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Presidente parco dei colli

Cambiamento climatico, Locatelli: “Siamo in grande ritardo, serve un cambio di visione culturale” video

Il presidente del Parco Regionale dei Colli di Bergamo Oscar Locatelli analizza il dinamismo del territorio protetto e il preoccupante quadro dei cambiamenti climatici in atto

Una lucida analisi sul ‘suo’ parco che trasversalmente circoscrive i temi principali legati ad un ecosistema, il nostro, che si trova ogni giorno di più in una posizione critica, a causa del cambiamento climatico.

Oscar Locatelli, presidente del Parco Regionale dei Colli di Bergamo, ha risposto ad alcune domande sulle attività dell’area protetta più estesa della bergamasca: da Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 alla nuova legge europea sulla natura, fino ad arrivare al cambiamento climatico e al nuovo Piano di Governo e Territorio (Pgt).

Il Parco dei Colli di Bergamo è il terzo parco in Regione Lombardia per estensione e abbraccia 10 comuni. Quanto impegno è presente nei progetti di sostenibilità nel 2023?

Colgo l’occasione per correggere questo dato poiché giusto l’altro ieri è stato approvato definitivamente il nuovo statuto del Parco Regionale dei Colli che sancisce l’ampiamento del suo territorio con l’ingresso del comune di Berbenno per il monumento naturalistico della Valle del Brunone.

Le attività del parco sono per sua vocazione rivolte verso la sostenibilità: nel 2023 siamo inseriti nella grande operazione culturale, e non solo, di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Stiamo lavorando insieme al Parco Locale di Interesse Sovracomunale delle Colline di Brescia (Plis) alla stesura della Carta Bergamo-Brescia sulle aree protette, in particolare sui parchi periurbani. Bergamo e Brescia per caratteristiche dei territori limitrofi sono sorelle e siamo concentrati al massimo su questo progetto, nel rispetto delle attività ordinarie del parco. L’obiettivo è invitare le amministrazioni e i cittadini a sottoscrivere un nuovo ‘patto’ con la natura: l’obiettivo non deve essere quello di salvare il mondo, bensì di modificare e valorizzare il ruolo dell’essere umano nella natura, da parassita a co-abitante di questa terra.

Qualche giorno fa il Parlamento Europeo ha approvato la ‘legge sulla natura’. Che importanza possiede questa direttiva europea per il nostro territorio?

Questa direttiva è importante perché innanzitutto riconosce per iscritto delle teorie scientifiche che era necessario regolamentare tramite una legge. Ciascuno di noi ha in bocca termini come “consumo di suolo”: tuttavia, mentre qualcuno difende la biodiversità, a distanza di pochi chilometri vengo coperti migliaia di metri cubi con l’asfalto fregandosene del paesaggio. Questa legge europea pone degli obiettivi e degli impegni seri che sono importanti per il futuro delle nuove generazioni.

Cambiamo argomento. Cambiamento climatico e ambiente sono due temi che nel nostro presente si muovono di pari passo. Quanto pensa che siano importanti per le sfide della politica del futuro?

Come sempre siamo tutti in grande ritardo, ma questo non ci esime a pensare in modo nuovo e ad essere fiduciosi. Nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico come area protetta siamo impegnati da anni con progetti in collaborazione con diverse associazioni. Con il Comune di Bergamo e altre amministrazioni abbiamo partecipato al progetto Cli.C., finanziato dalla Regione e dalla Fondazione Cariplo. Inoltre, abbiamo già completato piccoli grandi interventi che mirano alla riduzione degli effetti del cambiamento climatico. Io credo sia necessario un cambio culturale, di visione e di scelta del modello di vita: è innegabile che ciò stia avvenendo e le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Nel solo Comune di Milano durante il nubifragio degli ultimi giorni sono caduti più di 400 alberi sani: il modo con cui il vento ha sradicato questi alberi ha dirette connessioni con la siccità degli ultimi due anni. Nulla avviene per caso.

Il nuovo Piano di Governo e Territorio (Pgt) prevede un allargamento della cintura verde nel territorio del Parco. Pensa che in questo senso negli ultimi anni sia stato fatto molto, abbastanza o poco?

Stiamo parlando di un Pgt che include non uno ma ben 11 comuni. Come Parco siamo attenti alla pianificazione di ogni comune e quando uno di questi fa scelte che vanno nella direzione della nostra missione non possiamo che essere soddisfatti. A proposito del Pgt del Comune di Bergamo, sottolineo che c’è stata una comunità di intenti senza precedenti. Il piano prevede un incremento di circa 3 milioni di metri quadrati di area da inserire nel territorio del Parco: qualcuno considera il processo giù concluso ma andrà portato avanti un iter che dovrà anche essere confermato dalla prossima amministrazione. Questa modifica andrà a tutelare non solo storicamente ma anche economicamente l’intera cintura verde. Altre scelte positive del Comune sono la concentrazione della realizzazione di edificazioni di rilievo in tre macro-aree, come ad esempio Porta Sud, e la decisione di ridurre di 1 milione di metri cubi la possibilità edificatoria su aree destinate all’agricoltura sulle quali pendevano dei piani attuativi. Tutte ottime scelte dell’amministrazione comunale arrivate anche grazie all’opera di sensibilizzazione che il Parco ha portato avanti negli ultimi tempi.

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