Bergamo. A seguito di tre post pubblicati da Cesare Zapperi su Facebook tra gennaio e marzo del 2021 l’Onorevole Giovanni Sanga, ritenendosi offeso, presentava querela per diffamazione.
I post “incriminati” riguardavano il ritardo di Sanga nello scegliere tra la carica di deputato al Parlamento (primo dei non eletti a seguito della rinuncia dell’Onorevole Maurizio Martina) e quello di Presidente di S.A.C.B.O., la società che gestisce l’aeroporto di Orio Al Serio.
Il Tribunale di Bergamo – giudice dottor Massimiliano Magliacani – ritenne che le espressioni usate nei post fossero un’ingiustificabile invettiva, un attacco di carattere personale, una mistificazione e un dileggio, ritenendo Cesare Zapperi responsabile di diffamazione aggravata e continuata condannandolo, di conseguenza, ad una multa e al risarcimento del danno a favore dell’Onorevole Sanga, costituitosi parte civile, per un importo di 15mila euro oltre ad 5.106,00 euro a titolo di rimborso delle spese legali.
Contro tale sentenza l’imputato proponeva appello a mezzo del proprio difensore avvocato Roberto Trussardi affermando che le espressioni usate rientravano appieno nell’esercizio del diritto di critica e chiedendo l’assoluzione.
Con sentenza dell’11.07.2023 la Corte d’Appello di Brescia – seconda sezione penale – riformava integralmente la sentenza del Tribunale di Bergamo assolvendo Cesare Zapperi da ogni accusa con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.
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