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Il confronto

“Medici di base? La situazione dovrebbe migliorare entro fine 2023”

Incontro a Villa d’Almè con l’assemblea dei sindaci del distretto Valle Brembana/Imagna in collaborazione con ATS Bergamo. 48 richieste di entrata in servizio, per 33mila abitanti ancora senza medico di base

Villa d’Almè. “Mancano figure professionali nel sistema sanitario, in particolare per quanto riguarda i medici di base, questo è innegabile. La situazione però dovrebbe migliorare entro la fine del 2023”.

Così Massimo Giupponi, direttore generale di ATS Bergamo, ha spiegato la situazione ormai cronica di carenza dei medici di Medicina Generale e della Continuità Assistenziale durante la serata di martedì 1 agosto presso la sala consiliare del comune di Villa d’Almè. Una serata, organizzata dall’assemblea dei sindaci del distretto Valle Brembana e Imagna con ATS Bergamo per incontrare i cittadini, coloro che sentono maggiormente difficoltà e carenze riguardanti la mancanza dei medici di base.

Una situazione che, però, sembra trovare uno spiraglio, come spiegato dallo stesso Giupponi: “un miglioramento dei numeri sul territorio, per quanto riguarda la risposta agli ambiti relativi alla ricerca di medici di base per gli ambiti (gruppi di comuni) dove queste figure erano carenti. Mentre a marzo 2023 di posizioni, in 66 ambiti, ne erano state accettate 13 (con 53 ambiti ancora scoperti), la situazione a giugno 2023 è sensibilmente migliorata. Sono 48 infatti le domande di medici di base che dovrebbero coprire i 53 ambiti rimanenti (le convocazioni dei medici dovranno avvenire a metà settembre, con l’entrata effettiva in servizio entro dicembre 2023). Una situazione in divenire che permetterebbe di svoltare una situazione seria che, ad oggi, vede 33mila abitanti senza medico di base. Se accettate, le domande dei medici presentante con l’ultimo bando permetterebbero di coprire le necessità dei cittadini, per un miglioramento graduale della situazione entro fine 2023”.

Difficoltà ancora maggiori sono state registrate poi riguardo alla presenza di medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), in particolare per quanto riguarda Sant’Omobono Terme, dove anche per agosto si prevede una situazione critica dovuta alla mancanza di medici.

“Una situazione ancora da monitorare, per la quale sono stati attivati tavoli tecnici (che si ritrovano una volta al mese) e gli ambulatori diffusi, un sistema di cura e presa in carico per gli assistiti senza Medico di Assistenza Primaria – spiega ancora Giupponi – . Un lavoro congiunto di osservazione che, ancor di più, risulta fondamentale per la risoluzione della situazione che si è venuta a creare”. Una situazione dovuta anche dalle scelte dei singoli medici, che possono decidere in maniera autonoma su quali territori operare. “In questa difficile situazione, bisogna però ricordare un dato statistico: la distanza media tra la casa di un privato cittadino ed un ambulatorio è di 1,3 km, mentre per gli ambulatori diffusi è di 4 km”.

“Per una copertura capillare delle sedi di continuità assistenziale, esiste un meccanismo di corrispondenza tra le diverse sedi – spiega Michele Sofia, direttore sanitario di ATS Bergamo – . In particolare, per il difficile caso di Sant’Omobono Terme, solo due medici, ad oggi, sono disponibili. Purtroppo, è un diritto dei medici scegliere in quale territorio operare”.

Laura Arizzi (presidente Assemblea Sindaci Distretto Valle Brembana / Valle Imagna) e Gianbattista Brioschi (Presidente Conferenza Sindaci Papa Giovanni XXIII), che in questi mesi stanno portando avanti il confronto sul tema con ATS, hanno sottolineato alcune situazioni critiche e, in particolare, l’impegno affinché non vengano fatti ulteriori tagli ai servizi nei territori di montagna.

Ancor più critico Vittorio Milesi, vicesindaco di San Pellegrino. “Il problema della carenza dei medici di base è ormai cronico, ma la continuità assistenziale è messa in dubbio solo in Provincia di Bergamo. 246mila abitanti con due medici disponibili (anziché 49): questi numeri parlano da soli. Senza contare le varie sedi di continuità assistenziale chiuse da mesi e il servizio degli ambulatori diffusi che è carente sotto vari aspetti. Nonostante qualche ottimistica previsione, è chiaro che siamo ben lontani dalla soluzione”.

ats Bergamo
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