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Il dramma

Delitto di Cavernago, altra tragedia: Federico Gaibotti si è tolto la vita in prigione

Il 30enne si trovava in via Gleno dallo scorso 4 agosto, quando aveva accoltellato a morte il padre

Cavernago. Una nuova tragedia, un dramma senza fine: nella giornata di giovedì 10 agosto Federico Gaibotti, accusato di aver ucciso il padre Umberto lo scorso 4 agosto, si è tolto la vita in carcere.

Il 30enne, detenuto in via Gleno a Bergamo dalle ore successive al delitto, aveva accoltellato a morte il papà al culmine dell’ennesima lite: secondo quanto lui stesso ha raccontato al gip, una volta raggiunta l’abitazione di via Verdi a Cavernago avrebbe preso l’iPad di proprietà del genitore per consegnarlo a una ragazza che lo stava attendendo su una Bmw parcheggiata fuori casa.

Un modo per saldare un debito di circa 200 euro, verosimilmente un debito di droga.

Poi l’incontro col padre, la lite e l’omicidio, portato a termine con almeno sei coltellate.

Poco prima, invece, Federico Gaibotti aveva incrociato una vicina, confidandole le sue fragilità, soprattutto la sua volontà di togliersi la vita.

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