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Botta e risposta

Chiude l’ambulatorio di Petosino, i medici si trasferiscono a Torre Boldone: polemica con il Comune

Secondo il dottor Rudy Rossi i costi sono diventati insostenibili, lo studio non è a norma e la giunta ha dimostrato scarsa disponibilità ad aiutare i due professionisti. Il sindaco Vivi: "L'immobile è perfetto"

Sorisole. A partire dalla fine di settembre l’ambulatorio di Petosino chiuderà i battenti: il dottor Rudy Rossi e la dottoressa Anna Burini si trasferiranno a Torre Boldone. Troppo alte le spese per sostenere in due l’apertura dell’ambulatorio (i medici prima erano 4), ma all’origine della sofferta decisione c’è anche il difficile dialogo con l’Amministrazione di Sorisole.

Sta di fatto che ora centinaia di assistiti dovranno spostarsi in un altro paese per poter incontrare il proprio medico. Evidente quindi il disagio per i pazienti, molti dei quali anziani, considerato anche il fatto che non esistono collegamenti diretti tra i due comuni.

La voce circolava in paese ormai da un po’, i medici di base confermano. “Non è stata una scelta fatta a cuor leggero – commenta il dottor Rossi -. Abbiamo cercato in ogni modo di tener aperto lo studio a Petosino, sono un paio d’anni che proviamo a trovare una soluzione, ma alla fine abbiamo deciso di spostarci e di consorziarci con altri due medici dello stesso Ambito appartenenti alla cooperativa della quale facciamo parte, con i quali divideremo l’ambulatorio a Torre Boldone”.

“Mi dispiace moltissimo lasciare dopo sette anni di servizio a Sorisole – spiega il medico -, in questo tempo ho instaurato rapporti di affetto e stima con tanti assistiti. Tengo a precisare che non abbandono i miei pazienti, cambio solamente sede. So che sarà un disagio spostarsi per molti, ma purtroppo non riuscivamo più a sostenere i costi essendo rimasti solamente in due. Non bisogna dimenticare che i medici di base sono liberi professionisti e non dipendenti pubblici, quindi le spese sono tutte a carico nostro”.

“A causa del pensionamento dei colleghi precedenti, lo studio purtroppo è andato incontro a delle difficoltà importanti, sia organizzative che economiche, legate alla perdita dello status di “forma associativa”, e di conseguenza anche di alcune agevolazioni – continua il dottor Rossi -. Per Petosino i costi ammontano a poco meno di 50mila euro annui, comprensivi di personale, pulizie, affitto, rifiuti, assicurazioni, computer, assistenza informatica, fino alla carta usata per le ricette. Per le formazioni associative, viene riconosciuto da Regione Lombardia un contributo, minimo, che copre solo una piccola parte delle retribuzioni del personale”.

La difficoltà nel reperire nuovi medici

La dottoressa Luisa Carminati, ora in pensione, ha cercato come ha potuto di aiutare i colleghi, alla ricerca di una persona che la sostituisse: “Enormi sacrifici sono stati fatti nel tentativo di salvare l’ambulatorio: in primis dalla dottoressa Carminati, che ha prolungato per mesi l’attività lavorativa contro i suoi interessi, e sempre in silenzio, come è nel suo stile, nella speranza di trovare un candidato e garantire un seguito ai suoi assistiti, sobbarcandosi a suo discapito una cifra di spese altissima. Da parte del sottoscritto, che da più di un anno ormai sostengo da solo l’altra metà dei costi della struttura sempre nella speranza dell’arrivo di un collega, e ora anche da parte della dottoressa Burini, fortemente penalizzata dall’essere ancora corsista, quindi con un salario minimo e le stesse spese elevate”.

“Abbiamo tenuto duro da Giugno 2022 – prosegue -, ma alla fine abbiamo dovuto necessariamente trovare una soluzione, a seguito del fatto che colleghi interessati a Petosino come sede di lavoro ce ne sono stati, ma le assurde logiche delle graduatorie, dei concorsi, dei punteggi , dei bandi “semestrali” imposti da Regione e la contingente nonché drammatica carenza di medici, non ha consentito loro di prendere posto nel nostro studio”.

La questione dei costi e le incomprensioni con il Comune

Non si tratta di una questione puramente legata ai costi: l’addio dei due medici è dovuto anche ad incomprensioni con la giunta comunale. Alla quale hanno chiesto più volte aiuto, senza ricevere, a loro dire, la giusta attenzione.

“Non stiamo parlando di 200 euro di affitto, come vuol far credere l’Amministrazione comunale. Quello è l’ultimo dei nostri pensieri, ma siamo costretti a sborsare di più di 2000 euro di spese mensili a testa – dichiara il dottor Rossi -. Finora ho preferito tacere per non dare adito a polemiche inutili e strumentalizzazioni, ma non tollero che si accusino i medici di abbandonare degli assistiti, specie anziani, solo per una mera questione di pochi euro. Quindi dichiarare che i medici vadano via per 200 euro di affitto quando ne sborsano 50mila ogni anno,  è diffamante, ed è il tentativo goffo di scaricare sui professionisti la responsabilità per salvarsi la faccia da parte del Comune, che noi, sottolineo, non abbiamo comunque mai chiamato in causa”.

I rapporti con l’Amministrazione, secondo il medico, si sono incrinati nel tempo: “Se da un lato è fondamentale l’impossibilità di reperire un terzo medico, dall’altro non ha aiutato la scarsa volontà di venirci incontro con i canoni di locazione, membri della giunta che affermano che i medici “sono professionisti come gli altri ” , e che quindi ci hanno sempre osteggiato qualsiasi agevolazione anche proposta dal sindaco stesso, non solo su spese e affitto, ma persino su piccole cose, come il parcheggio riservato al medico in prossimità dell’ ambulatorio, presente in qualsiasi dei mille comuni in cui ho lavorato negli anni come sostituto, e chiesto da me e colleghi da tempo”.

Le condizioni dell’ambulatorio

Nella decisione del trasferimento hanno influito anche le condizioni dell’ambulatorio di via Martiri della Libertà: perfette secondo il sindaco, pessime secondo i due medici. “La sostituzione dei lavandini voluta recentemente da ATS per adeguamento agli standard sanitari, è stata accollata ai medici già in difficoltà (quando è il Comune il proprietario dell’immobile), e poi la richiesta da parte dell’ufficio tecnico di ATS delle conformità aggiornate dopo l’inserimento della dottoressa Burini, avanzata sempre al Comune dai medici a Febbraio, di cui ad oggi (Settembre) non si è ancora saputo nulla, e a seguito delle quali lo stesso ufficio tecnico ha dichiarato l’impossibilità di esprimere parere positivo sull’agibilità degli stessi studi medici. Come possono i medici lavorare serenamente ostaggio in uno studio non a norma con l’ATS che una mattina potrebbe presentarsi e chiudere serranda? Il sindaco parli di questo, di come in 7 mesi non siano riusciti a mandare un tecnico per l’aggiornamento delle conformità,  invece che del canone d’affitto, che non è certo il problema principale! Forse si aspettavano che a forza di attendere una risposta alla fine lo facessero i medici di tasca propria, anche questo..? Eppure la nostra cooperativa si è fatta sentire con pec, solleciti e quant’altro. E ancora …si parla di stabile in “ottime condizioni”, ma abbiamo convissuto in questi anni con problemi di perdite, scarafaggi, muffa, perennemente presenti, ovviamente per colpa di problemi strutturali non imputabili all’attuale giunta, ma risolti sempre con estrema lentezza. Mail, pec mandate al Comune a cui spesso non segue una risposta, figuriamoci in tempi brevi. Riunione da me richiesta con il Comune per chiedere la sospensione del canone d’affitto dello studio dell’ex collega Simonini, circa 260 euro mensili, da moltiplicare ad oggi per i 15 mesi di assenza del terzo medico (ma potrebbe continuare a salire fino a inserimento di nuovo medico, che ad oggi non c’è ), che avremmo dovuto pagare per una stanza  vuota; per questa piccola richiesta abbiamo dovuto attendere una delibera 6 mesi e ben due incontri. Chiarisco un punto fondamentale: i medici non hanno mai,  e poi mai, preteso di non pagare affitti o canoni, ci mancherebbe, ma semplicemente chiesto un aiuto in un momento difficile”.

Tutto ciò ha portato il dottor Rossi e la collega Burini a scegliere di lavorare a Torre Boldone: “Chiaro che quando in un altro Comune si trovano sindaci giovani e brillanti, e un capo ufficio tecnico ben disposto, che accolgono la venuta di nuovi medici con il tappeto rosso, agevolazioni, investimenti, possibilità di avere un dialogo con qualcuno che finalmente risponda all’istante (cosa molto ardua a Sorisole) , normale che i medici vadano dove trovano condizioni di lavoro migliori”.

La risposta del sindaco

Il sindaco di Sorisole Stefano Vivi risponde: “I due medici di Petosino hanno comunicato che si trasferiranno a Torre Boldone, dove la cooperativa con la quale collaborano, la stessa che ha in locazione i locali di Petosino, ha un altro ambulatorio. Così facendo i due medici contano di ottimizzare/ridurre i costi per l’esercizio dell’attività. Il medico di medicina generale, d’altronde, è un libero professionista che esercita parte della sua attività in convenzione con lo Stato, ed è quindi libero di spostarsi all’interno dell’ambito di riferimento come meglio crede. Ciò posto ci rammarichiamo per la scelta operata che creerà disagi a tanti nostri concittadini. Siamo già impegnati nella ricerca di altri medici interessati al bacino di utenza che offre Petosino”.

Secondo il sindaco “l’ambulatorio è in ottime condizioni, con un canone di locazione ridotto (circa 200 euro al mese a professionista, lo stesso richiesto ai due medici di Sorisole), con vicini degli ampi parcheggi e tutti i servizi. Nonostante la scarsità di medici “di base”, confidiamo dunque di riuscire a trovare altri professionisti interessati a svolgere l’attività a Petosino. L’implementazione dei servizi sanitari sul territorio è per noi molto importante e, dopo avere realizzato l’ambulatorio che ospita i medici di base a Sorisole, siamo riusciti, da qualche mese, ad avere sul nostro territorio anche gli infermieri di famiglia, dell’ASST PG23, ospitati nei nuovi ambulatori realizzati al piano terra del municipio”.

Alle dichiarazioni del dottor Rossi Vivi risponde: “Gli ambulatori sono perfetti, il rilievo di ATS all’ambulatorio riguardava il rubinetto del lavandino, che andava modificato con comando a pedale o con leva lunga. Altro che inagibilità. E da parte dell’Amministrazione nessuno ha fatto muro su niente. Siamo sempre andati incontro ad ogni richiesta, dividere le stanze, cambiare il contratto di locazione etc. Se vogliono scaricare sul Comune una loro personale scelta economica hanno sbagliato indirizzo. Rossi ci ha spiegato che a Torre Boldone la loro cooperativa ha un altro ambulatorio e andando lì risparmierebbero su infermiera e segretaria”.

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