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L'iniziativa

Orio al Serio: un orto alla scuola primaria per imparare a prendersi cura anche degli altri fotogallery

Il "progetto orto-giardino" ha coinvolto tutta la comunità: la quarta elementare della scuola "Dante Alighieri", l'amministrazione comunale, due nonni-ortolani e le "api operaie"

Bergamo. Delle carote e dei ravanelli si mangiano le radici, delle zucchine i fiori ed i frutti, della lattuga le foglie e del sedano le gambe: gli alunni della quarta elementare della scuola primaria “Dante Alighieri” di Orio al Serio hanno imparato cosa si mangia della verdura non sui libri, tra i banchi, ma nell’orto.

L’anno scolastico è terminato da alcuni giorni ma ci sono attività che per la primaria di Orio continuano anche nel periodo estivo come il “progetto orto-giardino”. Coinvolti, oltre gli alunni della scuola e le docenti Loretta ed Enza; anche l’amministrazione comunale che, destinando ad orti urbani un appezzamento di terra all’interno del parco, ne ha riservato uno per progetti sociali; i nonni-ortolani Michele e Giuseppe; e le “api operaie”, un gruppo di signore che dedicano il loro tempo libero per realizzare manufatti di diverso genere e che quest’anno hanno abbellito l’orto creando uno spaventapasseri ispirato ad uno dei personaggi del libro “Il meraviglioso mago di Oz”.

“L’orto – spiega Francesco Caratozzolo del Comune di Orio al Serio – non è solo un luogo fisico, un pezzo di terra da coltivare, perché permette di costruire relazioni tra l’amministrazione pubblica, la scuola, gli studenti, i familiari e la comunità. È un momento di aggregazione, di scambio intergenerazionale, di didattica e di crescita”.

“Attraverso alcuni gesti come seminare, trapiantare, irrigare e tutte le altre azioni che implicano il fare -spiega Loretta, docente di matematica e curatrice del progetto- i bambini sperimentano un apprendimento esperienziale, diverso rispetto alle tante ore seduti al banco. L’orto sviluppa la manualità ed insegna ad aspettare, a dosare forza e delicatezza, a pensare in termini di stagioni. Aiuta a cogliere il concetto di diversità, favorisce il lavoro di gruppo e offre un approccio insolito e coinvolgente con altre materie”. Perché, come anticipato dalla docente, il progetto è trasversale e interessa anche italiano, matematica, scienze ed arte.

La prima uscita dopo Pasqua, con la classe di 24 alunni divisa in due gruppi. Alunni e volontari si sono conosciuti e quest’ultimi hanno spiegato come è strutturato l’orto scolastico ben visibile anche da chi costeggia il parco di Orio al Serio: i sei cassoni in legno contenenti la terra sono divisi, ciascuno, in quattro spazi dove poter piantare semi o piantine; un bidone per raccogliere e utilizzare l’acqua piovana; una casetta con attrezzi a misura di bambino; un nido artigianale per gli uccellini e, tutt’attorno, piantine di fragole che ne segnano il confine. Chi passa accanto non disdegna di assaggiarne qualche d’una. “Coltivare l’orto – spiega l’ortolano Michele – è un modo per conoscere il territorio e come funziona una comunità, l’importanza dei beni comuni, dei saperi altrui e la loro trasmissione tra persone di diverse generazioni. I bambini diventano artefici e testimoni del cambiamento. Scoprono la bellezza e la meraviglia di piantare un seme, prendersene cura e vederlo crescere”.

Nelle uscite successive, dopo aver tolto erbacce e sassi, la quarta elementare ha preparato, sempre con l’aiuto dei volontari, il terreno per trapiantare le piantine di pomodoro, di fagiolini verdi e gialli, di sedano e basilico. Delle carote e dei ravanelli, invece, sono stati piantati i semi. Terra, sementi e piantine, come ogni anno, sono stati offerti da Lanzi Vivai Garden.

Dal profumo piacevole della salvia, fresco della menta, forte del timo, intenso del rosmarino e delicato dell’erba cipollina hanno imparato a riconoscere le diverse erbe aromatiche. Si sono presi cura di un anatroccolo trovato negli orti e dei semi di girasole piantati in vasetti di plastica riciclati. Dopo averli curati, mettendoli al sole e bagnandoli quotidianamente, li hanno visti spuntare, crescere, e l’ultimo giorno di scuola li hanno portati a casa. “L’orto – spiega l’altro ortolano Giuseppe – è un progetto bellissimo perché, oltre al prendersi cura, offre uno spazio in cui collaborare tutti insieme. È un luogo inclusivo, permette di condividere, di sperimentare e di crescere”.

La pioggia di quest’anno se, da un lato, ha fatto slittare il calendario delle uscite, dall’altro ha favorito la crescita e la fioritura delle piantine. È stato possibile vedere i primi pomodorini, ancora verdi, le zucchine, i suoi fiori, e le differenti varietà di insalata che ha riempito i cassonetti. Le bambine ed i bambini li hanno misurati utilizzando prima le spanne, come i loro nonni, e poi il metro che hanno imparato ad usare in classe. Dalle foglie “mangiucchiate” hanno conosciuto gli amici ed i nemici dell’orto e hanno scoperto che, per tenere lontani questi ultimi, non servono prodotti chimici. È sufficiente il decotto d’aglio. Si, puzza un pochino ma le colture sono salve. Ciascuno ha riportato tutte queste attività su un diario.

L’ultimo giorno di scuola, dopo aver visitato tutti gli altri orti comunali e aver imparato, guardando le sfumature dei colori, a distinguere i porri dalle cipolle, tutta la quarta elementare, le docenti e i volontari si sono ritrovati nel cortile della scuola. A Michele e Giuseppe sono stati consegnati cartelloni colorati con i ringraziamenti mentre i volontari, chiamando un bambino alla volta, hanno dato loro il meritato diploma di ortolano con l’impegno di passare a vedere, anche nelle vacanze estive, cosa è cresciuto nell’orto scolastico.

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