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Il dibattito

Maxi rissa in stazione, lo sdegno social di Bergamo: “Tutti ai lavori socialmente utili”

Nella discussione social è intervenuta anche l'assessore alle Politiche per i Giovani, Loredana Poli: "Problema serio, sottovalutato il fatto che provengono soprattutto da fuori città. Noi segnaliamo a forze dell'ordine e ai loro comuni di appartenenza"

Bergamo. Una domenica pomeriggio estiva come tante altre, scossa da una maxi rissa che dai Propilei, pieno centro, si è spostata fino alla stazione, coinvolgendo un centinaio di giovani e giovanissimi, che si sono affrontati a colpi di pugni, calci, catene e perfino coltelli.

Un episodio del quale tutti in città, in queste ore, stanno discutendo, interrogandosi da un lato sui motivi che hanno potuto scatenare tanta violenza e dall’altro sulla necessità di intervenire in modo fermo e puntuale per garantire maggiore sicurezza.

“Tutti ai lavori socialmente utili” è uno dei commenti che va per la maggiore sui social, dove il dibattito vive (fin troppo) di eccessi, in un senso o nell’altro.

C’è chi invoca pene esemplari, chi “minimizza” ricordando come episodi simili sono sempre successi anche in epoche in cui non c’erano telefonini e social network a fare da cassa di risonanza, chi alza subito la bandierina di un partito piuttosto che di un altro.

Un’analisi più lucida è arrivata da Loredana Poli, assessore all’Istruzione, formazione, università, sport e tempo libero, politiche per i giovani, edilizia scolastica e sportiva del Comune di Bergamo, che chiamata in causa da un altro utente ha dato il suo contributo alla discussione: “È un problema serio, specialmente se leggiamo anche oltre al titolo: dinamiche di gruppi che provengono prevalentemente (e qui, sì che sottovaluto) da fuori città. Ma questo non ci esime dal segnalare alle forze dell’ordine e ad alcuni Comuni (come abbiamo continuato a fare) che questa dinamica c’è e grávita sulla città, per motivi diversi ma soprattutto di visibilità: credete che sui social e sui media avrebbe avuto la stessa risonanza un episodio analogo avvenuto in centri più piccoli? È chiaro che questi gruppi vogliono essere visti, vogliono che sia data loro rilevanza mediatica? Anche i servizi sociali, o gli operatori delle politiche giovanili, in città hanno mappato situazioni e minori residenti in città e rilevato le tendenze di provenienza e stazionamento da fuori città. Non è che i servizi di questo comune possono conoscere anche i residenti in Provincia. Le Forze dell’ordine che li hanno identificati, invece, mi auguro riferiscano ai Comuni di riferimento le situazioni riguardanti i minori”.

Nella marea di commenti generati dalla notizia, allarmano sicuramente alcune testimonianze di episodi non troppo diversi dalla maxi rissa in stazione, successi nell’ultimo periodo: vengono riferite estorsioni, aggressioni e rapine, con ragazzini vittime di altri coetanei.

Un altro campanello d’allarme che impone sicuramente una riflessione ancora più approfondita sul tema del disagio giovanile.

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