Al maresciallo capo dei carabinieri Filippo Salvi, originario di Sedrina, morto 16 anni fa a seguito di una caduta in una scarpata del Monte Catalfano, mentre era intento a collocare una telecamera che doveva servire alle indagini per catturare Matteo Messina Denaro, sarà intitolata una piazza a Bagheria, nel Palermitano.
La cerimonia si terrà mercoledì 12 luglio, proprio in occasione del sedicesimo anniversario della morte del maresciallo, seguirà una Messa nella chiesa di San Pietro.
Il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli inaugurerà la piazza alla presenza dei vertici dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Dell’Ordine, invitati per la commemorazione.
Carabiniere dei Ros (Raggruppamento operativo speciale) Salvi scelse la Sicilia e fece della lotta alla mafia la missione della sua vita. Insieme ai suoi colleghi lavorava per catturare l’allora superlatitante Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso a Palermo.
Prestò servizio nella sezione Anticrimine di Palermo fino al tragico 12 luglio 2007. Mentre installava una telecamera sul monte Catalfano, in un luogo impervio, per indagare su alcuni soggetti vicini all’ultimo padrino, all’improvviso il terreno cedette e scivolò in una scarpata, morendo ad appena 36 anni.
In seguito a tale atto di valore, gli fu concesso l'”Encomio Solenne” dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri “alla memoria”.
Al giovane carabiniere bergamasco, caduto in servizio, il colonnello del Ros Lucio Arcidiacono, a cui si deve il coordinamento delle indagini per l’arresto di Matteo Messina Denaro, ha dedicato un risultato storico per l’Arma e per la lotta alla mafia.
A Sedrina una piazza è dedicata a Salvi, conosciuto anche come Filippo “Ram”, nome di battaglia dovuto al fatto che era perito informatico, diplomato al Belotti di Bergamo. E “Ram” è anche il nome del gruppo Facebook a lui dedicato. Anche ad Aspra, sempre a Bagheria, presso il museo dell’acciuga, il carabiniere bergamasco viene ricordato nella piazzetta del museo con una targa che ne celebra il sacrificio.
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