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I concerti

Il Politecnico delle arti ospita l’Asian Youth Orchestra: 95 giovani virtuosi suonano per Bergamo e per la pace fotogallery

L'Asian Youth Orchestra ha scelto la nostra città come sede del campus annuale, che è stato organizzato nel Conservatorio Gaetano Donizetti e che avrà il suo epilogo nei due concerti in programma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta, domenica 30 luglio e martedì 1 agosto alle 20.30

Bergamo. Impegno, dedizione, eccellenza. Riescono a diventare una cosa sola i 95 ragazzi della Asian Youth Orchestra, un’orchestra giovanile composta da musicisti provenienti da diversi paesi asiatici, nata nel 1987 dall’idea di Yehudi Menuhin e Richard Pontzious.

Provengono da Hong Kong, Indonesia, Giappone, Corea, Macao, Malesia, Taiwan, hanno tra i 19 e i 30 anni e sono giovani e virtuosi. Hanno scelto nuovamente Bergamo come sede per il loro campus annuale, organizzato dal Conservatorio Gaetano Donizetti.

Nel cortile di Palazzo Frizzoni, i musicisti hanno salutato la città che li ospiterà fino a inizio agosto con le note “Nimrad”, brano meraviglioso composto da Edward Elgar, con cui l’orchestra apre e chiude le tournée in tutto il mondo sin dalla sua costituzione, diventando a pieno titolo parte di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, come sottolineato dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Dopo la masterclass con docenti di fama internazionale – che si terrà dal 17 al 30 luglio – l’orchestra si esibirà in tre concerti prima di continuare il tour in Germania e in Asia: domenica 30 luglio e martedì 1 agosto, alle 20.30, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta; mercoledì 2 agosto, ore 21.00, nel tempio capitolino di Brescia all’interno della Rassegna delle Orchestre Giovanili.

Anche in questa particolare occasione, la Fondazione MIA (Congregazione della Misericordia Maggiore), come già fece in occasione della presenza a Bergamo dell’AYO, ha voluto contribuire alla creazione dei due concerti organizzati a Bergamo mettendo a disposizione la Basilica di Santa Maria Maggiore, uno dei gioielli architettonici e artistici più pregevoli in Città Alta, scrigno di valori inestimabili, dove sono tumulate le spoglie del compositore Gaetano Donizetti e del suo maestro Simone Mayer, aggiungendo così un’ulteriore sottolineatura al già profondo significato delle esibizioni dell’AYO.

“L’esperienza dello scorso ha dimostrato il livello eccezionale di preparazione di questi ragazzi, la cui tecnica è al di sopra di quella dei coetanei – commenta il maestro Emanuele Beschi, direttore del Politecnico della Arti -. La città riceve un dono grandissimo. Per questo motivo siamo orgogliosi di ospitare per il secondo anno il campus dell’Asian Youth Orchestra. Ringrazio tutti coloro che rendono questa esperienza possibile a partire dal sindaco Giorgio Gori e dal presidente della Fondazione MIA Fabio Bombardieri”.

“Mi emoziono al pensiero che la Basilica di Santa Maria Maggiore accoglie i giovani musicisti dell’Asian Youth Orchestra”, ha commentato Fabio Bombardieri. “Questi concerti aprono la Capitale della Cultura 2023 al mondo con un messaggio di pace positivo – aggiunge Alessandra Gallone, consigliera Ministero Università e Ricerca -. I musicisti sono ospitati dal primo Politecnico delle arti in Italia: vivranno un’esperienza nell’esperienza”.

Da 36 anni l’Asian Youth Orchestra porta per il mondo l’eccellenza della musica e l’universalità della pace, come ricordato dal maestro Giorgio Versilia, docente di Fagotto del Politecnico delle arti. Attraverso la musica, porta avanti la sua missione: veicolare il messaggio di pace tra i popoli che sta alla base dei valori fondanti a cui si è ispirato Richard Pontzious, fondatore e direttore artistico dell’Asian Youth Orchestra, recentemente scomparso.

Quando nel 1987, insieme a Yehudi Menuhin, diede vita questo progetto di alta formazione artistica per valorizzare i giovani talenti in campo musicale, l’obiettivo era di favorire la fratellanza, anche in regioni dove le divisioni, non solo culturali, solcano fratture difficili da ricomporre.

Ecco che la presenza in Europa dei 95 talenti assume un significato ancora più profondo: in un tempo lacerato dal dramma del conflitto esploso nel cuore dell’Europa, che per le pesanti ricadute sta riguardando tutto il mondo, il messaggio di pace che questi giovani musicisti asiatici sono impegnati a diffondere, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione di un futuro dove possa davvero trionfare la solidarietà tra le genti, assume un significato ancora più pregnante.

Un’occasione per trasformare il progetto artistico e musicale, radicato sulla passione e la dedizione di questi giovani talenti, in un concreto presupposto su cui fondare la creazione di nuovi orizzonti di speranza e di riscatto del bene.

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