Schilpario. La montagna non fa sconti. Lunedì 19 giugno è stata teatro di due decessi: quello dell’istruttore di scialpinismo Angelo Panza, e quello di un uomo residente a Fidenza (in provincia di Parma, in Emilia Romagna) le cui generalità non sono ancora state rese note. Avevano entrambi 67 anni.
Il secondo, dato per disperto, è stato ritrovato privo di vita mercoledì pomeriggio intorno alle 16. Era in Valle Seriana per un soggiorno turistico insieme alla famiglia. È caduto nel canalone all’imbocco della valle del Vo, sopra Schilpario. Lunedì mattina era uscito di casa per godersi un’escursione, forse al rifugio Tagliaferri. Ma la sera non è rientrato, facendo preoccupare i suoi parenti che hanno lanciato l’allarme. Probabilmente era già precipitato in un’area boscosa, molto impervia.
Le ricerche sono partite immediatamente, ma ci sono voluti due giorni per ritrovare il suo corpo. Un lavoro di squadra, che ha visto impegnati i tecnici della VI Delegazione Orobica del Cnsas, il Soccorso alpino della Guardia di finanza anche con l’elicottero, i vigili del fuoco di Clusone e Bergamo, i carabinieri di Vilminore, il nucleo elicotteristi di Varese e la squadra Sapr con i droni. Recuperarlo non è stato facile: i soccorritori si sono dovuti calare in corda doppia per raggiungere la salma e riportarla a valle. A facilitare la localizzazione, ci ha pensato il Gps dell’orologio che l’uomo portava al polso.
Angelo Panza è invece morto davanti agli occhi di altri alpinisti come lui. Erano in un’altra cordata, quando hanno visto precipitare sia lui sia la donna che insieme a lui stava compiendo la traversata est-ovest del Lyskamm, sul massiccio del Monte Rosa, in Val d’Aosta. Un volo di 400 metri, fatale per Panza. La sua compagna di cordata invece si è salvata: ha riportato ferite molto gravi ed è ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Aosta, ma non è in pericolo di vita.
Panza, originario di Sedrina ma residente a Sorisole, era un grandissimo esperto di montagna: iscritto al Cai da sempre, è stato tra i soci fondatori della sottosezione di Zogno, era istruttore nazionale di alpinismo e scialpinismo, si occupava di formazione e sicurezza. Eppure la montagna, a volte, si prende anche chi le ha dedicato una vita intera.
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