Bergamo. La vicenda è ancora lontana dalla sua conclusione. E il Comune potrebbe valutare anche un ricorso in Cassazione, se sarà necessario. Questa potrebbe essere la scelta di Palazzo Frizzoni rispetto alla querelle, vecchia di 20 anni, che riguarda l’esproprio del terreno dove oggi sorge la Fiera di via Lunga, ma che, nonostante siano passati anni e mandati amministrativi, continua a tenere banco.
Una questione nata durante l’allora amministrazione Veneziani e per la quale l’attuale, durante il primo mandato, aveva già versato oltre 6 milioni di euro. Ma non è finita qui. Dopo che la Cassazione aveva già annullato e rinviato alla Corte d’appello la vicenda (perché gli ex proprietari ritenevano pochi i 6milioni di risarcimento stabiliti), in dirittura d’arrivo è il procedimento della Corte che potrebbe triplicare l’importo se darà ragione agli eredi Agliardi (agli eredi Coffari ha dato ragione a febbraio, per 1,6milioni), facendo così volare l’importo complessivo a quasi 18 milioni di euro. Il Comune potrebbe quindi decidere di opporsi in Cassazione, allungando ancora i tempi di una storia ventennale.
Nel merito, si tratta della vicenda che risale all’epoca della Giunta di centrodestra che, poco dopo essersi insediata a Palazzo Frizzoni, scelse di espropriare il terreno di via Lunga per costruirci la nuova Fiera. Una decisione immediatamente impugnata dalle famiglie Agliardi e Coffari, proprietarie dei 110 mila metri quadri, per via non tanto dell’atto in sé, quanto del fatto che lo stesso, considerato agricolo, fosse non solo reso edificabile ma anche a favore di un uso privato.
Nella peggiore delle ipotesi si prospetterà dunque un nuovo debito fuori bilancio, come fu nel 2015, che verrà portato in Consiglio Comunale e per il quale verranno utilizzati i fondi del Rischio Contenzioso, incrementato di oltre 10 milioni di euro con incidenza sull’avanzo vincolato e disponibile.
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