio di fare i nostri interessi economici. Se non fosse stato lui il primo a fare affermazioni deliranti ufficiali, e magari invece di parlare su Facebook ci avesse invitato a un incontro o telefonato, noi non avremmo mai tirato in mezzo il Comune, nonostante i malumori (e i pazienti possono testimoniarlo, perché qualcuno di partito opposto aveva provato a istigarmi, senza successo, in nome della mia onestà intellettuale nel non dare adito a strumentalizzazioni politiche); pertanto noi ci siamo solo difesi, in quanto non siamo d’accordo nel passare per quelli che abbandonerebbero anziani (cosa che comunque non avverrà perché l’ambito resta lo stesso) per mere questioni economiche, questioni che comunque ci sono, questo è innegabile, ma non sono quelle che dichiara. Dire che cambiamo sede per risparmiare su segreteria e infermiera, è ancora una volta scorretto, falso e denigratorio. Oltre al danno di aver speso tanto economicamente e umanamente in questi mesi per lo studio, la beffa di ricevere insulti invece che ringraziamenti”.

“Noi gliel’avremmo spiegato volentieri: i nuovi contratti del personale dello studio di Torre prevedono un incremento orario da 25 a 30 ore per la segretaria e da 12 a 18 per l’infermiera, pertanto, se la matematica non è un’opinione, andremo a pagarle di più, e non meno, come dichiara erroneamente, facendo la figura di chi parla senza informarsi; si smentisce da solo, come sulle conformità degli impianti che non c’entrano nulla con la marginale questione dei lavandini – prosegue -. Figuriamoci se poi noi, per risparmiare sul personale, ce la prendiamo con il Comune: è un nesso che non ha nessun senso”.

Il dottor Rossi conclude: “Quindi il motivo della nostra decisione, come spiegato, è principalmente organizzativo, con i dottori Colombi e Cobelli ricostituiremo una nuova medicina di gruppo con tanti servizi e novità, l’ottimizzazione dei costi è secondaria è ancora tutta da verificare. Questi tentativi di screditarci, smentiti da carte e documenti, mi sembra stiano gettando ancora più nel ridicolo il Comune stesso. Io da parte mia concludo qui, penso sia meglio per tutti non trascinare la polemica oltre. Le persone, quelle intelligenti, hanno già capito e lo testimoniano i tantissimi messaggi di solidarietà che ho ricevuto in queste ore, da pazienti e colleghi. Per il resto, ora il nostro impegno sarà nel cercare di accompagnare il più possibile i nostri assistiti in questo passaggio, cercando di non lasciarli soli”.

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