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La polemica

Calderoli presenta in Regione la legge sull’Autonomia, Casati e Scandella (Pd): “Nessuna garanzia per i Comuni”

Il Ministro replica alle accuse: "Non non credo che il Presidente della Repubblica Mattarella avrebbe mai autorizzato una norma incostituzionale"

Roma. La visita del ministro Roberto Calderoli in Regione Lombardia, a colloquio con Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, per presentare la ricetta di autonomia differenziata è terreno fertile per le polemiche in merito ad un argomento che continua a far discutere.  “Ringrazio il ministro Calderoli che ha espresso in maniera chiara e precisa cosa rappresenti realmente l’autonomia che oggi, invece, viene dipinta in maniera così diversa e contraddittoria – così Fontana in Aula consigliare nel corso dell’audizione sull’autonomia cui ha preso parte anche il ministro Roberto Calderoli.

Primi ad essere critici i due consiglieri regionali bergamaschi, Davide Casati e Jacopo Scandella del Partito Democratico: “La Lega e questo governo non sono in grado di attuare in modo solido la parte della Costituzione sull’autonomia differenziata e l’incontro con  Calderoli in Consiglio regionale ne è l’ennesima prova. Il ministro Calderoli ha scordato per intero il federalismo fiscale senza il quale non c’è un nesso di responsabilità tra le risorse chieste ai cittadini e la propria azione di governo. Questo significa che il progetto di Calderoli è un passo indietro che rischia di spaccare non solo il Paese ma anche la nostra stessa Regione, visto che la riforma fiscale che si sta votando in Parlamento è del tutto incoerente con l’autonomia dichiarata. Si prevede infatti l’eliminazione dell’Irap, tributo regionale, e si introduce una nuova tassa nazionale, l’addizionale Ires, che graverà comunque sul mondo produttivo.”

“Calderoli e la Lega hanno in mente, peraltro, un progetto che determina un nuovo centralismo regionale, non garantendo ai comuni le nuove funzioni delegate, lasciandole alla totale discrezionalità delle singole Regioni. Sui  Livelli essenziali delle prestazioni continuano risposte evasive e nebbia fitta. Nessun passo avanti, quindi, ma ancora navigazione a vista in mezzo a molti scogli”.

Il commento del presidente Fontana

“Il ministro – ha spiegato il presidente Fontana – ha illustrato in maniera chiara quello che sarà il percorso attraverso il quale si potrà arrivare all’applicazione di questa norma costituzionale. Questa possibilità di ottenere alcune forme di autonomia per le Regioni che lo richiedono è qualcosa di previsto dalla carta costituzionale. Quindi, chi dice che non si deve applicare, non solo ‘ciurla un po’ nel manico’, ma conferma anche di non voler applicare il contenuto della Costituzione”. Il governatore ha anche espresso apprezzamento per il lavoro fatto dal ministro Calderoli per rendere ancora “più trasparente e democratica” la procedura per arrivare all’applicazione di questa norma. Norma che, ha ricordato Fontana, i ‘Governi Gentiloni e Conte’ avevano sottoscritto “senza che nessuno avesse pensato di impugnare l’accordo raggiunto fra Governo e Regioni in base al quale si doveva applicare in maniera rigorosa il dettato costituzionale per poi proporlo al parlamento”.

Calderoli ha introdotto una maggior democrazia alla procedura. Accusarlo è qualcosa che è contrario alla logica e alla realtà dei fatti. Non parliamo di opinioni, ma di documenti a disposizione di tutti e sottoscritti dalle persone che ho citato”. E poi l’affondo. “Non so se sia così utile proseguire in un’organizzazione statuale che continua a creare differenze e disparità di trattamento all’interno del nostro Paese. Se oggi si parla in maniera concreta di livelli essenziali di prestazioni (lep) e di diritti che devono essere estesi a tutti i cittadini, lo dobbiamo alla richiesta di modifica costituzionale. Nei primi 50 anni della Repubblica, infatti, non si era mai fatto riferimento alla determinazione dei ‘lep’ e al fatto che tutti i territori dovessero aver riconosciuti questi diritti e non se ne è più parlato neanche dopo l’approvazione della legge che li aveva previsti. Oggi, finalmente, si è messo all’ordine del giorno un argomento che per più di 70 anni della nostra Repubblica non era mai stato affrontato”.

Il presidente ha quindi ribadito che “la Lombardia è la regione che costa di meno in assoluto al cittadino: 3.500 euro a fronte degli oltre 4.000 di media italiana. Questo grazia anche all’applicazione del ‘principio di sussidiarietà’ alla base del modello Lombardia che si traduce anche in capacità di spendere meno”.  E non solo, la Lombardia, da sola, finanzia al 53% il fondo perequativo in campo sanitario “pur essendo al di sotto della media nazionale a livello di trasferimenti”. “Questa riforma – ha concluso Fontana – porta avanti aspetti positivi: la sussidiarietà anzitutto con la collaborazione fra pubblico e privato e quello della responsabilità. Chi amministrerà dovrà rendere conto delle proprie capacità e incapacità. È chiaro che c’è chi preferisce chi si continui con ‘mamma Roma’ dalla quale si portano a casa i soldi e alla quale si possono trasferire le responsabilità di inefficienza. Applicare quella parte di costituzione che prevede l’autonomia differenziata è un grande passo avanti per poter migliorare il nostro Paese”.

Così il senatore della Repubblica nonché Ministro con anche all’Autonomia: “Non non credo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe mai autorizzato la presentazione di un disegno di legge alle Camere che fosse incostituzionale. La riforma dell’autonomia non è incostituzionale, è presente nella Carta”. Così il ministro per le Autonomie Roberto Calderoli parlando stamani al Consiglio regionale della Lombardia. “Quelli che criticano la riforma, dimostrano di non aver letto né la Carta né la nostra proposta. L’autonomia differenziata è prevista dalla nostra Carta Costituzionale”. E, secondo il ministro, il testo “è assolutamente migliorabile, però qualcuno per la prima volta si è preso la briga di affrontare questo problema”.

“Credo che per la prima volta si possa mettere anche il Sud ad andare a una velocità diversa rispetto a quella avuta fin qua”, riflette il ministro. “Ricordo che l’80% dei fondi nazionali sono stati assegnati al sud e il 20% al centro-nord, di quelli europei il 70% al centro sud e il 30% al centro-nord, cui si aggiungono 4,6 miliardi stanziati nel 2021 per interventi infrastrutturali, che non sono mai stati utilizzati perché le Regioni non hanno mai trovato l’accordo su come ripartirseli”.

Considerando “che lo stanziamento del settennato 2021-2027 sono altri 140 miliardi, arriviamo a 223 miliardi più i fondi del Pnrr – ha aggiunto Calderoli -, ho visto il Pil del Mezzogiorno: negli anni ’50 era di oltre il 52%, negli anni ’60 siamo saliti sopra il 60% e poi tornati immediatamente dopo al 56,2%, ritornando in 25 anni ai livelli iniziali”. Quindi, “qualunque tipo di intervento non può che migliorare la realtà del Mezzogiorno – ha concluso Calderoli – è evidente che più cresce il Sud e tanto meno ci sarà bisogno di perequazione” e “ci sarà più qualità di vita per tutti”. Con l’autonomia, “chi amministra il territorio sarà costretto a rendere conto delle proprie capacità. Forse a qualcuno non piace questa assunzione di responsabilità e c’è chi preferisce che si continui con ‘mamma Roma’ dalla quale si portano a casa soldi”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sottolineando che “secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato del 2021 siamo la Regione che costa in assoluto di meno. Per ogni cittadino – ha concluso – è prevista una spesa di 3.600 euro a fronte di una media nazionale di 4.879 euro”.

Le reazioni

Per la Uil di esprimere un giudizio di merito che è, peraltro già stato espresso a tutti i livelli mettendo in evidenza una serie di la criticità. Uil peraltro unico sindacato confederale presente alla seduta. Il sindacato ha sempre promosso una serie di percorsi e di iniziative tese a valorizzare il territorio per far si che a livello regionale ci siano competenze e attività che siano a servizio dei cittadini senza però creare delle disuguaglianze. Ecco perché questa riforma deve evitare di creare ulteriori distanze tra il tra il nord e il sud del paese. Non è a caso che in parlamento siano stati depositati oltre 500 emendamenti sul provvedimento.

“Pur apprezzando questi momenti e altri che continueremo a sollecitare per il miglioramento di tutti i servizi, rimarchiamo la nostra criticità – sottolinea il segretario generale Uil Lombardia Enrico Vizza – come abbiamo sostenuto in più occasioni, sull’elenco delle materie che questo provvedimento intende passare di competenza alle regioni. Per quanto ci riguarda molte sono i temi da lasciare alla regia dello Stato centrale perché, al contrario, si andrebbero a creare numerose difficoltà e disparità. Riteniamo che il problema delle disuguaglianze non sia semplicemente legato tra il nord e il sud del paese ma le disuguaglianze esistono anche all’interno della stessa Regione. Nella stessa Lombardia si vedono tra comuni di grandi dimensioni e piccole. Si deve fare in modo, come già la Corte dei conti ha suggerito a Regione Lombardia, di intervenire con maggiore attenzione su alcune misure. E in questa direzione chiediamo che ci sia un continuo confronto soprattutto sulle materie che riteniamo debbono rimanere di competenza dello Stato. Penso alla sanità, alla scuola, ai trasporti, ma anche agli appalti così come prevede oggi la nostra Costituzione. Crediamo si debbano dare opportunità alle regioni di migliorare senza andare a creare disuguaglianze o disparita tra i cittadini”.

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