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Trekking e rifugi

Il Monte Poieto e il Buco della Carolina, un “labirinto” di roccia in Val Seriana fotogallery

Posto sul territorio di Aviatico, la vetta rappresenta una meta particolarmente ambita per i turisti che possono raggiungere la cima attraverso l’ausilio di una funivia

Aviatico. Se soffrite di claustrofobia, questo percorso non è adatto a voi, ma se siete fan del brivido, vi trovate al posto giusto. Stiamo parlando del Monte Poieto e del vicino Buco della Carolina, un vero e proprio canyon in salsa orobica.

Posto sul territorio di Aviatico, la vetta rappresenta una meta particolarmente ambita per i turisti che possono raggiungere la cima attraverso l’ausilio di una funivia. Per i più avventurosi c’è però la possibilità di salire a piedi attraverso un percorso di trekking particolare che consente di addentrarsi nelle gole più strette della zona senza compiere eccessiva fatica. Lasciando l’auto nei pressi del centro abitato, si può salire lungo il sentiero CAI numero 537 che tocca le pendenze più dire proprio nel primo tratto che attraversa il bosco.

Dopo circa mezz’ora di cammino ci si trova nei pressi di un ghiaione dove si possono osservare con grande attenzione i torrioni calcarei del Monte Cornagera, particolarmente amati dagli appassionati di arrampicata. Proseguendo per qualche minuto lungo un tratto pianeggiante si raggiunge infatti il bivio con il sentiero 521 che sale diretto verso i 1312 metri del Cornagera dove spicca un alta croce, visibile anche dai vicini Selvino e Aviatico.

Se si prosegue lungo il percorso originario ci si immergerà in un vero e proprio labirinto noto anche come Buco della Carolina, probabilmente uno dei tratti più stretti dell’intera provincia. Senza alcun timore ci si avvicina a una forra particolarmente ardua dove le pareti rocciose sembrano toccarsi e costringere gli escursionisti a porre così grande attenzione. Spuntando nuovamente alla luce aspettano soltanto l’ultimo quarto d’ora di cammino che conduce direttamente al Monte Poieto (1375 metri) dove è possibile rifocillarsi al vicino rifugio dopo poco più di un’ora dalla partenza, ma sopratutto 350 metri di dislivello suddivisi su tre chilometri.

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