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La storia

L’Atalanta in casa dell’Union Berlino: storia dell’Alte Försterei, lo stadio costruito dai tifosi

Situato nel quartiere periferico di Köpenick, l'impianto ha 22mila posti e una storia molto particolare. Sabato ospiterà i nerazzurri

La seconda trasferta europea dell’estate porta l’Atalanta in Germania, più precisamente nella capitale, ancor più precisamente nel quartiere di Köpenick, zona est: la Dea sarà ospite dell’Union Berlino sabato 5 agosto, per giocare un’amichevole in uno stadio che ha un trascorso più unico che raro. Un po’ come la società stessa, del resto.

La storia del club che l’anno prossimo disputerà per la prima volta la Champions League è iniziata all’inizio del novecento, e per la prima metà del suo primo secolo di vita è stata fatta di fusioni, scissioni e cambiamenti di nome e sede continui, almeno fino a quando la divisione tra Germania ovest ed est è diventata effettiva. Nell’ambiente sportivo dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, manovrato in toto dalla politica, a metà anni sessanta la società venne di fatto destinata ad essere “popolare”. L’Union formava la scena calcistica della zona est della capitale insieme alla Dynamo (società controllata dalla Polizia) e al Vorwärts (controllato dall’esercito).

Lo spostamento a Francoforte sull’Oder di quest’ultima creò un dualismo cittadino che ha fatto diventare gli Eisernen – letteralmente “uomini d’acciaio” – la squadra simbolo della resistenza contro i poteri forti della politica della DDR: vinsero solo la coppa nazionale nel 1968, per il resto guardarono i rivali cittadini dominare ripetutamente il campionato, specie negli anni ’80, ma togliendosi comunque più di una soddisfazione negli scontri diretti.

Dopo la riunificazione della Germania, l’Union è finito nelle serie minori e ha dovuto ripetutamente fare i conti con situazioni economiche e finanziarie critiche, tanto che in più di una circostanza furono i tifosi a salvare il club, investendo soldi di tasca propria, organizzando campagne e persino donando il sangue. Iniziative che hanno reso la società una delle massime espressioni della natura popolare che contraddistingue il mondo del calcio tedesco, basata soprattutto sulla regola del 50+1 che governa la Bundesliga, secondo cui un club dev’essere controllato almeno per il 50%+1 (quindi maggioranza assoluta) dal club stesso.

Stadion an der Alten Försterei Union Berlino

Lo scopo della norma è di proteggere le società – a tal proposito, fino a inizio anni ’90 molte squadre erano sezioni calcistiche di polisportive no profit – da investimenti esterni e mantenerle in controllo dei soci attraverso un sistema di associazionismo. Quelli dell’Union sono oltre 40mila (a inizio anni 2000 erano un decimo degli attuali), per esempio. il Bayern Monaco ne ha più di 300mila.

A differenza di tante altre società, però, l’Union Berlino non ha solo soci per quanto riguarda la società, ma anche lo stadio è di proprietà di altri azionisti. Ed è solo una delle tante particolarità dell’impianto.

L’Atalanta ospite dell’Union Berlino: lo stadio

La casa dell’Union Berlino in cui giocherà l’Atalanta si chiama Stadion an der Alten Försterei, letteralmente “Stadio alla Vecchia Foresteria”, intesa come la casa del guardiacaccia. Sì, perché l’impianto da 22.012 posti è situato ai confini della foresta di Wuhlheide, all’interno di un parco che offre svariate attrazioni, compreso uno skate park gigante. Il centro tecnico del club dista poche centinaia di metri: si trova sulla riva opposta del fiume Spree, che attraversa la capitale e caratterizza il quartiere, che è perlopiù residenziale, ma anche con scorci turistici interessanti (come l’isola sul fiume, i ponti o lo Schlossinsel, il castello sull’isola).

Lo stadio esiste dal 192o: nel corso degli anni ha subito svariate ristrutturazioni, l’ultima delle quali, tra il 2007 e il 2009, ha reso l’Union una squadra ancora più cult. La società si trovò obbligata a dare una rinfrescata ad una struttura ormai obsoleta, poiché la federazione decise di non concedere più i permessi temporanei che già da oltre un decennio accordava nonostante le problematiche dell’impianto. La mancanza di fondi e la scarsa collaborazione del Comune furono colmate dal volontariato dei tifosi: in più di 2000 misero a disposizione il loro tempo per partecipare ai lavori. Geometri, ingegneri, muratori: tutti diedero il loro contributo in due anni, per un totale di oltre 140mila ore di lavoro assolutamente gratuito, spinto solo dalla passione di essere una comunità. Quell’impresa è ricordata da un elmetto posizionato su uno degli ingressi laterali dello stadio, sul quale si trovano i nomi di tutti coloro che hanno contribuito.

Stadion an der Alten Försterei Union Berlino

A partire dal 2024 è prevista un’altra riqualificazione, stavolta a carico del club e dei soci che possiedono lo stadio – con professionisti e non volontari – che porterà la struttura a poter ospitare oltre 35mila tifosi, con il rifacimento quasi totale di due tribune. Lavori resi possibili dalla magistrale gestione tecnica del club allenato da Urs Fischer, promosso per la prima volta in Bundesliga nel 2019 nello spareggio con lo Stoccarda e autore di una crescita strabiliante: salvezza tranquilla al primo anno, qualificazione in Conference League al secondo, in Europa League al terzo e in Champions League al quarto — competizione che però giocherà nel più grande Olympiastadion, 75mila posti, impianto principale della città, di proprietà del Comune e che ospita le partite dei rivali cittadini dell’Hertha Berlino. Risultati raggiunti perdendo ogni anno i migliori giocatori, ma allo stesso tempo trovandone di nuovi, perfetti per l’abito tattico (3-5-2) che il coach ha disegnato sin dall’inizio.

L’Alte Försterei è diventato così una meta necessaria di ogni calciofilo tedesco, anche per la caratteristica dei numerosi posti in piedi che vengono riservati, non soltanto nelle due curve. In più ci sono pochissime restrizioni in termini di movimenti interni allo stadio: si può passare agilmente da una tribuna all’altra. Unico, per l’appunto, come del resto il look esterno (nella foto di copertina) in mattoni, ben lontano dalle le sembianze di un tipico stadio, specie per chi arriva in auto o a piedi dalla strada principale. Anche se il mezzo prediletto resta la bicicletta, per le quali c’è un enorme parcheggio con più posti che per le auto. Köpenick e l’Union Berlino sono anche, se non soprattutto, questo.

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