Mapello. Lunedì pomeriggio di fine agosto, piove a dirotto a Mapello. ” Il cielo sembra piangere con noi la scomparsa di Stefania – dice il parroco don Patrizio Moioli -. In questi mesi la nostra comunità è stata sconvolta da una morte violenta e crudele”. Ed è proprio la violenza uno dei temi al centro dell’omelia. Quella violenza a volte brutale e improvvisa, un male che “si annida dentro di noi. Anche nei parenti, nei vicini di casa, persino negli amici”.
Quel male che ci “impedisce di vedere nei fratelli un valore da custodire, ma degli avversari da abbattere ed eliminare”. Il sacerdote parla di “terribile tradimento dei legami” ricordando la morte di Stefania Rota. “Una donna delicata, discreta, riservata”.
Sono stati finalmente celebrati i funerali della 62enne trovata senza vita lo scorso 21 aprile, ma assassinata almeno due mesi prima dal cugino e vicino di casa Ivano Perico. Da allora sono passati più di quattro mesi, durante i quali il corpo della vittima è rimasto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nel mezzo, le celeri indagini dei carabinieri che il 13 maggio hanno portato all’arresto del cugino reo confesso, convertendo in omicidio un caso che stava per essere frettolosamente archiviato come malore. Centoventinove giorni dopo l’ultimo saluto, in una parrocchiale gremita. Anzi, 198 secondo i calcoli di un cugino, partendo dal giorno del delitto (l’11 febbraio, secondo gli inquirenti): “Adesso sei libera – ha detto a nome della famiglia -, riposa in pace. Ora possiamo solo pregare Dio affinché doni a Stefania la serenità e la pace che non ha avuto negli ultimi suoi istanti, dentro la sua casa, quando la vita le veniva strappata”.
La famiglia ha rivolto un ringraziamento ai carabinieri di Ponte San Pietro e alla Procura di Bergamo “per il lavoro svolto fino ad oggi. A breve si aprirà la fase processuale ed anche lì garantiremo la nostra presenza e la nostra disponibilità affinché alla fine del percorso si possa dire che anche la giustizia terrena funziona”.
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