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Boltiere

Morto in officina al Truck Center, condannato a 2 anni l’amministratore delegato del Volvo Group Italia

Il giudice ha disposto anche un risarcimento di 7mila euro per l'Anmil, che si è costituita parte civile. Il difensore valuterà il ricorso in appello

Boltiere. Una condanna a due anni, con pena sospesa e non menzione. È la sentenza emessa martedì mattina, 11 luglio, dal giudice Patrizia Ingrascì a carico di Giovàni Lo Bianco, amministratore delegato della Volvo Group Italia. Il tribunale ha quindi ravvisato una responsabilità dell’Ad nella morte di Leonardo Scarpellini, meccanico di 24 anni, deceduto il 19 gennaio 2017 nel truck center di Boltiere.

Il giovane si trovava in una fossa all’interno dell’officina e stava sostituendo la molla idraulica di un camion. Il componente è esploso e lo ha colpito in pieno petto, provocandone la morte nel giro di poche ore. Secondo i consulenti di accusa e difesa Scarpellini aveva utilizzato dell’aria compressa per agevolare l’inserimento della molla, procedura non prevista dal protocollo Volvo perché pericolosa. Pare però che fossero in tanti ad usarla all’interno del Truck Center.

Leonardo lavorava a Boltiere da poco più di un anno. Dopo un contratto a tempo determinato era stato riconfermato e assunto solo una settimana prima dell’incidente mortale che lo ha coinvolto. Aveva seguito tutti i corsi di formazione e, per un periodo, era stato affiancato da un meccanico esperto. Ma qualcosa quel giorno non ha funzionato, la sospensione è scoppiata e lo ha investito.

Il capomeccanico dell’officina di Boltiere preposto alla sicurezza sul lavoro Antonio Pezzano e il manager service Dario Notaro nel 2019 avevano patteggiato una pena di 8 mesi. Giovàni Lo Bianco, che vive in Francia, è invece stato condannato a 2 anni: secondo il capo di imputazione ha violato il dovere di richiedere ai lavoratori di osservare le indicazioni operative, non ha vigilato sull’adempimento delle procedure e non ha curato l’adeguata formazione del personale.

Il giudice ha disposto anche un risarcimento di 7mila euro all’Anmil, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi dal Lavoro, che a processo si è costituita parte civile.

Nel procedimento a carico dell’amministratore delegato i familiari di Leonardo Scarpellini, sempre presenti ad ogni udienza, comparivano come parte offesa.

Deluso l’avvocato Tomaso Cortesi, difensore dell’imputato: “Prendiamo atto della sentenza. Leggeremo le motivazioni e valuteremo il ricorso in appello. In ogni caso rinnoviamo la nostra vicinanza alla famiglia di Leonardo”.

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