Dopo 20 anni l’esproprio del terreno per la Fiera inguaia il Comune: maxi debito di 18 milioni

Bergamo. Il rischio c’era, ed era alto. Quello non solo di non riuscire a mettere la parola fine ad una vicenda cominciata all’inizio del primo mandato dell’allora sindaco Cesare Veneziani, ma anche che il conto finale, da pagare, si presentasse doppio se non triplo. E oggi, a distanza di anni, è finita esattamente così.

A farne le spese, è il Comune di Bergamo che a breve dovrà fare i conti con un debito fuori Bilancio per una cifra che si aggira attorno ai 18 milioni di euro. Si tratta della vicenda che risale all’epoca della Giunta di centrodestra che, poco dopo essersi insediata a Palazzo Frizzoni, scelse di espropriare il terreno di via Lunga per costruirci la nuova Fiera. Una decisione immediatamente impugnata dalle famiglie Agliardi e Coffari, proprietarie dei 110 mila metri quadri, per via non tanto dell’atto in sé, quanto del fatto che lo stesso, considerato agricolo, fosse non solo reso edificabile ma anche a favore di un uso privato.

Causa vinta nel 2015, con la Corte d’Appello di Brescia che aveva deciso di dare ragione ai titolari, obbligando Palafrizzoni a versare 6 milioni e 175 mila euro, già sborsati durante il primo mandato Gori. Ma non è finita qui. Gli eredi avevano scelto di continuare l’iter legale, facendo ricorso anche in Cassazione, probabilmente ritenendo la cifra incassata non congrua rispetto alle aspettative. Una vicenda processuale che ora si può considerare conclusa, con la vittoria dei vecchi proprietari, e che obbligherà il Comune a pagare ulteriori 18 milioni di euro, cifra raggiunta a fronte anche degli interessi maturati.

Un nuovo debito fuori bilancio, come fu quello precedente, che andrà necessariamente ad intaccare l’avanzo dell’attuale amministrazione, tesoretto destinato a opere e investimenti sulla città.