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La classifica

Cessioni record dell’Atalanta: Højlund al primo posto davanti a Romero e Kulusevski

Gli oltre 75 milioni (che possono diventare 85 coi bonus) incassati dallo United battono i 50 dell'argentino al Tottenham e i 35 (più bonus) dello svedese alla Juventus. Di Donadoni e Donati i record storici precedenti

Il passaggio di Rasmus Højlund al Manchester United è destinato a passare agli archivi come il trasferimento più oneroso nella storia dell’Atalanta. Il club nerazzurro, infatti, incasserà la cifra monstre di 75 milioni di euro (ai quali se ne potrebbero aggiungere 10 di bonus) dal trasferimento dell’attaccante danese, giunto al passo d’addio dopo una sola stagione a Bergamo. Un accordo da record, dunque, che genera l’ennesima maxi plusvalenza in casa nerazzurra. Basti pensare che poco meno di un anno fa, Højlund era stato ingaggiato per 17 milioni dallo Sturm Graz. In altre parole, l’ennesimo capolavoro in uscita da parte di una società che nel corso degli anni ha sempre saputo valorizzare al meglio i propri gioielli, prima di rivenderli alle migliori condizioni possibili, riuscendo sempre a monetizzare cifre importanti. Non è infatti un caso che la lista delle cessioni record dell’Atalanta si sia aggiornata di continuo negli ultimi anni.

Da Rasmus in giù: le cessioni record dell’Atalanta

Il passaggio di Højlund ai Red Devils matura a due anni di distanza da quella che – fino a poche ore fa – deteneva il primato tra le operazioni in uscita più onerose della Dea. Di chi stiamo parlando? Ovviamente di Cristian Romero, arrivato in prestito biennale con diritto di riscatto dalla Juventus e venduto al Tottenham nell’estate del 2021 per ben 50 milioni. Operazione, anche questa, che rimarca ancora una volta la potenza di fuoco della Premier League, capace ormai di scavare un vero e proprio solco tra sé e gli altri principali tornei europei. Detto delle squadre inglesi capaci di disporre di un budget pressoché illimitato, l’Atalanta gli affari di spessore ha saputo farli anche con diverse squadre italiane. A completare il podio delle cessioni più remunerative c’è infatti il trasferimento di Dejan Kulusevski alla Juventus, ufficializzato il 2 gennaio del 2020 quando il giocatore era in prestito al Parma per 35 milioni di euro (più 9 di bonus, alcuni dei quali raggiunti).

Una somma di poco superiore a quelle intascate per Franck Kessié e Alessandro Bastoni, ceduti rispettivamente a Milan e Inter per 32 e 31 milioni. All’ombra della Madonnina sono poi approdati anche Robin Gosens (27 milioni) su sponda nerazzurra nel gennaio del 2022, e Andrea Conti, accordatosi col Diavolo nell’estate del 2017 dopo che gli allora dirigenti Fassone e Mirabelli avevano staccato un assegno da 24 milioni.

Manovre di mercato che hanno tutte un comune denominatore, ossia l’essersi concretizzate sotto la gestione tecnica di Gian Piero Gasperini, colui che più di tutti ha saputo generare valore dai tanti calciatori che sotto la sua guida hanno compiuto il proverbiale salto. Tra i tanti ragazzi sbocciati tra le mani del tecnico di Grugliasco, corpose plusvalenze sono maturate anche dai trasferimenti di Bryan Cristante (alla Roma per 22 milioni) e Gianluca Mancini, sbarcato nella capitale un anno dopo e per un milione in meno. 21 milioni è anche la cifra che la Dea si è assicurata cedendo Amad Diallo al Manchester United e Timothy Castagne al Leicester, confermando ancora una volta questo canale preferenziale con la Premier.

Della ‘prima’ Atalanta del Gasp è impossibile non menzionare Roberto Gagliardini e Mattia Caldara, presentatisi sul palcoscenico della Serie A nella stagione 2016/17 e prontamente ceduti a Inter e Juventus: il cartellino dell’attuale centrocampista del Monza venne pagato poco sopra i 20 milioni, mentre quelli spesi dalla Vecchia Signora per il centrale di Scanzorosciate furono 19. Continuando a scandagliare la lista, si arriva alla stretta attualità perché Jeremie Boga, ceduto pochi giorni fa al Nizza per 18 milioni, va annoverato tra le 15 cessioni più onerose confezionate dalla società bergamasca. Così come due anni prima era toccato a Musa Barrow, partito a titolo definitivo in direzione Bologna per 14 milioni. Morale della favola, il saper vendere bene è sempre stata una prerogativa in quel di Zingonia e il ciclo d’oro di Gasperini non ha fatto altro che accentuare questo trend.

A Bergamo, però, c’è stato anche un pre-Gasperini e anche negli anni in cui l’Atalanta si prefissava come obiettivo massimo la salvezza, gli affari in uscita sono sempre stati all’ordine del giorno: ad esempio Luca Cigarini, ceduto nel 2009 al Napoli per 10 milioni, alle porte della stagione poi culminata con l’ultima retrocessione in B della Dea. Particolarmente redditizia fu invece l’estate del 2001 e ogni riferimento a Massimo Donati e Ivan Pelizzoli è puramente voluto. L’ormai ex centrocampista passò al Milan per 30 miliardi delle vecchie lire, mentre il portiere andò alla Roma per 28. Anche quelle furono cessioni record per l’Atalanta.

Ben più datata, invece, è la clamorosa cessione di Roberto Donadoni al rampante Milan di Silvio Berlusconi: per il trasferimento del fantasista di Cisano Bergamasco – il primo grande colpo con cui si presentò il patron rossonero – nelle casse dell’Atalanta entrarono 10 miliardi di lire. Era il 1986. Un autentico primato per i parametri dell’epoca.

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