Sorisole. Cinque persone hanno scelto il rito abbreviato con discussione il 29 settembre, gli altri 18 imputati sono invece stati rinviati a giudizio. La prima udienza è fissata per il 25 febbraio 2024. Cinque posizioni sono invece state stralciate.
Si è tenuta venerdì 14 luglio l’udienza preliminare relativa un sodalizio criminale composto principalmente da sinti italiani con il supporto di altri soggetti di nazionalità italiana, accusati delle diverse frodi che hanno caratterizzato la brevissima vicenda del concessionario ‘Guido l’auto’, aperto a Sorisole il 3 dicembre 2019 e chiuso il 7 dicembre successivo.
A capo del sodalizio alcuni membri della famiglia Horvat di Trescore Balneario, i quali avevano architettato un complesso piano che, secondo l’accusa, puntava a truffare i clienti della concessionaria. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, vetture di lusso a prezzi convenienti venivano pubblicizzate tramite i siti internet subito.it ed autoscout24.it. Gli interessati contattavano i numeri di telefono riportati negli annunci, ai quali rispondevano direttamente gli Horvat. I potenziali clienti venivano invitati a visionare il mezzo all’autosalone di via Marconi a Sorisole e nel corso dell’appuntamento veniva avanzata una richiesta di versamento di una caparra confirmatoria generalmente pagata in contanti. Si richiedeva poi il pagamento anticipato del saldo mediante bonifico su conto corrente e veniva fissata la data di consegna del mezzo per la settimana successiva rispetto a quella in cui era stato effettuato il pagamento. L’auto però non veniva consegnata: ai numeri di telefono degli annunci non rispondeva più nessuno e quando i clienti provavano a rivolgersi all’autosalone, lo trovavano chiuso. Sulla vetrina un cartello che invitava la gentile clientela a rivolgersi ad uno specifico indirizzo di Osio Sotto indicando un altro soggetto, che ha poi denunciato i principali imputati per calunnia.
Nella settimana in cui il concessionario è rimasto aperto, sono stati truffati 12 clienti per un totale che sfiora i 200mila euro. Tutti risarciti, tant’è che le querele sono state rimesse e per questi episodi tre dei principali imputati sono stati prosciolti. Le accuse delle quali i 23 devono rispondere, a vario titolo, sono quindi tutte le altre: dall’associazione per delinquere all’estorsione, dalla ricettazione al riciclaggio, dalla fittizia intestazione di beni alla frode fiscale.
Dalle indagini sull’autosalone di Sorisole gli inquirenti sono riusciti a ricostruire altri simili raggiri messi a segno dagli Horvat e dai loro sodali tra il 2020 e il 2021 a Fiorano Modenese e Dozza, in Emilia Romagna, negli autosaloni Emilia Motori e Seven Cars: stesso meccanismo per 23 truffe (oltre a 4 tentate) e un totale di 306.405 euro in questo caso non risarciti.
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