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La polemica

Al bando regionale per l’infanzia accede solo chi clicca più veloce, l’assessore Poli: “Meccanismo ingiusto”

In sei minuti fondi finiti e su 101 progetti ammessi, solo 17 saranno finanziati, con 84 i comuni esclusi. Il consigliere regionale del Pd Davide Casati: "Il ‘chi prima arriva meglio alloggia’ non può e non deve valere quando c’è di mezzo l’assegnazione di risorse pubbliche"

Bergamo. Su 101 progetti ammessi, solo 17 saranno finanziati. Ma a prescindere dalla pochezza delle iniziative che hanno avuto accesso al bando ‘Restiamo insieme’ , tutte rivolte al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, proposte dai Comuni bergamaschi, compreso anche il capoluogo, a stupire è la modalità con quale si ottiene il via libera. E a nulla, praticamente, è valsa la mozione presentata a giugno da Davide Casati, consigliere regionale in forza al Pd, nella quale, appunto, chiedeva la revisione e la conseguente cancellazione del criterio, del metodo di assegnazione: “Il ‘chi prima arriva meglio alloggia’ – racconta Casati – non può e non deve valere quando c’è di mezzo l’assegnazione di risorse pubbliche. Si tratta infatti di un criterio di selezione fortemente iniquo, perché limitando a pochi minuti il tempo di presentazione delle domande, vede inevitabilmente decisivi fattori slegati dal merito, come ad esempio la velocità di connessione alla rete. Nel consiglio regionale del 6 giugno abbiamo presentato una mozione per invitare gli assessori lombardi ad abbandonare la modalità del ‘click day’ per i bandi, preferendo alla rapidità di presentazione della domanda una valutazione nel merito dei progetti, e premiando quindi quelli effettivamente più validi. Una proposta di buon senso, condivisibile – io credo – da chiunque, almeno una volta nella vita, abbia avuto a che fare con la presentazione di un bando. Ma il centrodestra ha tirato dritto”.

E ora ci risiamo. Delle oltre cento proposte inviate sono 84 i comuni esclusi, senza contare tutti coloro che hanno rinunciato a partecipare, proprio per le modalità che regolano i bandi regionali. La scoperta arriva quindi all’indomani della pubblicazione del Bollettino ufficiale di Regione Lombardia che riporta l’approvazione della graduatoria relativa all’avviso per l’attuazione dell’iniziativa che prevede la promozione di interventi a livello territoriale dedicati al benessere fisico, psicologico e sociale dei minori nell’età 0 -17 anni e 364 giorni.

“Se consideriamo che, delle 23 domande pervenute dall’Ats Brianza ne sono state finanziate 16, lo squilibrio territoriale è ancor più evidente e la nostra provincia risulta particolarmente penalizzata – continua Casati – sono passati ormai due anni dall’approvazione del nostro ordine del giorno con cui, nel luglio 2021, a causa delle anomalie riscontrate in occasione del bando Estate insieme, eravamo riusciti ad impegnare il governo regionale a prediligere modalità di accesso ai bandi diverse, ma ancora oggi la giunta lombarda non ha ancora dimostrato di voler superare definitivamente il sistema di procedura click day, una ingiusta stortura che premia la velocità di accesso e non certo i contenuti e il merito”.

Anche il Comune di Bergamo ci ha provato e, proprio perché chi clicca per primo ha più chance di farcela, ha inserito la richiesta solo nove minuti dopo l’apertura. Ma non è bastato. “È sconcertante immaginare che temi di questa portata, contenuti e risvolti, siano accreditati o meno a seconda della velocità di azione più che per il merito – spiega l’assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili Loredana Poli -. Noi ci abbiamo provato, con un’iniziativa, ma evidentemente siamo stati troppo lenti: i nostri nove minuti non ci hanno garantito il finanziamento. E pensare che anche come presidente del dipartimento Istruzione, Educazione e Edilizia Scolastica di Anci Lombardia  abbiamo fatto una battaglia importante in merito, ma non siamo stati ascoltati. E pensare che quando abbiamo interpellato Aria, la società che gestisce la materia per conto di Regione Lombardia, ci è stato persin detto che una delle alternative era la scelta per estrazione”.

Ma partiamo dall’inizio: “Siamo venuti a conoscenza dell’esito bando di Regione Lombardia volto a supportare, con una quota di 65mila euro, iniziative di carattere educativo dedicate ai minori, prioritariamente di carattere estivo ma anche relative al periodo ordinario, su più mesi. E non posso che fare una serie di osservazioni che riguardano il metodo e il merito. Quello che si evince è che sono esclusi tantissimi comuni, oltre al fatto che è discutibile l’opzione di Regione di mettere a disposizione un budget suddiviso per territori, per provincia. Ora, il primo interrogativo e, conseguentemente, la prima richiesta è quella di capire se la riduzione degli stessi rimasti fuori potrebbe far scorrere le graduatorie, aumentando così le disponibilità. La modalità infatti prevede l’apertura sia ai singoli Comuni che agli stessi in forma associata, per esempio le aziende speciali e gli ambiti territoriali.

E capite bene che un tema così complesso non può certo essere risolto con il Click day, tanto è vero che, dopo i primi 6 minuti dall’apertura, le risorse erano già finite. Non si parla di contenuti, di numeri di ragazzi coinvolti, di proposte, ma di velocità. Già anni scorsi Anci ha scritto lettere per cambiare metodo e soprattutto per stabilire insieme dei criteri. Due richieste che continuiamo a fare: generare altri finanziamenti per ridurre il numero comuni esclusi e incontrarci per ragionare su criteri condivisi. E in merito mi sento anche di dire che un analogo finanziamento, ma fondato su un criterio quantitativo, relativo cioè alla popolazione e al numero dei protagonisti coinvolti, è stato riconfermato dal Governo. Basterebbe che Regione prendesse esempio”.

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