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L'iniziativa

Un corto per raccontare la Bergamasca: raccolta fondi per sostenere il progetto

Juri Ferri, regista bergamasco, da anni basato a Londra, realizzerà il primo cortometraggio nella sua terra. Si tratta di un corto da lui scritto intitolato “L’olandesa”

“Dopo varie esperienze all’estero, per me è un onore poter realizzare un film ambientato nella mia terra. Purtroppo, Bergamo non compare molto spesso sul grande schermo. Voglio rendere omaggio alla terra dove sono cresciuto ma anche e soprattutto alla mia famiglia, alla cui storia il film è ispirato”.

Dieci anni fa è partito per Londra per realizzare il suo sogno: diventare un regista. Ora, dopo aver avverato quel sogno, torna in patria per girare un film. Questa è la storia di successo di Juri Ferri, regista bergamasco cresciuto fra Spirano e Comun Nuovo.

Dopo essersi laureato nella prestigiosa London Film School, si fa subito notare con il suo primo corto “UB-13” (2018), presentato al leggendario Chinese Theatre di Hollywood durante l’HollyShorts Film Festival 2018 e vincitore del premio miglior film storico al New Renaissance Film Festival di Londra.

Ora torna a Bergamo per dare vita “L’olandesa”, un corto da lui scritto, ambientato nella bassa bergamasca negli anni ’60. Liberamente ispirato da vicende familiari e alimentato dal profondo affetto che lega il regista alla sua terra d’origine, la storia narra di come Katrien, una giovane donna olandese, si trasferisce in un paese della provincia di Bergamo, terra natale del marito, e di come si trova a scontrarsi con le tradizioni del posto.

Si tratta di un progetto ambizioso dal cuore bergamasco. Il corto è infatti prodotto da Luca Ferrara, Beppe Manzi e Erika Ponti per Oki Doki Film, casa di produzione bergamasca da anni attiva sul territorio.

Le riprese, fissate per la seconda metà di agosto 2023 in vari paesi della bassa bergamasca fra cui Spirano e Ghisalba, porterà in provincia un team di eccezione: un gruppo di giovani professionisti attivi nel campo sia a Londra che in Italia tra cui il regista Ferri.

Ancora prima di essere proiettato nelle sale, il film ha già ricevuto il supporto dei futuri spettatori, compresi partner e sponsor privati. “Il progetto ha ancora bisogno del 25% dei fondi necessari per realizzazione – spiega Ferri -. Per questo, abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding su Kickstarter per chiedere il supporto della comunità locale, raccogliendo donazioni di ogni entità da estimatori e sostenitori del cinema”.

La campagna ha già fruttato 1.000 euro. Per i donatori sono previste diverse ricompense: un invito alla premiere del film, l’inserimento dei nomi nei titoli di coda e persino una visita del set.

La campagna è visibile al seguente link: L’olandesa: un corto ambientato nella bassa bergamasca by Juri Ferri — Kickstarter

Juri, come nasce l’idea di girare un corto ambientato nella bassa bergamasca?

Vivo prevalentemente all’estero ormai da dieci anni, e anche la mia esperienza nel cinema è stata soprattutto all’estero, realizzando film in Inghilterra e nei Paesi Bassi. Ma sono cresciuto fra Spirano e Comun Nuovo, e Bergamo è la mia terra, a cui ancora mi sento profondamente legato. Penso sia abbastanza naturale per un regista essere attratto dalle storie della sua terra e della sua gente, che può comprendere a pieno, ed è da tempo che volevo quindi fare un ritorno alle origini e realizzare un film nei paesi dove sono cresciuto.

Il titolo che ha scelto per il corto è “L’olandesa”. Cosa significa?

La storia de “L’olandesa” narra la storia di una giovane donna, Katrien, che si è trasferita dall’Olanda a un paese della bassa bergamasca negli anni ’60. In quegli anni, era raro uscire dal proprio stesso paese, meno ancora entrare in contatto con una straniera. “L’olandesa” è quindi il soprannome, in dialetto bergamasco, in cui Katrien viene chiamata dagli abitanti del paese: un appellativo che la identifica direttamente come una persona estranea alla comunità. Questa storia prende spunto dalle esperienze di mia nonna, che si è trasferita dall’Olanda a Bergamo in quegli anni, ma ci tengo comunque a precisare che le vicende e i personaggi del film sono interamente di fantasia.

Quali sono i pregiudizi che ancora pesano sulla provincia? Quali invece le bellezze ancora da scoprire?

La provincia di Bergamo è sicuramente una terra molto operosa, dove la gente è concreta e bada al sodo. Tutti aspetti positivi, da un certo punto di vista, ma che purtroppo non lasciano molto spazio per l’arte e le attività creative, che forse vengono in parte ancora un po’ snobbate. Eppure, la gente di Bergamo è genuina e generosa: ho riscontrato davvero tanto interesse nei confronti di questo progetto. Penso che a tutti farebbe piacere vedere un po’ più spesso la loro terra sul grande schermo, soprattutto visto che le parti d’Italia ad avere più visibilità e risonanza, sotto questo punto di vista, sono tutt’altre. Anche le storie, la cultura, gli accenti e i dialetti di Bergamo meritano il loro spazio.

Molti giovani artisti e professionisti – e non solo – ricorrono sempre più spesso al crowfunding per realizzare i propri progetti. Quali sono i benefici di questa strada?

Il beneficio più grosso è quello di poter consentire a chiunque di dare il proprio supporto al film, creando quindi un rapporto diretto con i propri sostenitori e la propria comunità. Tutti hanno la possibilità di sentirsi parte di questa avventura e di contribuire alla sua realizzazione. E di conseguenza, si comincia a creare un pubblico per il film prima ancora che venga realizzato: d’altronde i film sono fatti per essere visti da più persone possibili, e più persone si sentono toccate e coinvolte dal mio progetto, più sento che sto realizzando qualcosa che vale la pena creare.

Una volta raccolti i fondi necessari, quanto tempo servirà per vedere il corto nelle sale? Pensa di proporre il film a festival e rassegne?

Le riprese sono fissate per fine agosto, poi ci sarà un periodo di post-produzione che durerà qualche mese. Abbiamo in programma di organizzare una proiezione privata del film non appena sarà completato (a fine 2023 o inizio 2024), a cui i sostenitori su Kickstarter che selezioneranno questa opzione verranno invitati. Poi, aspiriamo ad avere la première ufficiale del “L’olandesa” a uno dei maggiori festival cinematografici in Italia o in Europa nel 2024, e a seguire, a presentare il film sul circuito festivaliero internazionale. Naturalmente, spero ci saranno anche varie opportunità di mostrare il film sul grande schermo anche a Bergamo e dintorni.

Tanti anni fa ha deciso di partire per l’Olanda per studiare cinema e realizzare il suo sogno, ora realtà. Rifarebbe questa scelta? É stata una decisione obbligata o spontanea?

Poter studiare all’estero, prima in Olanda e poi a Londra, è stato un privilegio e un’opportunità che mi ha permesso di allargare i miei orizzonti. Ma vivere fuori dall’Italia per tanti anni mi ha anche permesso di comprendere meglio quanto io sia in effetti legato alla mia terra, apprezzandone aspetti che non avrei mai colto se fossi rimasto qui. Rifarei sicuramente questa scelta sapendo che vivere all’estero mi ha paradossalmente avvicinato a Bergamo, non allontanato, e sapendo che, adesso, posso mettere tutto quello che ho imparato all’opera su storie ambientate nel mio paese.

Infine, parliamo di futuro: quali altri progetti ha nel cassetto?

Nel futuro, vorrei continuare a creare sia in Regno Unito che in Italia. Ho alcuni progetti di cortometraggio che sto sviluppando in Inghilterra, ma dopo “L’olandesa” vorrei anche continuare a fare film in Italia. In particolare, se “L’olandesa” dovesse aver successo, vorrei cominciare a svilupparlo in un lungometraggio. La storia ha una tale ricchezza di temi e di spunti che meriterebbe essere sviluppata in forma più estesa.

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