Bergamo. I giardini della rinnovata Piazza Dante, davanti alla Procura, sono stati intitolati a Enzo Tortora. La cerimonia si è tenuta nella serata di sabato (17 giugno) alla presenza del sindaco Giorgio Gori, della figlia di Tortora, Gaia, e dell’assessore Giacomo Angeloni.
“Bergamo ha un debito con Enzo tortora e la sua famiglia” ha dichiarato il sindaco prima delo svelamento della targa. Già nel 1992 era stata posta una lapide, che fu trafugata a inizio anni duemila, e fu piantato anche un albero in suo onore. “Lo si accusava di essere un trafficante di droga, secondo parole di pentiti di camorra che vennero creduti: tanto bastò per farlo precipitare. Venne dipinto come un mostro. È giusto ricordare la storia di Enzo Tortora, farne memoria e ricordarlo, e con lui tutte le vittime di giustizia”.
“La presunzione d’innocenza è un cardine dello stato di diritto e della costituzione” ha proseguito, “non è una provocazione che la targa sia davanti alla procura, ma è un monito verso chi svolge il ruolo di amministrare la giustizia”.
Presente all’inaugurazione anche il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, chiamato in causa da Gaia Tortora nel suo discorso: “Il procuratore ha un bellissimo sorriso e so che nasconde l’imbarazzo. L’ho indossato anche io. In passato qui c’era già una targa, vi è stata rubata davanti e neanche ve ne siete accorti”. Il discorso è stato interrotto da una stretta di mano e un abbraccio tra i due.
“Non è una provocazione che questa targa sia qui e pensarlo è qualcosa che fa male: è un ricordo di una persona che ha vissuto un’esperienza allucinante. Grazie a Bergamo perchè so che conosce la sofferenza”, ha concluso.
“Questa targa rappresenta un monito e bisogna essere umili nell’accettarlo”, ha dichiarato il procuratore, che si è poi soffermato di fronte alla targa con Gaia per una lunga chiacchierata.
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