• Abbonati
Fatto a bergamo

Alle origini della leggenda: così, a Bergamo, Santini realizza la Maglia Gialla del Tour de France fotogallery video

L'azienda bergamasca, fresca di trasferimento dell'headquarter in città, dallo scorso anno realizza uno dei simboli più riconoscibili dello sport a livello globale: ecco come viene ideata e realizzata

Bergamo. Indossarla significa scolpire il proprio nome, per sempre, nella storia. Perché la Maglia Gialla è una delle icone più riconoscibili dello sport, universalmente legata alla leadership del Tour de France, la corsa a tappe più importante al mondo che nella sua edizione 2023 scatterà sabato 1 luglio.

Una maglia ultracentenaria, che dal primo dopoguerra contraddistingue il corridore in vetta alla classifica della Grande Boucle e che porta con sé una lunga lista di aneddoti: imprese leggendarie, come quelle di improbabili outsider che hanno superato i propri limiti per poterla conservare il più a lungo possibile (guardando solo a tempi recenti, vi dice nulla Thomas Voeckler?), o giganti del ciclismo che hanno trovato la propria consacrazione nel portarla fino al traguardo di Parigi.

Dallo scorso anno c’è anche un po’, anzi, un bel po’ di Bergamo nella leggenda grazie a Santini, storico maglificio sportivo nato a Lallio e che recentemente ha spostato il proprio headquarter in città, in via Zanica: dall’edizione 2022, infatti, all’azienda fondata dal cavalier Pietro Santini e oggi guidata dalle figlie Monica (amministratore delegato) e Paola (marketing manager) è stato affidato il compito di realizzare la maglia gialla per cinque stagioni, insieme a quella per il Tour de France Femmes avec Zwift.

Orgoglio e responsabilità, per ciò che la “Maillot Jaune” rappresenta nel mondo e in Francia, dove è avvolta da un’aura quasi mistica: e dopo Giro, Vuelta e Campionato del Mondo, Santini ha chiuso così il proprio personalissimo en plein, avendo realizzato le divise ufficiale per le corse ciclistiche più importanti al mondo.

Si potrebbe parlare della classica ciliegina sulla torta, perché per Pietro Santini la Maglia Gialla è sempre stata un cruccio, il sogno di una vita che ora è diventato realtà: “È stata un’emozione forte – ammette – Sono davvero orgoglioso, è un traguardo importante per tutta l’azienda che guadagna così un posizionamento sempre più internazionale: la Maglia Gialla è un punto cardine nel nostro piano di crescita, che vede la sua realizzazione anche nella nuova sede a Bergamo. La nostra scelta di ristrutturare un sito industriale abbandonato nel centro della città è un ulteriore segno del nostro impegno verso l’ambiente oltre che motivo di orgoglio nel mantenimento della nostra produzione sul nostro territorio”.

Già, perché si può tranquillamente dire, senza timore di essere smentiti, che quella che avrà tutti gli occhi addosso dalla partenza di Bilbao, nei Paesi Baschi, fino all’arrivo trionfale sugli Champs Élysées è una maglia a “chilometro zero”: tessuti 100% made in Italy (per il 90% lombardi e oltre il 60% da aziende bergamasche), riciclati e provenienti da PET e filati di scarto.

Un’attenzione alla sostenibilità che caratterizza la produzione già dalla prima fase, quella del taglio: partendo da una bobina di colore bianco, la macchina ritaglia tutti i pezzi dell’ordine in modo da generare il minor scarto possibile, prima del trasferimento nel digital lab dove gli impianti della Maglia Gialla vengono stampati su carta transfer.

Le prime due fasi trovano sintesi in quella successiva, dove con l’ausilio del calore il colore viene trasferito sui pezzi precedentemente tagliati: tutto materiale che poi passa nelle sapienti mani del reparto cucitura, dove la maglia viene assemblata e prende forma.

Ogni prodotto, infine, passa al controllo qualità, ultima fase del processo che prevede anche imbustaggio ed etichettaggio.

Nata dal genio del Creative Director Fergus Niland, la Maglia Gialla firmata Santini è stata pensata per essere un prodotto unico e unica è la cura e la dedizione con la quale viene realizzata.

Ne hanno avuto prova anche in Francia, dove lo scorso anno prima della cronometro conclusiva un team specializzato dell’azienda ha raggiunto i titolari delle maglie di classifica, Gialla, Verde, Bianca e Pois, per cucire su misura i body tecnici che i corridori utilizzano nelle prove contro il tempo. Un lavoro sartoriale che ha lasciato a bocca aperta gli stessi atleti.

La Maglia Gialla, simbolo del Tour de France, è fatta a Bergamo
Il trattamento speciale sul body di Jonas Vingegaard - ph. Beardy McBeard

Per Santini la vetrina è, ovviamente prestigiosa, esaltata da un temporary store che anche quest’anno sarà aperto nel centro di Parigi.

“Un mix tra orgoglio e responsabilità, non si può fare brutta figura – sottolinea l’amministratore delegato Monica Santini – Siamo abituati alle sponsorizzazioni lunghe, questi per noi sono solamente i primi 5 anni col Tour. La responsabilità è forte, ma anche l’orgoglio di vedere il nostro brand ovunque, anche su una serie Netflix (Tour de France, sulla scia dei campioni ndr)”.

L’anno scorso dal momento del lancio fu subito boom, con 15.000 Maglie Gialle vendute: “Quest’anno il mercato è più rallentato, ma il Tour è sicuramente il settore che sta soffrendo meno rispetto ad altre linee di prodotto – continua Monica Santini – Ha un appeal difficilmente replicabile, soprattutto in Francia, Belgio, Paesi Bassi, ma anche in Inghilterra e nei Paesi asiatici. L’impatto mediatico è stato pazzesco, la visibilità della gara è senza eguali. Siamo sempre stato un brand molto tecnico, l’associazione con questa gara, la migliore a tappe, è stata naturale. Il ciclismo oggi è molto più democratico anche dal punto di vista dell’abbigliamento: ma il brand tecnico può andar bene anche per i meno tecnici, il contrario difficilmente è possibile”.

Con l’asticella che si sposta sempre più in alto, trovare nuovi obiettivi è tanto sfidante quanto complicato. Monica e Paola Santini rispondono quasi all’unisono dicendo che, al momento, si vogliono godere i traguardi raggiunti, consolidando la presenza nella nuova sede, dove lavorano circa 150 dipendenti, il 77% dei quali donne, e aprirla anche al pubblico per farla vivere.

Ma pensare al futuro diventa naturale, ancor di più pensando alla partenza del 2024, quando il Tour de France scatterà da Firenze e in azienda promettono che il kit dedicato alla tappa sarà straordinario.

Entusiasmo e passione travolgenti, con la consapevolezza che dal nuovissimo sito di via Zanica, ristrutturato sotto la guida dello studio dell’architetto bergamasco Marco Acerbis, esce uno dei simboli sportivi più desiderati dello sport mondiale.

Perché al Tour de France “la maglia è il trofeo”: non c’è nulla di più importante.

Ed è fatta a Bergamo.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI