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Al cinema

2023: Odissea a Barbie-Land

Un mondo che esiste solo grazie all’immaginazione delle bambine e dove ogni oggetto è di colore rosa. Ma di che cosa parla realmente il film?

Barbie, attesissimo film uscito nel luglio 2023 e diretto da Greta Gerwig, nota per la produzione di Lady Bird e Piccole donne. Il cast è composto da: Margot Robbie, nel ruolo di Barbie stereotipo; Ryan Gosling, Ken stereotipo; America Ferrera, Gloria, impiegata presso l’azienda Mattel; Ariana Greenblatt, Sasha, figlia di Gloria; Michael Cera, Allan, migliore amico di Ken; Rhea Perlman, Ruth Handler; Will Ferrell, direttore Mattel, Connor Swindells, Aaron Dinkins, impiegato Mattel e una serie di Ken #1, Ken #2, Ken #3, Ken #4, Ken Tritone, Barbie incinta, Barbie avvocato, Barbie giudice, Barbie presidente, Barbie stramba, Barbie dottoressa, Barbie scrittrice, Barbie fisica, Barbie diplomatica, Barbie giornalista e Barbie sirena.

Costruiamo la trama di Barbie con una canzone della colonna sonora del film ‘Pink’ di Lizzo: Barbie, Ken, e tutti i loro amici vivono a Barbie-Land, un mondo che esiste solo grazie all’immaginazione delle bambine e dove ogni oggetto è di colore rosa.

“When i wake up in my own pink world / I get up outta bed and wave to my homegirls / Hey Barbie, she’s so cool / All dolled up, just playn’ chess by the pool”

Ogni giornata di Barbie è perfetta: Barbie si veglia la mattina, è sempre felice, fa la sua bella doccia calda, colazione abbondante, durante il giorno fa il giro di Barbie-Land nella sua iconica macchinina rosa, incontra le sue amiche Barbie e insieme vanno alla spiaggia dove ad attenderle ci sono i Ken.

“In pink, goes with everything / Beautiful from head to toe / I’m read’ to go, you know, you know / it’s pink, good enough to drink / we like other colours / But pink just looks so good on us”

La sera organizza bellissime feste a casa sua, dove tutti sono invitati, per poi concludere la nottata con il pigiama party tra ragazze. Ma durante una delle sue feste qualcosa inizia ad andare storto e per sistemare questa rottura d’equilibrio in Barbie-Land, dovrà recarsi nel Mondo reale.

“Hey Barbie, I like your style / If that was really a mirror, you’d see a perfect smile”

 

2023: Odissea a Barbie-Land

“Since the beginning of the time, since the first little girl ever existed, there have been dolls. But the dolls were always and forever baby dolls until … “

L’incipit riprende la scena iniziale di 2001: Odissea nello spazio, in cui le bambine sono equiparate a scimpanzè e la Barbie è il monolite, dunque paragoni intuibili: le bambine che giocano ad essere madri con le bambole equivalgono alle scimmie, quindi ad essere primati che per quanto siano dotati di pensiero e intelligenza devono ancora sviluppare questa caratteristica, e poi il monolite, la Barbie, simbolo di progresso, giocattolo con cui le bambine hanno potuto immaginare altri scenari, oltre all’essere madre. Nel momento in cui Barbie strizza loro l’occhiolino, le bambine spaccano le bambole, come a voler dire ‘Scusate se sono ovulo dotata, ma nella vita voglio fare altro, non solo la madre’. Barbie trionfa come un titano e dall’alto gode del suo operato.
Un concetto molto all’avanguardia, ma che nel corso del tempo è stato totalmente ribaltato, suscitando non pochi problemi.

La genesi

Il famoso giocattolo Barbie, nasce da un’idea di Ruth Handler. Notando che la figlia Barbara e le sue amiche preferivano giocare con le immagini delle attrici e delle modelle ritagliate dalle riviste anziché con i bambolotti ebbe il suo Eureka: perché non costruire un giocattolo con la quale le bambine possano identificarsi, non solo come madre, ma anche in altri ruoli all’interno della società? Ed ecco che il 9 marzo 1959 viene, metaforicamente, partorita la tanto conosciuta Barbie, diminutivo di Barbara, chiamata così in onore della figlia che tanto l’ha ispirata; si tratta di una donna in miniatura, alta 30 cm, fisico a clessidra, capelli biondi raccolti in una coda alta, frangetta ricciolina e un costume a righe bianco e nero, lo stesso che vediamo indossato da Margot Robbie nella scena iniziale. Da quella Barbie ne seguono altre, tra cui Ken, versione maschile di Barbie, e da ricordare Midge e Allan, i migliori amici di Barbie e Ken.

Midge però, non è ricordata come la migliore amica di Barbie, ma come Barbie incinta, di cui nel 2002 la Mattel decide di porre fine alla sua vendita. Seguendo le vicende di Barbie, Midge e Allan sono sposati con tre bambini, di cui un neonato, Nikki. Il neonato però doveva ancora nascere, quindi era contenuto nel pancione di Midge dentro un utero magnetico che poteva essere rimosso. Un’idea anomala, ma con l’aggiunta di un particolare che sconvolse molte madri dell’epoca: Midge, nonostante la storyline, non aveva un anello al dito, simbolo che la coppia aveva procreato al di fuori del matrimonio e spesso la bambola era venduta separata da Allan, senza scrivere sul packaging che fossero marito e moglie. Stando a questi elementi, Midge appariva come una madre single e con tre figli, che incoraggiava rapporti sessuali non protetti durante il periodo dell’adolescenza.

Alla fine Midge e Allan hanno avuto giustizia proprio nel film, anche se Midge ha solo un ruolo di comparsa rispetto ad Allan che gode di più visibilità.
Nonostante questa Barbie epic fail, se così si può chiamare, il suo messaggio è sempre lo stesso di allora: è un giocattolo pensato per sostituire la bambola, in modo che le bambine non giochino solo a fare le madri, ma tramite la figura in miniatura di una donna possano emulare altre scene di vita quotidiana.

Ed ecco che Barbie diventa ‘You can be Anything’ creando Barbie Astronauta, Barbie Presidentessa, Barbie Giudice, Barbie Premio Nobel per la fisica, Barbie Giornalista, Barbie Scrittrice e tante altre Barbie come segno di inclusione, per fare in modo che le bambine fin da piccole pensino che veramente possono avere altre strade e non solo quella di mogli e madri… o almeno, possono volere anche solo quello, ma sono loro a deciderlo, come sono loro a dover decidere se essere solo donne in carriera, oppure essere mogli, madri e donne in carriera allo stesso tempo.

“Una Barbie per domarli, una Barbie per zittirli, una Barbie per prenderli e nel buio incatenarli”

Un piede alla volta

Durante uno dei suoi soliti mega Party, Barbie ha pensieri strani, che stonano con il mondo di Barbie-Land: pensieri di suicidio e di morte.
Come se quei pensieri non bastassero, il suo corpo comincia a diventare quello di un essere umano: cellulite sulle cosce, alito cattivo appena sveglia e … piedi piatti, che per quanto possa sembrare assurdo, portano a una svolta nella trama del film.

Nelle prime scene si vede Barbie togliersi le scarpe e notare come lei stia in punta di piedi. Non per volere di regia o dell’attrice, ma originariamente le Barbie giocattolo non avevano il plantare piatto, ma erano create in modo da rimanere in punta di piedi. Questa posa non è stata inventata apposta per Barbie, ma è nata con Bild Lilli, una bambola che la Hausser, azienda di giocattoli, ha venduto nel 1955. La bambola Lilli è ispirata a una donna dei fumetti creati da Reinhard Beuthien, a sua volta ispirati all’attrice Marlene Dietrich, che metteva in rilievo gli standard della bellezza femminile degli anni Cinquanta. E fu proprio su quest’onda, poi, che Ruth Handler si ispirò per la sua Barbie. Non sono mancati apprezzamenti sui piedi di Margot, che durante un’intervista ha dunque dichiarato:

“I have to say, I am really flattered that people are axcited about my feet, I think that’s lovely. I am genuinely, I don’t feel weird about it, I am actually like ‘That’s nice’ “

Bisogna tenere presente che Barbie-Land e il mondo reale sono diversi tra loro, non perché il primo è creato dall’immaginazione delle bambine e il secondo è reale, ma perché il mondo di Barbie è governato da femmine, mentre nel mondo reale prevale quello che definiamo Patriarcato. È interessante notare come si rapportano i protagonisti rispetto a questi due mondi: una volta che Barbie e Ken sono nel Mondo reale, Ken si sente parte integrante di un gruppo, perché è il maschio che prevale portandolo a chiedersi ‘Perché nel mio mondo è diverso?’ ‘Perché a Barbie Land io non conto nulla, mentre nel Mondo reale solo l’opinione maschile è la più importante?’ ‘Cosa ho io in meno di Barbie?’

Barbie stereotipo, rispetto a Ken stereotipo, è molto intelligente, è in grado di prendere in mano la situazione che le si presenta e riesce a far fronte a qualsiasi difficoltà. Se non trova subito una soluzione riesce ad inventarsi qualcosa e con la sua umiltà è pronta a chiedere aiuto quando ne ha bisogno. Insomma, una donna che a prescindere non darebbe a uno come Ken nemmeno una possibilità.

Ken cerca di far capire la sua frustrazione per non essere apprezzato dalla sua amata Barbie stereotipo, non capisce cosa fare per poterla conquistare realmente, vorrebbe che Barbie lo notasse e si innamorasse per quello che lui è realmente. Ma la verità è per lui molto amara: il nostro Ken stereotipo è molto limitato per poi rendersi conto che la sua bassezza mentale è un problema non solo a Barbie-Land, ma anche nel Pianeta Terra.

“‘Cause I’m just Ken / Anywhere else I’d be a ten/ Is it my destinity to live and die a life of blonde fragility?/ I’m just Ken / Where I see love, she sees a friend / What will it take for her to see the man behind the tan and fight for me? / I wanna know what it’s like to love / To be the real thing / is it a crime? Am I not hot when I’m in my feelings? […]”

D’altronde bisogna ricordare lo slogan del film ‘Lei è tutto. Lui … è solo Ken’

Femminismo e Nazi-femminismo: due critiche a confronto

Domanda che molte persone si sono poste: di cosa parla questo film? Greta tocca molti argomenti e di grande peso è il ruolo della donna all’interno della società occidentale, come madre e donna in carriera, con cui tramite il monologo di America Ferrera, mette in risalto le numerosa difficoltà che ognuna di loro, almeno una volta nella sua vita, si trova a dover far fronte.

“Devi essere il capo, ma non essere cattivo. Devi guidare, ma non puoi schiacciare le idee degli altri. Essere una madre dovrebbe essere divertente, ma non parlare solo dei tuoi figli. Dovresti essere una donna in carriera, ma dovresti prenderti anche cura degli altri. È folle dover rispondere al cattivo comportamento di un uomo, ma se lo fai notare, verrai accusato di lamentarti. Dovresti essere bella per gli uomini, ma non troppo carina per sedurre gli uomini o intimidire altre donne solo perché dovresti far parte di una sorellanza […] nessuno mi darà una medaglia e non posso nemmeno dire grazie! E infatti si scopre che non solo stai sbagliando tutto, ma è tutta colpa tua”

Poniamo l’attenzione su come è stata trattata la figura maschile. Riferimento maschile per Barbie-Land è Ken, mentre per il Mondo reale è il direttore della Mattel. Poco importa il loro lavoro, provenienza e orientamento sessuale, ma effettivamente tutto il genere maschile è rappresentato come bigotto. Una scelta registica su cui riflettere, poiché la critica si è divisa in due fazioni: alcuni dicono che è stata una scelta ridicola, perché ha offeso il genere maschile; ponendoci sotto questo punto di vista, se questo film parla di femminismo, allora Greta non ne ha compreso il significato, intendendo femminismo come supremazia della donna sull’uomo e non come parità tra i due sessi.

La seconda fazione è questa: si tratta di un’iperbole voluta dalla regista, probabilmente per prendere in giro quelle donne che si considerano femministe, ma in realtà denigrano il genere maschile, quelle che noi ironicamente chiamiamo Nazi-femministe. Ed ecco che troviamo un Ken e Allan piuttosto stupidi, la direzione della Mattel tutta al maschile che di certo non spicca per brillantezza e intelligenza e se Ken nella vita ha solo l’obiettivo di piacere a Barbie, il direttore di Mattel solo quello di fare soldi.

Non solo piedi…

Una delle anomalie di Barbie, non è solo il suo stare in punta di piedi… Nel film Barbie e Ken, specificano che non hanno genitali. D’altronde in quanto pezzi di plastica viventi, non hanno apparato riproduttore e nemmeno organi interni. Queste due bambole, come ogni Barbie e Ken presenti a Barbie-Land, funzionano solo perché qualcuno nel mondo reale ci sta giocando. I piedi piatti di Barbie, non solo hanno dato una svolta alla sua vita, ma anche al suo corpo … eh sì, stiamo parlando anche dei suoi organi riproduttori. Nel momento in cui Barbie decide di rimanere nel Mondo reale, il suo corpo automaticamente diventa quello di un essere umano e con ciò avrà l’apparato genitale femminile. La scena finale è Barbie che tutta emozionata e impanicata deve fare la visita dalla ginecologa. Per quanto possa sembrare una frase divertente, è molto di più: Barbie esprime consapevolezza del proprio corpo, abbraccia il cambiamento senza alcuna vergogna. Questa frase rappresenta le prime visite mediche nella vita di una ragazza. Su USA Today, Greta ha spiegato:

“Ricordo bene quando ero una ragazzina e crescendo mi sentivo in imbarazzo col mio corpo. Provavo una vergogna tale da non riuscire neanche a descriverla. Tanto che volevo nascondere tutto. Quindi vedere Margot dire ciò che dice con quel suo grande sorriso e con gioia e felicità è come dire ‘ok, se posso dare alle ragazze quella sensazione del ‘lo fa anche Barbie’, allora ci sono insieme divertimento e commozione’. E nel film sono tantissimi i momenti di questo tipo. Barbie riguarda allo stesso tempo la leggerezza e il cuore”.

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