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Berbenno

Quarant’anni in Uganda e Kenya: tra povertà e sofferenze, la vita di suor Anna Filippi

Partì nel 1956 e rientrò definitivamente alla fine del 1999. Una vocazione maturata nel fertile solco della famiglia a Berbenno, in Valle Imagna, con un fratello missionario in Brasile e Guatemala e un nipote nel Congo: tutti Comboniani

Aveva 93 anni. Più di 40 della sua vita suor Anna Filippi, suora delle Comboniane, li ha dedicati agli altri, ai più poveri e disagiati di due Paesi in Africa, Uganda, Kenya e di nuovo Uganda.

Suor Anna è morta sabato sera lasciando un forte rimpianto e un vasto cordoglio a Berbenno, suo paese natale, e in tutta la Valle Imagna, ma anche tra le Suore Missionarie Comboniane in diverse Case, da quando aveva fatto il rientro definitivo in Italia, alla fine del 1999. La sua vocazione era maturata all’interno di una famiglia di saldezze morali, fede granitica e senso del dovere da assolvere. Il padre, Alessio – che aveva avuto esperienze di migrante fino in America – e la mamma Camilla Personeni, hanno dato alle Missioni in Africa e nel Brasile e Guatemala due figli, Anna e Andrea, e un nipote, Lino, tutti Comboniani. Cumulativamente più di un secolo speso nell’annuncio della Buona Notizia, ma anche per portare con la loro presenza e la loro opera istruzione, sviluppo, socialità.

Una scelta di vita maturata a 24 anni

Anna Filippi aveva fatto la sua scelta di vita nel 1954, a 24 anni, con la prima professione religiosa: dopo 2 anni, nel 1956 la partenza per l’Uganda. “Se non ci vedessimo più, arrivederci in paradiso”, fu il saluto di mamma Camilla, mentre Anna saliva sulla corriera. Dopo 10 anni, un ritorno in Italia per diventare infermiera, considerando le diffuse emergenze con le quali si trovava quotidianamente confrontata a Mbuya, Kampala, e Gulu.
Dall’Uganda, nel 1975, c’è il trasferimento nel Kenya: cambia il Paese, ma la realtà è sempre la stessa, tra povertà, sofferenze di ogni genere, assistenza sanitaria a tempo indeterminato, giorno e notte. Fatiche, stenti, fame, miseria sono gli avamposti dove si prodiga fino al 1986. Dopo 4 anni di rotazione in Italia, viene di nuovo mandata nella terra del suo esordio, l’Uganda che rimane la sua ultima frontiera di dedizione e di carità, protrattasi fino al dicembre del 1999.
Il ritorno in Italia è ancora sotto il segno della disponibilità e dell’aiuto, nelle Case comboniane dove è destinata: dapprima a Roma, poi a Voltino di Tremosine, quindi a Limone sul Garda, dove c’è la casa natale del fondatore, San Daniele Comboni, poi altra tappa di impegno nel servizio alle consorelle a Brescia e dal 2012 il tempo ultimo alla Casa di Boccaleone.

Un legame ininterrotto con la terra delle radici

Suor Franca la ricorda come “un esempio di amore alla missione, di bontà e gentilezza squisita”, sempre pronta a far memoria dei suoi anni africani, dei molteplici cambiamenti intervenuti ma anche di un persistente tessuto di larghi strati di popolazione confrontata con il poco o niente di che vivere, tra difficoltà di ogni ordine, in un sottosviluppo difficile da sradicare. Si teneva in costante contatto con le consorelle, dove aveva operato e raccontava quanto andava accadendo: lo ha fatto più volte dai microfoni della bergamasca “Radio E” oltre che dai notiziari della “sua” valle Imagna, “Berbenno Insieme” e di “Vallimagna mese”. Attraverso le due testate manteneva attivo il legame con la gente e la terra d’origine, e ci ha sensibilizzato attraverso su situazioni e drammi lontani, un modo concreto e solidale di essere comunità, soprattutto negli anni di don Luciano Colotti.

In una di queste testimonianze personali, Suor Anna – prima della sua ultima partenza per l’Uganda, nel 1999 – equilibrando malinconia e slanci del cuore, mi confidava “con grande tristezza di aver visto moltissimi giovani dai volti tristi, pur avendo tutto: denaro, possibilità di studiare, casa, famiglia, salute… Tutti questi doni non offrono a loro la gioia del cuore, perché visti e vissuti in una prospettiva egoistica. La vera serenità risiede nella condivisione con i fratelli più poveri, nel saper dare loro non quello che io voglio, ma quello che essi desiderano: un po’ del mio tempo, dei miei mezzi, della mia stessa gioventù, della capacità di sapersi fermare, dialogare, ascoltare. Questi valori io li ho sempre scoperti nei popoli africani. Poveri tra poveri, si dividono con gioia il poco che hanno e questo scambio di doni li rende davvero solidali”. In sintesi, ci ha insegnato piegandosi sulle fatiche degli altri che si prova contentezza autentica quando gli altri sono felici.

Nel suo saluto, invitava “a camminare ogni giorno in novità di vita, in una continua ricerca e riscoperta della famiglia, della comunità, dei valori in queste racchiusi” e aggiungeva – altro tratto distintivo del suo essere – un grazie riconoscente “a tutti coloro che mi hanno aiutata a dire sì e a lasciare le poche cose per trovare il tutto in Dio. Parto per l’Uganda anche a nome vostro: accompagnatemi affinché io possa farmi annunciatrice e testimoniare la letizia del Vangelo”. Queste parole sono l’impronta della vita di Suor Anna, dedicata fino in fondo agli altri, coerente con la sua vocazione, impastata nelle virtù. Lungo questi sentieri si è distesa la sua vita, che ha aperto la nostra a orizzonti sconosciuti su fertili solchi dove far crescere il futuro.

I funerali: martedì 22 agosto nella chiesa parrocchiale di Berbenno alle 15.

Suor Anna Filippi
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