• Abbonati
Al san raffaele

Operato a 3 mesi per una rara malattia, nell’équipe una giovane dottoressa bergamasca

C'è anche la dottoressa Roberta Pajno nell'équipe che ha salvato la vita al bimbo affetto da una rara patologia al pancreas

C’è anche la giovane dottoressa bergamasca Roberta Pajno nell’équipe dell’ospedale San Raffaele di Milano che ha operato e salvato la vita a un bimbo di soli tre mesi affetto da una rara malattia al pancreas.

Una rara patologia genetica che affligge 1 bambino su 50.000 con importanti conseguenze sullo sviluppo neuromotorio. È questo l’iperinsulinismo congenito con cui è venuto alla luce il piccolo S.G. che, a causa del malfunzionamento del pancreas, ha sofferto dalla nascita di crisi ipoglicemiche. Queste, oltre a mettere a rischio la vita, se non vengono controllate adeguatamente, creano gravi ritardi dello sviluppo neuromotorio già dalla primissima infanzia.

Prontamente preso in carico dal team di neonatologi e pediatri endocrinologi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, guidati dal dottor Graziano Barera, il piccolo è stato curato grazie a una squadra multidisciplinare composta da neonatologi, endocrinologi pediatrici, anestesisti e chirurghi.

La sinergia tra la Chirurgia Pancreatica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Massimo Falconi, e la Chirurgia Pediatrica del Policlinico di Milano, diretta dal professor Ernesto Leva, ha permesso di intervenire sul neonato rimuovendo con successo la porzione del piccolo pancreas malfunzionante.

L’intervento è stato risolutivo e il pancreas dopo poche ore ha ripreso a funzionare regolarmente. Il piccolo, operato i primi di giugno, ora sta bene, non ha più avuto crisi ipoglicemiche e non avrà bisogno di alcuna terapia medica.

Durante l’operazione di chirurgia maggiore il piccolo è stato assistito dal dottor Paolo Silvani, anestesista pediatrico dell’Unità di Anestesia e Rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare diretta dal professor Alberto Zangrillo e dell’Unità di Anestesia e Rianimazione neurochirurgica diretta dal professor Luigi Beretta, che ha seguito il neonato sin dalla fase preparatoria all’operazione, fino al monitoraggio intensivistico del post-operatorio.

La dottoressa Roberta Pajno, pediatra endocrinologa, che insieme al primario, dottor Graziano Barera, ha coordinato il piano terapeutico e seguito il bambino nella delicata preparazione all’intervento e successivamente nel follow up, spiega: “Alle prime manifestazioni di tale malattia, è fondamentale procedere con sollecitudine alla diagnosi e all’identificazione della forma specifica di iperinsulinismo, attraverso analisi del sangue, TAC-PET e analisi genetica, per: individuare la strategia terapeutica migliore; prevenire il danno cerebrale; garantire una migliore qualità di vita. Abbiamo raggiunto un risultato ottimale grazie alla sinergia tra competenze specifiche interne al nostro ospedale e alla collaborazione con il collega del Policlinico”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI