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La lettera

Patrick Zaki libero, Molte Fedi lo invita a Bergamo

Daniele Rocchetti, presidente delle Acli provinciali di Bergamo: "Il suo sequestro ci ha provocato sempre più in maniera diretta, prendendo una posizione"

La lettera aperta di Daniele Rocchetti, presidente delle Acli provinciali di Bergamo e di Molte Fedi, che ha invitato Patrick Zaki a Bergamo e attende di sapere la data in cui verrà.

Patrick Zaki libero. Finalmente.

“Per me la cosa importante è riuscire a costruire qualcosa di meglio sulla scorta di quello che ho passato. A nessun altro deve capitare di attraversare le traversie che ho vissuto. Vorrei che non ci fossero più problemi a livello di diritti umani, per chi difende la libertà di parola. Faccio di questo lo scopo della mia vita: lavorare perché tutti possano esprimersi”.

Si chiudeva così l’intervista che lo scorso anno Patrick Zaki ci aveva concesso a distanza per la 15° edizione di Molte Fedi, un’edizione che dedicammo proprio a Patrick per tenere vivo il ricordo di una vicenda che rischiava di essere dimenticata in fretta. Nelle sue parole un respiro di speranza, una convinzione radicata e tanto desiderio di giustizia.

Ma facciamo un passo indietro: quella di Zaki è stata a tratti una storia vergognosa. Dall’arresto nel febbraio 2020 per aver scritto un articolo critico nei confronti del governo egiziano in merito al trattamento dei cristiani copti (a cui Zaki appartiene) alle accuse di «diffusione di notizie false dirette a minare la pace sociale», «incitamento alla protesta sociale senza permesso», «istigazione a commettere atti di violenza e terrorismo», «gestione di un account social che indebolisce la sicurezza pubblica» e «appello al rovesciamento dello stato». E poi i mesi nel carcere di Mansura, poi quelli nel carcere di Tora, nota per ospitare i prigionieri politici.

L’8 dicembre del 2021 era stato scarcerato per decisione di un tribunale e poi il rinvio infinito delle udienze, la condanna a tre anni e la grazia concessa. Insomma un calvario estenuante, tra tensioni psicologiche, condizioni fisiche precarie e un’esistenza totalmente sconvolta da una presa di posizione più che legittima. Ricordo molto bene lo scorso anno l’attesa trepidante che caratterizzava i giorni prima delle udienze. Attesa troppo spesso finita in delusione per l’ennesimo rinvio.

La grazia concessa dal presidente Al-Sisi è stato qualcosa di inaspettato e di tremendamente desiderato. La storia che ci lega a Zaki è una storia lunga, un filo rosso che si annoda anche alla tragica vicenda di Giulio Regeni, il giovane ricercatore trovato morto al Cairo il 3 febbraio 2016.

A Molte Fedi abbiamo ospitato Claudia e Paolo Regeni, genitori di Giulio, in un incontro dove ci hanno raccontato la vita del ricercatore, dai suoi libri preferiti al suo lavoro in Egitto, ai suoi programmi per un futuro stroncato. Un incontro pieno di dolore che ci ha permesso di custodire l’indignazione per una vicenda su cui va fatta giustizia: la storia di Regeni è lontana dalla parola “fine” perché esistono ancora tante ombre su quell’omicidio.

Ci abbiamo tenuto sin dall’inizio a seguirla, anche quando sembrava che l’opinione pubblica la stesse insabbiando. Oggi Patrick è libero, oggi Patrick potrà tornare in Italia, da oggi per ognuno di noi ricomincia la lotta contro l’ingiustizia. E stavolta anche Patrick sarà al nostro fianco. Come lo è sempre stato ma adesso qui, con noi.

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