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Lo sfogo

Bagnini dell’Italcementi ostaggio dei “maranza”: “La situazione è diventata insostenibile”

È stata una stagione davvero difficile per chi lavora al centro natatorio di via Statuto, tra continue minacce, aggressioni, furti, atti vandalici. "Non ci sentiamo tutelati ed ogni nostra proposta è stata respinta dalla direzione"

Bergamo. Sono 6, lavorano o lavoravano alle piscine Italcementi di Bergamo come bagnini “a chiamata”. Hanno tra i 17 e i 23 anni, come la maggior parte dei circa 80 collaboratori del centro natatorio comunale. Studiano alle superiori o all’università e non vedono l’ora che questa faticosa stagione estiva giunga al termine.

Perché da giugno sono alle prese con gruppi di ragazzini, i famosi “maranza”, che rendono i loro turni una vera e propria battaglia. Il più delle volte persa, perché, come spiegano “siamo di fronte ad un impasse. Noi possiamo solo riprenderli, non possiamo allontanarli fisicamente dal piano vasca e così anche le guardie giurate non armate che si occupano di pattugliare il perimetro per impedire loro di scavalcare il cancello per entrare senza pagare. Le forze dell’ordine arrivano solo quando la situazione degenera e noi siamo stanchi. Non ci sentiamo per niente tutelati”.

I ragazzi sono oggetto di continue minacce, della serie “Ti aspettiamo fuori”. In diversi sono stati aggrediti, sono oggetto di scherzi e vittime di vandalismi: “Un nostro coordinatore si è ritrovato con il tappo del serbatoio della moto incollato: 600 euro di danni. Siamo costretti a parcheggiare l’auto lontano dall’ingresso perché se individuano il nostro mezzo è facile che lo danneggino”.

La dinamica è sempre la stessa: arrivano in gruppi di 15-20 persone, al pomeriggio, e cominciano a spadroneggiare, a provocare, fanno il bagno senza cuffia, si cimentano in tuffi con tanto di rincorsa e capriole nella vasca olimpionica dove nuotano anche le altre persone, sputano, rubano negli armadietti, si rincorrono a bordo vasca e nel prato, molestano i bagnanti (soprattutto le bagnanti e le bagnine), usano un linguaggio volgare nonostante la presenza di famiglie con bambini, si azzuffano tra loro ed è capitato che discutessero anche con gli altri clienti della piscina.

“Io ho lavorato all’Italcementi per sette anni – racconta Andrea Ceriani, 23 anni, studente universitario -. Dalla metà di agosto ho deciso di mollare non dando più la mia disponibilità. La situazione è diventata davvero insostenibile. A creare scompiglio sono sempre i soliti. Quando ho iniziato avevano 12, 13 anni e non davano particolari problemi, poi sono cresciuti e la situazione ogni estate peggiorava sempre di più, fino ad arrivare a quest’anno, dove è stato molto difficile per noi lavorare”.

I bagnini hanno le mani legate, possono solo usare il fischietto, richiamare verbalmente, cercare di parlare, di far ragionare i ragazzi. “Una volta ho detto loro che rischiavano che qualcuno perdesse la pazienza e facesse loro del male, se continuavano a provocare in quel modo – continua Andrea -. Mi hanno risposto che la loro era una strategia intelligente perché se qualcuno li avesse picchiati e li avesse fatti finire in ospedale, lo avrebbero denunciato e avrebbero preso i soldi”.

In alcuni casi i bagnini si sono piazzati fisicamente a bordo vasca per impedire ai ragazzi di tuffarsi rischiando di mettere in pericolo la sicurezza degli altri bagnanti. È capitato che la discussione degenerasse.

“A metà luglio sono stato aggredito – racconta uno di loro, 21 anni, studente universitario, al primo anno di esperienza come bagnino -. Quel giorno c’erano disordini in vasca per colpa dei soliti noti, si erano verificati dei furti, in vasca si comportavano in modo inopportuno. Io e il mio responsabile, dopo continui richiami, siamo riusciti ad allontanarli ma il gruppo ci ha circondati, uno di loro ha afferrato il bastone con il retino che usiamo per pulire l’acqua, poi ha preso la rincorsa e mi ha sferrato un calcio nella schiena. Nel momento in cui mi sono girato un altro mi ha colpito con un pugno alla tempia. Appena hanno sentito le sirene delle forze dell’ordine sono scappati, ma fortunatamente una guardia è riuscita a trattenere i due che mi avevano picchiato”.

L’ultima aggressione fisica risale allo scorso giovedì 24 agosto, quando un giovane bagnino è stato preso per il collo dopo un diverbio con alcuni del gruppo.

Quando si trovano di fronte ad una situazione potenzialmente pericolosa, i bagnini allertano il 112: “Spesso ci sentiamo dire che non possono mandare una pattuglia per delle persone che entrano in acqua senza mettere la cuffia – spiega un altro ragazzo, 17 anni -. Capiamo la loro posizione ma cosa possiamo fare noi? Si creano delle situazioni troppo rischiose, impossibili per noi da gestire. È capitato che alcuni di questi ragazzi si tuffassero e, sott’acqua, colpissero con pugni in pancia le persone che nuotavano nelle corsie dedicate al nuoto libero. Una di queste si è giustamente arrabbiata, sono quasi andati alle mani. Poi fortunatamente ha lasciato perdere e loro continuavano a provocarla, mentre era in acqua cercavano di centrarlo con gli sputi”.

Per parlare delle difficili condizioni di lavoro e delle possibili soluzioni da adottare per arginare i “maranza”, i bagnini hanno chiesto un incontro con la direzione della Bergamo Infrastrutture, la partecipata del Comune che gestisce l’Italcementi. “Due le risposte ad ogni proposta che abbiamo avanzato: non si può o costa troppo. Abbiamo chiesto di inserire figure che possano intervenire laddove noi bagnini non siamo autorizzati e ci hanno detto che non ci sono i fondi; abbiamo chiesto di non far entrare i soliti casinisti come fanno in altre piscine, ma ci hanno detto che non si può; abbiamo chiesto di alzare la recinzione per non far scavalcare i ragazzi ma dicono che costa troppo; in separata sede uno di noi ha proposto di far diventare la piscina un centro sportivo togliendo la parte “ludica” dalla vasca olimpionica e mettendo solo le corsie ma gli hanno risposto che non è possibile; abbiamo chiesto di consegnare i braccialetti di carta all’ingresso, così da individuare le persone che scavalcano senza pagare ed allontanarle, ma anche questa proposta è stata bocciata”.

Alla fine la situazione è in fase di stallo: “Le disposizioni sono quelle di richiamare un tot numero di volte chi si comporta male e poi lasciare perdere per non creare pericolo per noi o per gli altri bagnanti. Ma la gente giustamente si lamenta, poi con che coraggio possiamo eventualmente fare osservazioni a chi non rispetta le regole se a questi gruppi di ragazzi non diciamo nulla? Ormai all’Italcementi vengono solo i bambini e i ragazzi dei centri estivi, la gente preferisce altre strutture, più tranquille e più sicure”.

E a quanto pare anche i bagnini.

Replica il presidente di Bergamo Infrastrutture Attilio Baruffi: “Siamo molto preoccupati e dispiaciuti per questa situazione, che però non riguarda solamente Italcementi. I fatti di cronaca ci dicono che questo fenomeno sociale è presente in luoghi diversi, tra i quali la piscina. Noi siamo parte lesa forse più dei cittadini che scelgono il nostro centro e per questo ci siamo attivati fin dall’inizio dell’anno per programmare l’estivo, contattando l’associazione carabinieri, il servizio di vigilanza, l’assessore Loredana Poli alla quale abbiamo chiesto di estendere anche all’Italcementi il servizio di educatori Giovani Onde. Cerchiamo da un lato di arginare, dall’altro di prevenire questi comportamenti: gli assistenti bagnanti e gli utenti devono essere tutelati. Noi non facciamo gli struzzi ma non possiamo fare nemmeno gli sceriffi perché non ci compete. Ora la stagione sta per finire e continueremo ad impegnarci per garantire il miglior servizio possibile per l’utenza e per le persone che lavorano all’interno della struttura”.

“Non siamo stati con le mani in mano, abbiamo fatto il possibile per arginare questi gruppi, ma non abbiamo la bacchetta magica – risponde Diego Cattani, responsabile degli impianti sportivi di Bergamo Infrastrutture -. Abbiamo aumentato il personale di Ronda Service sulle zone di scavalco, il numero dei bagnini, abbiamo preso contatti con l’associazione Carabinieri, abbiamo attivato un nuovo protocollo con la Polizia locale che consente una comunicazione diretta con il comando, abbiamo attivato il progetto con gli educatori di Giovani Onde. Mi dispiace molto per le condizioni in cui il personale si è trovato a lavorare, io per primo, ma la nostra principale preoccupazione è quella di tutelare i clienti, i bagnini, gli addetti ai vari servizi. Noi abbiamo ascoltato le loro proposte ma soluzioni immediate non sono attuabili. Partendo dall’esperienza di questa stagione, che ormai sta per finire, tireremo le nostre conclusioni e ci adopereremo per studiare un piano che possa avere un senso per farci trovare pronti la prossima estate”.

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