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Confcooperative Bergamo

Sostegno all'occupazione

Coop B e inserimento lavorativo di persone con svantaggio: i benefici economici per la collettività

I risultati dello studio “Il valore creato dall’inserimento lavorativo per i budget pubblici” commissionato da Confcooperative Bergamo e Csa Coesi a Socialis, Centro studi in imprese cooperative, sociali ed enti non profit

Hanno generato un beneficio per la pubblica amministrazione pari a oltre 511mila euro, dando lavoro a quasi 300 persone svantaggiate. È quanto emerge dallo studio “Il valore creato dall’inserimento lavorativo per i budget pubblici” commissionato da Confcooperative Bergamo e CSA Coesi a Socialis, Centro studi in imprese cooperative, sociali ed enti non profit, con il supporto della Camera di Commercio di Bergamo.

Obiettivo dell’iniziativa, che ha visto coinvolte sei realtà del territorio, è verificare l’impatto economico che le cooperative sociali di tipo B, cioè quelle impegnate nel reinserimento lavorativo di persone con svantaggio, hanno nei confronti della collettività in cui sono inserite, nello specifico rispetto ai bilanci della pubblica amministrazione.

Al fine di arricchire il lavoro, è stata aggiunta una seconda ricerca, in questo caso riguardante lo stato di benessere dei lavoratori svantaggiati. L’88% degli intervistati ha dichiarato di voler continuare a operare nella coop in cui ha avuto l’esperienza.

Reinserimento e policy di sostegno all’occupazione

Come si legge nel primo documento, che porta la firma di Alberto Corsini, ricercatore di Socialis: “Reinserire una persona al lavoro, soprattutto se è una persona che generalmente resta ai margini del mercato occupazionale, significa ridarle dignità, speranza, migliorare dunque la qualità della sua vita. D’altro canto, però, l’inserimento lavorativo in cooperativa sociale va visto come una vera e propria policy di sostegno all’occupazione”.

“Le politiche attive del lavoro, in Italia, non possono non considerare l’inserimento lavorativo in cooperativa sociale come una delle modalità più efficaci ed efficienti. Il presente studio aiuta proprio a comprendere se, per le cooperative considerate, l’inserimento lavorativo ha creato valore per i budget pubblici, andando oltre il valore sociale creato per le persone inserite. Se le cooperative creano valore, questo significa che la policy ha funzionato, che l’intervento tramite cooperativa sociale di tipo b è un intervento che “si spesa” e si autosostiene, e che quindi lo stesso va promosso”.

Valoris, il metodo di misurazione

Al fine di valutare l’impatto della cooperazione sociale di tipo B sui budget pubblici è stato utilizzato Valoris, un modello di valutazione economica basato sull’analisi costi-benefici messo a punto dalla ricercatrice Elisa Chiaf.

Nello specifico è stata analizzata l’annualità del 2021 di sei cooperative sociali aderenti al progetto promosso da CSA COESI Bergamo: Adelante Dolmen, La Solidarietá, Bergamo Lavoro, Cometa, Area 21 e Il Segno.

Attraverso il coinvolgimento di 12 imprenditori sociali e di esponenti della pubblica amministrazione, sono stati individuati i benefici e i costi che le cooperative sociali di tipo B creano per i budget pubblici.

Nella categoria benefici rientrano le imposte sui redditi versate da parte dei lavoratori con svantaggio, l’Iva prodotta e le spese pubbliche evitate grazie al miglioramento delle condizioni dei soggetti inseriti (servizi sociali e sanitari, reddito minimo da garantire, pensione di invalidità).

Sul fronte dei costi, sono contemplati le esenzioni fiscali per le cooperative sociali e i contributi pubblici erogati alle cooperative sociali per il reinserimento delle persone al lavoro.

Identificata la modalità per calcolare il costo per la pubblica amministrazione e per la società di un soggetto svantaggiato disoccupato, basato sul reddito minimo che lo Stato dovrebbe garantirgli per vivere, è stata definita la formula matematica e calcolato il valore complessivo generato.

Il valore complessivo generato

Le sei cooperative considerate hanno inserito nel mondo del lavoro 297 persone con svantaggio, generando un valore per la pubblica amministrazione pari al 511.354,47 euro. Il dato è il risultato della differenza tra i benefici creati per la Pa (1.831,552,59 euro) e i costi (1.320.198,13 euro).

Ogni persona occupata, pertanto, ha creato un beneficio medio di 1.721,73 euro.

La classe di svantaggio che ha creato maggior risparmio è quella delle persone in misure alternative al carcere, con un risparmio di 5.337,13 euro per soggetto inserito. A seguire, persone con dipendenze (4.528.40 euro) e invalidi (2.530,41 euro).

Sul totale dei benefici, l’86% è a favore dello Stato, l’11% è a favore della Regione Lombardia e il restante 3% è a favore dei Comuni. Per quanto riguarda i costi, invece, il 65% pesa sul livello nazionale, il 23% sul livello regionale, il 10% sul livello provinciale e il restante 2% sul livello comunale.

A questo link è possibile visionare un video di sintesi degli esiti della ricerca.

Lo stato di benessere di lavoratori e lavoratrici

L’analisi per la valutazione dello stato di benessere di lavoratori e lavoratrici svantaggiati, tenuta da Giulia Biazzi e Francesca Milzani di Socialis, invece, è stata condotta tramite un questionario strutturato, anonimo e online, costruito con il supporto di psicologi del lavoro, al fine di indagare una serie di fattori: dalla situazione lavorativa e reddituale del soggetto, al rapporto con le cooperative sociali e con le persone.

Hanno partecipato al questionario 119 dipendenti, 104 sono state le risposte complete e analizzabili.

Gli esiti

Rispetto alla situazione lavorativa e reddituale del lavoratore, nel complesso la maggior parte degli intervistati ha avuto esperienze professionali precedenti all’ingresso nella cooperativa (89%) e ha nella propria occupazione la principale fonte di reddito (89%).

La metà si dichiara abbastanza o molto soddisfatta della propria situazione economica (52%), l’altra metà insoddisfatta o poco soddisfatta (45%). Chi dichiara di non essere particolarmente soddisfatto afferma che ciò dipende dal non riuscire a risparmiare.

Rispetto al livello complessivo di appagamento intellettuale ed emotivo, emergono i punteggi particolarmente positivi – per oltre il 70% nella fascia medio/alta – riguardanti il sentirsi utili; interessati a persone e/o cose nuove, in grado di pensare in maniera lucida, bene con sé stessi ed amati. Punteggi positivi, con oltre il 60% nella fascia medio/alta, riguardano il sentirsi in grado di affrontare bene i problemi e allegri.

Autonomia e soddisfazione

Per quanto riguarda il grado di autonomia e di responsabilità assunti dai lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni, tutti gli intervistati affermano di eseguire i propri compiti con responsabilità e impegno volto al miglioramento, senza trascurare aspetti fondamentali, e con successo.

Per quanto concerne le principali difficoltà riscontrate in ambito lavorativo, gli aspetti maggiormente segnalati, seppur in percentuale limitata (da circa il 12% del campione) sono difficoltà legate a regole e procedure organizzative complicate.

La quasi totalità dei lavoratori afferma di non avere significative difficoltà legate al rapporto con i superiori (95%), con altri dipendenti (91%) o dovute a un inadeguato aiuto/sostegno dagli altri o ad attrezzature o supporti inadeguati (90%).

Gli intervistati riportano di apprezzare particolarmente, con una soddisfazione medio alta, l’autonomia legata al lavoro (94%), il rapporto con i superiori e i colleghi (88% e 87%), la possibilità di conciliare lavoro e vita privata (89%) e il lavoro in generale (85%).

In conclusione, il 91% degli intervistati vorrebbe continuare a lavorare e, più precisamente, l’88% vorrebbe proseguire continuare presso la stessa cooperativa in cui è attualmente inserito.

Tali risultati dimostrano ancora una volta la situazione di generale benessere vissuta della maggior parte dei soggetti inseriti nelle cooperative sociali aderenti alla ricerca e, dunque, l’importante valore sociale che la cooperazione di inserimento lavorativo produce verso i soggetti svantaggiati; valore economico, quando si guarda ai budget pubblici e al risparmio ad essi garantito dall’occupazione dei soggetti inseriti e valore sociale quando si guarda al benessere psico-fisico e al miglioramento delle relazioni sociali degli inseriti grazie al lavoro, al riconoscimento lavorativo ed economico e all’ambiente umano e professionale in cui gli stessi operano quotidianamente. Si può, dunque asserire che la cooperazione sociale di inserimento lavorativo corrisponde a un modello organizzativo della produzione che è centrato sulla persona e che coniuga in modo efficiente obiettivi economici e sociali, riuscendo a operare con buoni risultati anche durante i periodi di crisi e promuovendo un modello sostenibile tra le politiche attive del lavoro.

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