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Il ricordo

Corsa in montagna, famiglia, lavoro: le passioni di Finazzi, morto nello schianto sulla Francesca

Il 48enne domenica mattina stava raggiungendo la Unes di Trezzano Rosa, dov'era stato trasferito dallo scorso novembre

Spirano. La famiglia, il lavoro, la montagna, lo sport. Erano questi punti fermi nella vita di Piergiovanni Finazzi, il 48enne di Spirano morto domenica mattina in uno scontro frontale lungo la strada provinciale Francesca.

Erano le 6.30, Piergiovanni era uscito di casa da poco per andare al lavoro alla Unes di Trezzano Rosa, dov’era stato trasferito dal novembre dello scorso anno. Era stato attento a non fare troppo rumore mentre si preparava, per non svegliare la moglie Evelin e i loro due figli, Nicole di 18 anni e Luca di 25.

Raggiunta la zona industriale Camporomano, lo scontro frontale con un’Audi A3 guidata da un ragazzo di 21 anni di Fara Gera d’Adda. Un impatto violentissimo, che ha devastato le due vetture intrappolando all’interno i conducenti. Per poter estrarre i due corpi i vigili del fuoco di Treviglio hanno dovuto lavorare parecchio. Per il 48enne non c’è stato nulla da fare, mentre il giovane è stato trasferito all’ospedale Papa Giovanni in gravissime condizioni.

 

pierfrancesco finazzi

 

Finazzi era un grandissimo sportivo. Amava lo skyrunning, la corsa in montagna, e le competizioni legate a questo sport estremo. Sul suo profilo Instagram ci sono decine di scatti di allenamenti con ogni condizione atmosferica. Nemmeno la neve fermava la sua voglia di raggiungere le cime di corsa, spesso accompagnato dal suo cagnolino. E anche dalla moglie, con la quale condivideva la stessa passione per lo sport e la natura.

Piergiovanni, anche per via del suo lavoro che lo portava ad essere a stretto contatto con le persone, era molto conosciuto: aveva lavorato per anni alla Unes di Urgnano, come responsabile del reparto salumeria, poi era stato trasferito a Treviglio e, da poco più di 6 mesi, a Trezzano Rosa.

Anche il sindaco di Spirano, Yuri Grasselli, lo conosceva bene “ma non voglio rilasciare nessuna dichiarazione per rispetto della privacy della famiglia – dice al telefono il primo cittadino -. Sono vicino ai suoi cari con una preghiera”.

I colleghi lo ricordano come uno “sgobbone”, uno che amava il suo lavoro e non si risparmiava, dando sempre il massimo impegno: “Parlava spesso dei suoi allenamenti ed era molto attaccato alla famiglia – dichiara uno di loro, che ha lavorato al fianco di Piergiovanni per circa sei mesi -. Ricordo che tutte le sere, quando finiva il turno, faceva la spesa leggendo la lista che gli mandava la moglie sul telefono”.

Finazzi lascia nel dolore anche la mamma, il papà e due fratelli.

La salma si trova ancora alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Il pubblico ministero ha disposto un esame esterno del corpo, in seguito al quale verrà poi rilasciato il nulla osta alla sepoltura e la famiglia potrà fissare la data dei funerali.

 

pierfrancesco finazzi
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