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Il commento

Boga e l’Atalanta, un rapporto mai decollato. Ma quella fuga a Leverkusen…

Il gol in Europa League è stato il punto più alto dell'ivoriano in nerazzurro. Per il resto, in un anno e mezzo tante aspettattive disattese

Una fuga che resterà impressa nella mente di tutti gli atalantini, presenti allo stadio e davanti alla televisione. Partito dalla sua metà campo, arrivato fin davanti al portiere, battuto con freddezza e precisione. A partita finita, in pieno recupero, per mettere il sigillo sulla qualificazione. Il gol segnato alla BayArena contro il Bayer Leverkusen il 17 marzo 2022, che ha suggellato il passaggio ai quarti di finale di Europa League, rimarrà certamente il punto più alto toccato da Jéremie Boga nella sua esperienza all’Atalanta, nonché uno dei quattro centri realizzati in un anno e mezzo, in 47 presenze complessive. Bottino povero, per un giocatore indubbiamente di talentto, ma che a Bergamo non è riuscito a trovare la sua dimensione.

Inutile nascondersi: la scintilla tra il classe 1997 e la Dea non è mai scattata davvero. Troppi gli alti e bassi evidenziati sin dal suo arrivo nel gennaio 2022 per una cifra superiore ai venti milioni di euro. Investimento da top player, che però non si è rivelato tale.

La mancanza di continuità è parte delle sue caratteristiche e Gasperini lo ha sempre, puntualmente evidenziato: Boga è uno da attimo, da giocata, da momento. Quello gli si è chiesto, ma non sempre è riuscito a rispondere presente. Tanto che già a gennaio la possibilità di partire si era fatta concreta. Poi la trasferta di Bologna del 9 gennaio ha cambiato tutto: il suo ingresso nella ripresa ha capovolto la gara. Si è visto un Boga pimpante, vivace, con idee. Un momento positivo confermato anche nelle due gare successive contro Salernitana e Juventus.

Un gol, cinque assist nel giro di un trio di partite consecutive. Poi però – Leverkusen escluso – ci sono le altre 43, in cui il bottino diventa di due reti e un passaggio decisivo. Tante occasioni sciupate, poca concretezza, la sensazione che l’inserimento nei meccanismi del gioco di Gasperini non sia mai stato totale, testimoniato dai circa 80 minuti spesi in campo complessivamente nelle prime 15 giornate.

Jeremie Boga

Una volta palesatosi il primo, vero interessamento estivo, quello del Nizza, l’accordo è stato trovato nel giro di un paio di giorni. Anche questo è un segnale, e non è certo solo dovuto alla contestuale crescita di Cambiaghi ad Empoli — ora tornato per restare e rappresentare quello “sparigliatore” che per l’Atalanta dello scorso anno e di quello prima doveva essere Boga.

Si era preso la 10 del Papu, ne doveva raccogliere l’eredità almeno in termini di idee e intuizioni prima che di carisma e amore della piazza (entrambi irraggiungibili, non solo dall’ex Chelsea e Sassuolo). Appena arrivato ha dato soluzioni di gioco diverse, ma a fasi estremamente alterne, senza risolvere davvero il problema della monotonia offesiva, acuita dalla mancanza di una punta a causa dei problemi di Zapata. Tanto che nella stagione passato lo stesso Gasp gli ha concesso un minutaggio relativamente scarno: nella stagione scorsa è stato 17° per minuti spesi in campo tra i giocatori di movimento.

Quei margini di miglioramento che vedeva in lui il tecnico non sono mai stati esplorati: “Fosse costato quanto lo ha pagato il Sassuolo (circa una decina di milioni di euro, ndr), saremmo tutti contenti” affermava lo scorso luglio alla Gazzetta dello Sport. “Ha dribbling, scatto, tecnica. Ma è stato pagato come un campione carismatico e decisivo. È giovane e imparerà, al momento è un giocatore individuale e basta”. Profetico anche questa volta. La storia tra Boga e l’Atalanta è finita, forse con qualche rimpianto.

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