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Bergamo, Forza Italia spinge Alessandra Gallone. Sull’onda del sondaggio del PD

Il test commissionato a febbraio interrogava i cittadini anche su tre nomi del centrodestra: Gallone, Ceci e Ribolla. La senatrice azzurra spicca nella sua compagine e, nel frattempo, i vertici del partito di Silvio Berlusconi aprono alla sua candidatura

Bergamo. Alessandra Gallone ai piani alti del sondaggio del Pd. Insieme alla sua ex compagna di avventure romane Elena Carnevali. Precisamente, una al Senato e una alla Camera. Sembra strano, ma è così. E a dirlo, è lo stesso test eseguito a febbraio su un campione di un migliaio di cittadini residenti a Bergamo, commissionato per fotografare e valutare l’indice di gradimento del Partito Democratico. Oltre infatti ai nomi dei papabili, lanciati nel futuro Dem per un possibile prossimo quinquennio di mandato, corrispondenti a Elena Carnevali, Sergio Gandi, Niccolò Carretta, Giorgio Berta e Daniele Rocchetti, e a quello dell’attuale sindaco, Giorgio Gori, di cui è stato valutato il gradimento rispetto all’operato, il questionario sottoposto dalla società di Venezia sul centrosinistra, portava, in realtà, anche tre nominati della controparte. Nella fattispecie, Alessandra Gallone, Gianfranco Ceci e Alberto Ribolla.

E il risultato che ne è emerso, così raccontano i ben informati, è di una indiscussa leadership da parte della signora del centrodestra che stacca, di parecchio e in ordine, Ceci e il leghista Alberto Ribolla. Che, ai punti, pare se la giocherebbe con la stessa Carnevali.

Non c’è bisogno di grandi commenti, se non il fatto che l’azzurra fedele alla causa del suo Presidente appena scomparso, Silvio Berlusconi, non solo appare la più forte, il nome pescato dal cilindro che potrebbe mettere qualche brividino al centrosinistra, ma aprirebbe veramente la competizione in rosa.

Difficile infatti immaginare uno scontro a due tra una donna, Gallone, e un uomo, Gandi. Facendo tornare in auge un tema che, in questo momento storico, Meloni e Schlein docet, spinge.

Il nome dopo l’estate. Questo il mantra sia in casa d’uni che d’altri.

E se da un lato il Pd a cui è stato gentilmente regalato un documento, che racconta di un indice di gradimento del 70% da parte degli interpellati, mica robetta così, comincia a riunire tutti i suoi soloni nelle stanze dei bottoni, per accogliere gli alleati e creare il famoso campo largo che tutti vanno cercando, dall’altro il centrodestra ringrazia della concessione, gratuita, e ragiona. Al momento, così raccontano i giornalisti quelli bravi, Fratelli d’Italia, il partito che dovrebbe esprimere il nome in virtù del sentimento nazionale, non si sbottona praticamente su niente e rimanda l’annuncio urbi et orbi in autunno. La Lega si guarda in giro. E Forza Italia, ora, forte di un dato messo nero su bianco, seppur nel rispetto degli altri pretendenti, Ceci, Jannone e Saffioti, comincia ad allungare lo sguardo.

Diversamente dai chiacchiericci, infatti, non c’è nessun veto da parte deli vertici del partito. C’è chi lo giura. E, francamente, non avrebbe nemmeno tanto senso. L’obiettivo del partito traghettato dal coordinatore regionale Alessandro Sorte, parlamentare fresco di consacrazione da parte dell’attuale numero uno Antonio Tajani, è quello di vincere. Come? Puntando sul cavallo più forte. Normale.

Riportare Bergamo nelle mani del centrodestra, insieme alla Regione e al Governo. Difficile immaginare altri pensieri per il politico bergamasco sul quale lo stesso Ministro degli Esteri punta, immaginandolo assunto a tempo indeterminato e con una qualifica da quadro nelle fila del partito.

Bando agli antichi dissapori, dunque, ammesso che ce ne stiano stati. Ma questo poco importa. In ballo c’è il futuro della città di Bergamo, un piatto più che ricco.

E Sorte punta all-in. Al momento, infatti, l’unico centro urbano ad appannaggio della coalizione è Sondrio. Un po’ pochino. Quindi perché non sostenere una candidatura, che ora pare tutta in discesa, maturata su una disponibilità già palesata, espressione di una donna che ha fatto della politica il suo mestiere, capace di raccogliere e accogliere tutte le anime del centrodestra, di dosarle, di pescare consensi anche nell’area più moderata e centrista e, perché no, anche tra gli scontenti, ad esempio, di Azione e Italia Viva.

Competenza ed esperienza, oltre che una visione che le ha sempre concesso di guardare oltre, forte dei rapporti mantenuti vivi sul territorio, a livello provinciale oltre che nazionale. Lei che si è sempre definita “bergamocentrica” ma anche cittadina del mondo.

Il passaggio a Fratelli d’Italia resta una mera diceria, peraltro già superata dai fatti. Forse mai pensata. E non solo per il senso di appartenenza che l’ha sempre contraddistinta e per il ruolo di prim’ordine che Gallone ricopre a Roma, ma anche per il momento storico che il partito sta attraversando, ora cioè che Forza Italia è chiamata, più che mai, a ricompattarsi dopo aver perso la sua guida storica, il suo padre politico.

Gallone vs Carnevali? I giochi sono tutti aperti. Ma le carte cominciano a scoprirsi.

 

 

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