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Politica

Eredi Coffari, possibile ricorso in Cassazione. La Lega si astiene: “Non eravamo in maggioranza”

Il vice sindaco Sergio Gandi, assessore al Bilancio: "Nessuno vuole riconoscere la responsabilità politica del debito ma la questione è prettamente amministrativa"

Bergamo. Il Comune annuncia la possibilità di fare ricorso rispetto alla questione degli eredi Coffari, qualora ce ne fosse bisogno. Lo ha spiegato Sergio Gandi, vice sindaco e assessore al Bilancio, che, dopo una lunga disanima storica della vicenda che ha riportato l’amministrazione Gori indietro di vent’anni, ai tempi della Giunta Veneziani, ha reso note la volontà di procedere sul debito fuori bilancio di 1,6 milioni di euro, importo imputato al Comune a febbraio scorso.

Una decisione sulla quale si è smarcata completamente la Lega che ha scelto la via dell’astensione. E il dibattito, oltre che la decisione, si è dunque fatto tutto di marca politica, con il Carroccio sugli scudi a spiegare che ai tempi della decisione il partito, nella sua rappresentanza cittadina, non faceva parte della maggioranza.
Così, dopo 17 anni si valuta un nuovo ricorso in Cassazione. Il vice sindaco Sergio Gandi: “Nel 2015 abbiamo voluto riconoscere un importo aggiuntivo alle famiglie perché il valore dei terreno era stato rivalutato pur rimanendo agricolo e inedificabile. La prima Corte d’Appello ci ha dato ragione ma la cassazione, con la prima sentenza, accusa la corte di non aver approfondito. Con la seconda sentenza viene svolta un’indagine e ancora la corte dà ragione al Comune. La famiglia Coffari fa ricorso alla Cassazione, la quale disattende la sentenza precedente. Una giravolta della corte che porta la questione fino a questi banchi: la sentenza è una anche se i casi sono due, ci si aspettava fossero contestuali, non è così”.
Una vicenda complessa su cui si stanno facendo tuttora approfondimenti. Le minoranze si astengono perché aspettano svolte positive, in realtà la vicenda nasce con Veneziani che evidentemente non aveva trovato un vero e proprio accordo con i proprietari.
Il consigliere Simone Paganoni, della lista Patto per Bergamo, non esita a fare notare il nonsense politico del non votare una delibera che affonda le radici nelle scelte di una giunta di destra. Rovetta mette i puntini sulle i: la giunta era di destra ma la lega era all’opposizione della giunta Veneziani (all’epoca sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, DC, Udc).
Una replica che la consigliera di maggioranza Francesca Riccardi definisce “puerile” e il pari collega di minoranza non la prende bene.
Nessuno vuole riconoscere la responsabilità politica del debito ma la questione è prettamente amministrativa, come ribadisce l’assessore Gandi.
“I Consiglieri della Lega hanno deciso di astenersi su un debito fuori bilancio di oltre 1.600.000 originato da una vicenda complessa di esproprio iniziata durante la Giunta Veneziani, centrodestra, con la giustificazione che allora la Lega non faceva parte della maggioranza – così Francesca Riccardi, Partito Democratico –. Anche il Partito Democratico allora  non era in maggioranza, neppure esisteva, ma sei i consiglieri oggi del Pd o della maggioranza si astenessero causerebbero un dissesto al Bilancio del Comune con grave danno dei cittadini bergamaschi.
È inaccettabile pure la critica del consigliere Rovetta che accusa l’amministrazione Gori di non aver proposto una conciliazione, atteso che vista la somma richiesta, 5 milioni, i 5 gradi  di giudizio a esito alternato, nessun amministratore avrebbe potuto disporre così liberamente di denaro pubblico, in particolare di denaro dei bergamaschi. Tanto che neppure la giunta Tentorio che pure fu interessata della questione, decise di proporre una conciliazione”.
Secondo Oriana Ruzzini, APF, se dopo 17 anni i debiti approdano in aula la politica c’entra poco: “Apprendo che la Lega era all’opposizione di Veneziani esattamente come il centrosinistra, ma la questione oggi è di responsabilità amministrativa. Se una conciliazione non è stata possibile occorre sostenere la giunta in questa delibera, anche perché come ha detto l’assessore Gandi si valuta un nuovo ricorso in Cassazione e ci sono nuove pagine da scrivere, si spera in senso diverso”.
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