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La congiuntura

Bergamo, la produzione industriale cala del 2,5%; scendono anche ordinativi e fatturato

Ancora stabile l’artigianato, ma la fiducia degli imprenditori è ai minimi

Nel secondo trimestre la produzione industriale delle imprese bergamasche con almeno 10 addetti diminuisce del -2,5% rispetto allo stesso periodo del 2022: si tratta della prima variazione negativa dopo nove trimestri consecutivi di crescita.

Per le imprese artigiane con almeno 3 addetti il dato rimane ancora lievemente positivo (+0,2%), ma in netto rallentamento rispetto agli incrementi dell’ultimo periodo. La variazione congiunturale, che misurando lo scostamento rispetto al trimestre precedente fornisce un’indicazione della tendenza più recente, conferma il marcato ripiegamento della produzione industriale (-1,1%) e il sostanziale “appiattimento” di quella artigiana (-0,1%). Il numero indice si attesta rispettivamente a 119,3 e 115,2, restando per entrambi i comparti comunque ben al di sopra dei livelli produttivi pre-Covid. Gli altri indicatori confermano il quadro congiunturale negativo, con fatturato e ordini in calo rispetto al trimestre precedente, e anche le aspettative registrano un peggioramento: risultano particolarmente pessimisti gli imprenditori artigiani, che evidenziano i livelli di fiducia più bassi degli ultimi tre anni.

Bergamo, la produzione industriale cala del 2,5%; scendono anche ordinativi e fatturato

Il calo registrato in questo trimestre dalla produzione dell’industria orobica (-2,5%) è l’esito di un lungo processo di rallentamento che ha visto la progressiva riduzione delle variazioni tendenziali nel corso del 2022. Su base congiunturale la svolta negativa era già avvenuta nei primi tre mesi del 2023 (-0,5%) e si è ulteriormente intensificata nel secondo trimestre (-1,1%). Il numero indice, calcolato ponendo pari a 100 il livello medio del 2010, si attesta a quota 119,3, oltre 11 punti sopra i valori pre-Covid, a conferma della robustezza dalla fase di crescita da poco conclusa.

Il segno negativo risulta diffuso nella maggioranza dei settori e in particolare nel tessile, nella gomma-plastica e nella chimica, per citare tre comparti rilevanti dellindustria bergamasca. Ancora lievemente positiva la meccanica, che rappresenta il settore più grande dal punto di vista occupazionale.

Il fatturato mostra una variazione congiunturale negativa (-1%) dopo un lungo periodo di crescita sostenuto dall’andamento positivo della produzione e dal forte incremento dei prezzi. I listini stanno ora visibilmente rallentando (incremento congiunturale pari a +0,9%) sulla scia della frenata evidenziata dai costi delle materie prime, che aumentano del +1,1% nell’ultimo trimestre dopo aver raggiunto tassi di crescita a due cifre negli anni scorsi.

industria

Anche gli ordini registrano una caduta (-4,1%): se è vero che variazioni negative erano già emerse nei trimestri scorsi, in presenza tra l’altro di uno stock ancora ampio di ordinativi inevasi, in questo caso l’intensità del calo risulta però particolarmente significativa. Indizi di difficoltà sul fronte della domanda emergono inoltre dai giudizi sulle scorte di prodotti finiti, che vedono una prevalenza di giudizi di eccedenza su quelli di scarsità (saldo pari a +2,9), come non succedeva dal 2020.

Continua invece il trend positivo dell’occupazione, che al netto delle oscillazioni stagionali non ha mostrato rallentamenti negli ultimi due anni e mezzo: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari al +0,4%. Stabile l’utilizzo della Cassa Integrazione, che ha riguardato il 7% del campione.

Bergamo, la produzione industriale cala del 2,5%; scendono anche ordinativi e fatturato

Alle indicazioni negative che emergono dal consuntivo del secondo trimestre, si accompagna il peggioramento delle previsioni degli imprenditori industriali, che vedono una prevalenza di aspettative di diminuzione per tutte le variabili (saldo pari a -8 per la produzione, -7 per la domanda estera e -11 per quella interna), con l’esclusione dell’occupazione (+5). I timori riguardano soprattutto gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie per quello che riguarda la produzione di beni di consumo e la salita dei tassi di interesse sulle vendite di beni di investimento.

artigianato

A Bergamo la produzione dell’artigianato mostra una maggiore resilienza rispetto al comparto industriale, come già evidenziato nei trimestri scorsi: la variazione su base annua si mantiene infatti in territorio lievemente positivo (+0,2%), benché evidenzi un sostanziale esaurimento della fase di crescita registrata negli ultimi anni, che fino al trimestre precedente aveva archiviato incrementi tendenziali superiori al 5%. La variazione congiunturale (-0,1%) conferma questo processo di stabilizzazione, portando il numero indice della produzione a quota 115,2, un valore comunque superiore di circa 12 punti rispetto ai livelli di fine 2019.

I prezzi di materie prime (+6,2% congiunturale) e prodotti finiti (+3,9%) confermano il rallentamento in corso, sebbene gli incrementi risultino tuttora elevati e superiori a quelli registrati dall’industria. Nonostante i listini ancora in crescita, il fatturato diminuisce rispetto al trimestre scorso (-1,1%), interrompendo una serie di nove segni positivi consecutivi, e per gli ordinativi il calo raggiunge il 5,6%.

Le valutazioni sulle scorte confermano una prevalenza di indicazioni di scarsità rispetto a quelle di eccedenza, anche per la tendenza delle imprese artigiane a lavorare in un’ottica just in time, tuttavia i saldi risultano meno negativi rispetto a quelli registrati nei trimestri scorsi, soprattutto per quanto riguarda le materie prime (saldo pari a -4,5).

Il numero di addetti mostra una lieve contrazione (-0,2% la variazione tra inizio e fine trimestre), ma al netto delle oscillazioni trimestrali l’andamento di fondo degli ultimi anni è stato positivo. La percentuale di imprese che dichiara di aver fatto ricorso alla Cassa Integrazione è pari al 3,2%, in lieve aumento rispetto ai trimestri precedenti.

A fronte di un quadro congiunturale caratterizzato da una produzione stabile ma con ordini e fatturato in calo, le aspettative degli imprenditori artigiani per il prossimo trimestre segnano un marcato peggioramento, soprattutto per quanto riguarda produzione e domanda interna: su entrambe le variabili il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione è pari a -18. Si rileva meno pessimismo su occupazione (-4) e domanda estera (-3), quest’ultima però poco rilevante per la gran parte delle imprese artigiane, che mostrano una percentuale del fatturato direttamente legata ai mercati internazionali di poco superiore al 5%.

Bergamo, la produzione industriale cala del 2,5%; scendono anche ordinativi e fatturato

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La produzione industriale entra con il secondo trimestre dell’anno in territorio negativo. Hanno preceduto questo momento nove trimestri di variazioni con segno positivo, in sostanza dopo l’arresto per la pandemia, ma il rallentamento della produzione lo si osservava già da un anno. L’artigianato resiste, ma il calo degli ordini è più acuto che per l’industria e questo ci può dare indicazioni sull’evoluzione futura. Purtroppo la fase congiunturale negativa della Germania, nostro principale partner commerciale, dell’inflazione, del rialzo dei tassi di interesse e della fine degli incentivi agli investimenti 4.0 produce i suoi effetti”.

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