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Bilancio 2022, Sergio Gandi: “Investimenti record e conti che tengono”

Il vice sindaco e assessore competente del Comune di Bergamo: "Bravi a intercettare le esigenze e utilizzare i fondi ricevuti"

Bergamo. Dice bene chi scrive che il mestiere dell’assessore al Bilancio non è semplice, né porta consenso, però è un atto politico che traccia la rotta. E per Sergio Gandi, da nove anni chiamato a ricoprire il ruolo, oltre a quello di Vice Sindaco e a molte altre deleghe, si tratta di un impegno ormai largamente assunto, responsabilmente. Difficile avere a che fare con i numeri tutti i giorni, far quadrare i conti, accontentare le richieste di tutti e al tempo stesso tenere la barra: questo e molto altro ancora sono alcuni dei pensieri che scandiscono le giornate di Gandi che può certo contare su una squadra, quella che compone il dirigente Corrado Viscardi, bravissimo, e i suoi collaboratori, ma che resta il referente di Giunta, Consiglio e cittadini rispetto alla materia.

Materia, appunto, che ti mette poco in mostra, che non ti fa tagliare i nastri o salire sui palchi, ma senza la quale nulla avrebbe un senso. Certo, come ricorda lui stesso, giustamente, spesso si mette la fascia tricolore, spesso è chiamato a fare le veci di Gori, a rappresentare in prima persona l’istituzione. Tutte cose normali. E’ l’attività di un vice sindaco. Ma il suo contributo, quando si parla di tabelle e conteggi e anche quando si affronta il tema, sensibile, della sicurezza partecipata, altra delega che gli appartiene, è e resta la sostanza della governance.

Un amministratore bravo e attento, politicamente molto preparato, forse anche di più di chi si gonfia il petto con i titoli, che rimarca, nella chiacchiera di poco più di una decina di minuti, come la presenza, l’ascolto e l’attenzione al territorio, anche quando quest’ultimo si fa sentire in maniera non sempre felice, siano fattori determinanti per cercare di governare al meglio la città. E lo dice uno, appunto, che spesso, per via delle responsabilità che si è assunto negli ultimi nove anni, si piglia più rotture che pacche sulle spalle. La visione, componente determinante, certo non gli manca e non solo quando si parla di previsioni, presidi o, ancora, Europa, altra delega che si porta in saccoccia.

Del resto, i due mandati si fanno sentire in termini di esperienza, come, del resto, il ruolo di spalla allo stesso Gori. E i frutti dell’impegno e della volontà si vedono tutti. Tanto che, anche quando il discorso verte su investimenti e contrazioni, ne esce un rendiconto che tiene, nonostante le difficoltà del momento, i rincari e quant’altro, con un pacchetto azionario, quello in capo al Comune, toccato solo in minima parte. E la cifra complessiva del buon lavoro fatto è quella che si legge alla riga investimenti: altro anno record per Bergamo con 63 milioni di euro. Importo mai visto, nemmeno col binocolo.

Un trend positivo partito qualche anno fa, che ha trovato dunque la sua continuità anche nel 2022. Con un’attenzione sempre particolare al sociale, a favore chi ha più bisogno. Certo, ci sono i fondi del PNRR, certo lo Stato ha dato il suo contributo. Ma non basta avere il denaro, non basta avere la disponibilità. Bisogna, soprattutto, sapere come spenderlo. Intercettare il da farsi, sapere cosa fare e come farlo. E su questo, è sufficiente buttare là un occhio per vedere come Bergamo è cambiata per farsi un’idea.

Poi, lui, che notoriamente sta sempre un passo indietro, lascia gran parte del merito al suo gruppo di lavoro e ai suoi colleghi di avventura politica, dal sindaco in giù. Lui per ultimo. Dice di essere fatto così, di carattere. Ma la verità, o almeno quello che si capisce, è che anche in questo atteggiamento così morigerato ma non certo frutto del poco merito, sta l’intenzione e lo spessore di un amministratore che, troppo spesso lascia il palcoscenico ad altri, dimostrando così, che, anche nelle partite importanti, quel che conta è il risultato finale più che la velleità personale. Dote rara. Ma da non dare sempre per scontata.

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