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L'intervista

Filippo Caccamo: “Lo spettacolo al Creberg rimarrà nella mia storia e in quella del teatro”

Venerdì 26 maggio sarà protagonista dell’ultimo show in questo teatro

Bergamo. “Sul palco racconto il mondo della scuola con uno sguardo comico”. Così Filippo Caccamo illustra lo spettacolo “Tel chi Filippo!”, che andrà in scena venerdì 26 maggio alle 21 al teatro Creberg.

“Questa data ha un significato speciale per lui e più in generale per la città. “Fa parte di un tour che mi sta portando in tutta Italia – spiega Caccamo – ma è diversa dalle altre perché sarà l’ultimo show in questo teatro, che poi verrà abbattuto”.

Lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Non è la prima volta che si esibisce a Bergamo, giusto?

Sono già stato a Bergamo l’anno scorso per due date ed entrambe hanno avuto successo. Quella iniziale era stata polverizzata ottenendo numerose richieste in poco tempo. È la prima volta, però, che a Bergamo arrivo in un teatro come il Creberg e sarà una serata davvero speciale.

Come mai?

Ho la fortuna/sfortuna di portare in scena l’ultimo spettacolo in questo teatro, che poi verrà abbattuto. È un passaggio veramente significativo, lo dico con il cuore. Ci sono date e date e questa ha un valore diverso dalle altre: rimarrà nella mia piccola storia personale e in quella del teatro. Sono molto contento di esibirmi a Bergamo e mi sento legato a questa città: non vedo l’ora di arrivare. Tra l’altro so che è piena di insegnanti e quindi si abbina perfettamente con lo spettacolo che proporrò.

Come sarà questo spettacolo?

È un one man show estremamente divertente. Si ride dall’inizio alla fine ed è una caratteristica fondamentale di questo lavoro. Molti spettatori, anche quelli che non insegnano e non lavorano in ambito scolastico dicono di essersi divertiti parecchio.

E che temi affronta?

Racconta la scuola. In linea generale, è possibile parlare dell’ambiente scolastico e delle professioni che lo vivono in due modi: con la parodia o mettendo in luce tanti personaggi e momenti adoperando lo stile del “non prendiamoci troppo sul serio”. È un mondo che ha bisogno di essere raccontato e ogni volta accade qualcosa di magico che attrae molto il pubblico, perché ognuno di noi è stato a scuola e riconoscendosi nello spettacolo si ha la sensazione di essere parte di qualcosa di grande e di bello.

Sul palco, dunque, porterà in scena tanti personaggi. Come sono nati?

Guardando ai miei colleghi. Ho preso spunto da chi vive la scuola, dalla realtà quotidiana di professori e collaboratori scolastici, tecnici e segretarie. I miei personaggi hanno ottenuto popolarità partendo dai video pubblicati sul web e chi era rimasto momentaneamente escluso mi chiedeva di essere raccontato.

Ha cominciato a essere popolare con i video sul web e poi il pubblico l’ha conosciuta anche al di fuori della rete. Qual è il segreto del suo successo?

Ognuno ha la propria interpretazione. Penso che la chiave sia quella di raccontare la realtà con uno sguardo comico. In questo modo si delinea un micro-specchio della nostra società in cui le persone si possono riconoscere. Penso che questo stile funzioni perché la gente ha bisogno di vedersi rappresentata.

E come mai ha scelto di utilizzare uno stile comico?

Perché ritengo che sia particolarmente efficace e coinvolgente. Parlando con il massimo rispetto, mi ispiro a Carlo Verdone, verso il quale nutro una stima totale. Una delle sue peculiarità è quella di non fare grandi battute, che possono più o meno piacere, ma porta in scena i personaggi delle borgate romane, ossia la realtà che vede. È uno stile che si avvicina molto alla gente e piace proprio per questo.

A chi si rivolge questo spettacolo?

A tutto il pubblico, non solo gli insegnanti. Siamo andati a scuola tutti e ognuno di noi può rivedere nello spettacolo un insegnante che ha avuto oppure può riconoscervi la propria moglie, il proprio marito ecc.

Inevitabilmente questo show fa anche riflettere. Come sta secondo lei oggi la scuola?

Quando parlo di scuola, insisto sempre sull’importanza di tornare a valorizzare il rapporto fra alunno, scuola e famiglia. Qualsiasi riforma che si possa fare deve partire dalla ricollocazione del docente in questa logica. Bisogna ridare valore alla sia figura, rivedere i contratti e risistemare i concorsi, altrimenti le criticità attuali rimarranno. Maestri e professori sono come il comandante di un aereo e se non vengono messi nelle condizioni per lavorare al meglio non riusciranno a guidarlo in modo ottimale.

Per concludere, quali sono i suoi prossimi progetti per il futuro? Le piacerebbe collaborare con Verdone?

Magari…

E a quali progetti si sta dedicando?

Al momento mi sto dedicando al tour, che mi assorbe parecchio. Mi piacerebbe, inoltre, portare i miei personaggi e i miei contenuti in altre piattaforme come la televisione.

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