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L'indagine de il sole 24 ore

Universitari fuori sede, una ricchezza: a Bergamo sono il 6,8% della popolazione

Nell'ateneo bergamasco i fuori sede sono 8.165, una cifra che corrisponde al 42,7% del totale degli iscritti in UniBg. Ciascuno di questi spende, in media, circa 10 mila euro l'anno per mantenersi soprattutto fra alloggio e tasse

Bergamo. Non hanno la residenza in città ma contribuiscono lo stesso alla sua economia. Anche a Bergamo gli studenti universitari fuori sede stimolano la crescita della città che li ospita. A dimostrarlo è un’indagine pubblicata da Il Sole 24 Ore lunedì 24 luglio e che studia l’impatto dei fuori sede sugli atenei nei quali sono iscritti. Secondo i dati del ministero dell’Università e della Ricerca in Italia, nell’anno accademico 2021-2022, sono 800 mila gli iscritti nell’università di una provincia diversa da quella di residenza a fronte di un complessivo di 1,6 milioni di studenti. A Bergamo i fuori sede sono 8.165, una cifra che corrisponde al 42,7% del totale degli iscritti in UniBg. Un numero mediamente alto anche se inferiore a quelli di Ferrara, Pisa ed Enna, dove i fuori sede rappresentano rispettivamente l’81,1%, il 77,5% e il 77,1%.

Ma il dato più interessante analizzato dal Sole riguarda l’impatto economico degli studenti fuori sede sulle università e di conseguenza sulle città che li ospitano. Ciascuno di questi 800 mila spende, in media, circa 10 mila euro l’anno per mantenersi soprattutto fra alloggio e tasse. Un contributo che in tutta Italia si traduce in 8 miliardi di euro calcolando le 40 città censite dall’indagine, ma che varia da città a città a seconda del peso degli studenti non residenti sulla popolazione. Se, ad esempio, a Pisa i fuori sede prendessero la residenza gli abitanti della città aumenterebbero del 36,4%, mentre la crescita a Bergamo sarebbe pari al 6,8%.

Sono molte le variabili che contano nella scelta dell’ateneo dove studiare. La disponibilità finanziaria delle famiglie è di solito alla base, così come quella dei posti letto a disposizione nella città di destinazione. L’UniBg è uno degli atenei con la no-tax area più alta in Lombardia vista l’esenzione totale dalle imposte universitarie per chi ha reddito fino a 26 mila euro. L’ateneo bergamasco sconta però, come molti nel Paese, la carenza di alloggi e il caro affitti. Su questo tema è forte la preoccupazione dei rappresentanti degli studenti di Uni+, che in un post sulla loro pagina commentano il mancato arrivo dei 500 milioni di euro di fondi previsti dal Pnrr: “Negli ultimi giorni la cabina di regia è giunta ad un accordo con l’Unione Europea per sbloccare la terza rata del Pnrr. Non è però una sorpresa che il Governo non sia riuscito a raggiungere l’obiettivo di 7500 posti letto, costringendo dunque l’UE a trattenere 500 milioni di euro che avrebbero dovuto finanziare la costruzione di nuovi alloggi per gli studenti fuori sede. Il trend è chiaro: l’istruzione è (e rimarrà) il fanalino di coda della spesa pubblica, minando le basi per garantire eque possibilità di studio. Il nostro impegno come Uni+ – concludono – è di continuare a lavorare con l’Università di Bergamo e Regione Lombardia per assicurare i posti letto a chi ne ha diritto e rendere l’università un luogo sempre più accessibile”.

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