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Cannes 2023

Festival di cannes 2023

Palma d’oro ad Anatomie d’une Chute di Triet, Italia a mani vuote

Non parla italiano il Palmarès della 76ª edizione del Festival di Cannes. Il nostro Paese porta a casa la visibilità di tre film in Concorso come non accadeva da anni

Cannes. 
La giuria della 76ª edizione del Festival di Cannes, presieduta dal regista svedese Ruben Östlund, ha premiato con la Palma d’Oro Anatomie d’une Chute di Justine Triet.

IL FILM VINCITORE DELLA PALMA D’ORO
Anatomie d’une Chute della regista francese Justine Triet è un giallo torrenziale che, indagando su un suicidio/omicidio, mette sotto la lente di ingrandimento una famiglia particolare, quella composta da Sandra (Sandra Huller), scrittrice tedesca che vive insieme al marito anche lui scrittore, Samuel (Samuel Theis), e al figlio adolescente non vedente, Daniel, in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi. Samuel muore in circostanze misteriose, cade dal piano più alto del cottage e muore sul colpo. Suicido o omicidio? In questo interrogativo si misurano le indagini. Alla fine Sandra, donna complicata e dalle molte anime, viene arrestata per omicidio e il processo che si svolge, subito dopo, metterà a nudo, passo dopo passo, la vita di questa coppia che vive nel senso di colpa dell’incidente capitato al figlio che lo ha reso cieco. Il film “si basa sull’idea di vivere un incubo.
Mi chiedevo: cosa succederebbe se il mio inferno personale diventasse improvvisamente affare di tutti? Volevo fare un film sul rapporto tra uomini e donne, questa volta esplorando come una coppia possa cadere a pezzi fino ad arrivare alla disintegrazione di una relazione” ha spiegato la regista. “E così ho avuto la visione di un ragazzino che scopre gli affari dei suoi genitori in un processo che seziona metodicamente la storia della sua famiglia”.

ÖSTLUND: “LA PALMA D’ORO A UN CINEMA CHE RESTA NELLA MEMORIA”
Dall’alto delle 2 Palme d’oro conquistate in rapida sequenza (la seconda un anno fa con Triangle of Sadness), il presidente della giuria Ruben Östlund ha imposto subito la legge del silenzio quando, a verdetto annunciato, i giornalisti gli hanno chiesto se il massimo premio a Justine Triet sia stato deciso all’unanimità. “Non si racconta mai quello che è successo” ha risposto “magari si saprà tra molto tempo. Vi posso solo dire che per tutti i premi abbiamo molto discusso tra noi e che è stata un’esperienza forte e importante”. Ha poi aggiunto: “Sul film che ha vinto vi posso dire che la visione nel Grand Theatre Lumière insieme al pubblico ci ha confermato che questo tipo di cinema, quello che abbiamo trovato anche in altre opere in competizione, è ciò che cercavamo: un cinema capace di appassionare il pubblico, restare nella memoria, parlare un linguaggio che tutti capiscono”. Non una parola invece sui film italiani (una delle maggiori squadre in concorso) e nemmeno su altri grandi dimenticati come Ken Loach.

PREVISIONI CONFERMATE, PALMARÈS SENZA L’ITALIA
Non parla italiano il Palmarès della 76ª edizione del Festival di Cannes. Per Rapito di Marco Bellocchio, Il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La Chimera di Alice Rohrwacher nessun riconoscimento. Il nostro Paese porta a casa la visibilità di tre film in Concorso come non accadeva da anni.

TUTTI I PREMIATI
Miglior attore Koji Yakusho per Perfect days di Wim Wenders, miglior attrice Merve Dizdar per About dry glasses. Miglior sceneggiatura al film giapponese Monster. Premio della giuria a Les feuilles mortes di Aki Kaurismaki. Miglior regista il vietnamita Tran Anh Hung. Il Grand Prix a The zone of interest di Jonathan Glaze. Per Rapito di Marco Bellocchio, Il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La Chimera di Alice Rohrwacher nessun riconoscimento. In chiusura debutta la pellicola d’animazione Pixar Elemental.

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