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La polemica

Coldiretti: “L’autostrada Bergamo-Treviglio un fiume di asfalto che travolgerà il territorio”

Il presidente Borella: "Bisogna avere il coraggio di fare le scelte giuste, non si possono caricare i sacrifici solo sulle spalle degli agricoltori e dei cittadini"

“Un fiume di asfalto che travolgerà il territorio”. Così Coldiretti Bergamo definisce il progetto della bretella autostradale Bergamo-Treviglio, il cui progetto di Autostrade per l’Italia è già in lavorazione ed entro fine anno dovrà essere presentato.

“Negli ultimi tempi stanno aumentando anche tra gli amministratori, i politici e i cittadini le perplessità circa la realizzazione dell’autostrada Bergamo-Treviglio e la ferita che inevitabilmente arrecherà all’agricoltura e al  territorio provinciale”, inizia il comunicato, che poi prosegue con le parole del presidente di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella: “Da tempo stiamo lanciando l’allarme sull’eccessiva cementificazione della nostra provincia e apprezziamo il fatto che la consapevolezza di quanto sta accadendo e dei rischi che stiamo correndo si stia sempre più diffondendo ad ogni livello. Ci auguriamo che questo contribuisca a cambiare le cose. In ambito comunitario si parla  tanto di salvaguardare l’ambiente e la natura, tutti dobbiamo sentirci coinvolti e fare uno scatto in più verso questo obiettivo”.

Coldiretti Bergamo ha “più volte sottolineato come l’agricoltura sia fondamentali nel garantire le forniture alimentari alla popolazione, una centralità che si  è vista chiaramente negli ultimi tempi, sia durante la pandemia, sia da quando è iniziata la guerra in Ucraina”.

“Senza terra non ci può essere agricoltura e senza agricoltura non c’è cibo – prosegue Borella -. Serve urgentemente un’inversione di rotta perché se continuiamo così rischiamo di arrivare al punto di non ritorno. Ora stiamo affrontando la prossima costruzione dell’autostrada Bergamo Treviglio, ma si sta già parlando anche di un nuovo polo intermodale  a Cortenuova, senza contare il proliferare della logistica.  Arrivati a questo punto bisogna decidere il modello di territorio che vogliamo lasciare alle generazioni future, dobbiamo avere il coraggio di fare le giuste scelte. Comprendiamo la necessità di migliorare le infrastrutture dei trasporti,  mettiamo però in funzione un ciclo virtuoso che faccia crescere tutto il territorio perché le grandi opere siano davvero un’opportunità e non solo una ferita. Il terreno agricolo è la base di partenza di una filiera economica che non serve solo ai coltivatori per produrre il cibo, ma a diversi settori come il turismo, la meccanica agricola, l’industria agroalimentare, il nostro patrimonio di prodotti tipici e tanto altro ancora”.

Per il presidente di Coldiretti Bergamo in un momento in cui la terra è diventata una nuova frontiera per il futuro lavorativo di molti giovani, si sta rischiando di prendere decisioni dalle conseguenze irreversibili, per le quali saremo chiamati a pagare un prezzo molto caro.

“L’autostrada Bergamo-Treviglio – sottolinea Borella – stravolgerà un’altra porzione della campagna bergamasca e oltre a danneggiare il nostro settore  rovinerà anche gli assetti ambientali di un’area dove vivono migliaia di persone. Sarà un “fiume“ di asfalto che travolgerà campi coltivati, prati, stalle, canali irrigui, cascine. La viabilità è importante  per  lo sviluppo, ma il sacrificio non può essere caricato solo sulle spalle degli agricoltori e dei cittadini. Non bastano le belle parole di circostanza, chiediamo che venga difeso il nostro patrimonio agricolo e la nostra disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola. Noi siamo disponibili a sederci ai tavoli che si propongono di pianificare in modo condiviso, con tutti gli attori coinvolti, lo sviluppo del nostro territorio”.

Coldiretti Bergamo ricorda che “un territorio meno ricco di ecosistemi e più fragile per il consumo di suolo non solo peggiora la qualità della vita per la popolazione in termini di salubrità, ma aumenta anche gli effetti dei cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce più ad assorbire”.

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