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La tendenza

Sanità bergamasca: sempre più day hospital e ricoveri negli ospedali privati

In dieci anni si registra uno spostamento deciso verso le strutture private, con percentuali di crescita rispettivamente del 16 e del 4%

Nella Bergamasca, in tema di sanità, si registra uno spostamento verso le strutture private. Più marcato nel caso dei day hospital con una crescita superiore al 16 per cento, molto meno accentuato nel caso di ricovero dove si registra sempre una crescita, ma inferiore al 4 per cento.

Raccogliendo gli ultimi dati recentemente pubblicati da tutte le strutture ospedaliere del territorio Giorgio Locatelli, segretario generale della Fp-Cgil Bergamo, e il funzionario Andrea Bettinelli, hanno presentato un quadro ampio e di lungo periodo sull’andamento quantitativo delle degenze nelle corsie degli ospedali pubblici e delle cliniche private della provincia di Bergamo. Le cifre presentate si riferiscono al periodo 2013-2021 (le ultime disponibili), e permettono, anche se solo in maniera parziale, di osservare l’impatto che la crisi sanitaria provocata dalla pandemia ha avuto sui ricoveri nella bergamasca.

Con i day hospital passati dai 6.401 del 2013 ai 13.683 del 2021 nelle strutture private si registra una crescita di poco inferiore al 20 per cento, per la precisione 16,87 per cento. Cala l’Asst Papa Giovanni XXII e l’Asst Bergamo Ovest, che raggruppa gli ospedali di Romano e Treviglio, rispettivamente del 10,74 e dello 0,78 per cento. L’Asst Bergamo Est registra una perdita del 6,92 per cento legata alla chiusura di Calcinate e ad alcuni reparti dell’ospedale di Alzano Lombardo.

“La tendenza all’aumento dei day hospital rispecchia un quadro internazionale -sottolinea Locatelli-. Le tecniche di intervento sempre più affinate ed i macchinari tecnologicamente avanzati portano ad una riduzione dei tempi e delle operazioni. Un esempio è l’appendicectomia: prima prevedeva una degenza di otto giorni in ospedale mentre ora si fa in day hospital. Il ricorso al privato, rispetto al pubblico, è legato anche al proliferare di strumenti di welfare e di incentivazione alla prevenzione o cura rapida di problemi semplici”.

Rispetto ai ricoveri superiori ad un giorno, nel decennio preso in considerazione, la tendenza è quella di uno spostamento dal pubblico al privato del 3,42%.

“Con il Covid -continua Locatelli- c’è stata una flessione generale e comune a tutte le strutture sanitarie e ci sono differenze di prestazione, nel confronto sia tra le Asst bergamasche, sia all’interno delle Asst stesse e dei presidi che la compongono”.

Nel periodo preso in esame chiudono in positivo il Papa Giovanni a Bergamo con 4,54%, il Bolognini a Seriate con 2,15 per cento. In negativo gli ospedali di Alzano, Piario, Gazzaniga, Treviglio e Romano. L’Asst Bergamo est è quella con il maggior numero di presidi sul territorio e mentre “Seriate cresce più di due punti percentuale – spiega Locatelli -, Alzano, per motivi legati al Covid, cala del 2 per cento. Il dato complessivo della Asst è negativo, ma deve essere letto secondo queste dinamiche”.

L’Asst Bergamo ovest contrae i propri ricoveri dell’1,35 per cento trasversalmente, sia su Treviglio che su Romano di Lombardia.  L’Humanitas Gavazzeni ed il Policlinico San Marco di Osio Sotto crescono, complessivamente, del 3,42%. “Queste strutture private – spiegano Locatelli e Bettinelli – sono i maggiori competitor sul territorio. Ma solo il pubblico ha un’offerta sanitaria trasversale”.

I rappresentanti sindacali concludono ricordando le difficoltà della medicina territoriale: la mancanza di medici di base, e di continuità assistenziale, le cosiddette guardie mediche.

“Le persone, non avendo più un riferimento diretto, si rivolgono al pronto soccorso. E nei prossimi anni, monitorando i dati, vedremo gli effetti. La medicina d’eccellenza, vanto della Regione Lombardia, non deve sacrificare la medicina territoriale e quella di base”.

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