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Cinema

Cannes 76

“Les Filles d’Olfa”, la sofferta emancipazione delle donne tunisine

Cannes, dalla nostra inviata Paola Suardi

Regia di Kaouther Ben Ania
Genere: documentario
Durata: 107′
Anno: 2003
Cast: Olfa Hamrouni, Nour Karoui, Ichraq Matar, Majd Mastoura, Hend Sabri§
In concorso
Giudizio: 2 stelle

Olfa Hamrouini è tunisina e ha quattro figlie: Rahma, Ghofrane, Ela e Tayssir. Nel 2011, durante la rivoluzione dei gelsomini, si decide a lasciare il marito e a crescerle da sola.

Ovviamente non è facile; la crescita delle ragazze va di pari passo con l’evoluzione del Paese, dibattuto tra l’occidentalizzazione esperita per anni attraverso una dittatura e nuove ventate di d’islamismo. Presentato come un interessante esperimento, il film è incentrato sulla sparizione delle due figlie maggiori e sulla testimonianza di Olfa che ora vive con le due figlie rimaste. La regista Kaouther Ben Ania sceglie di rimpiazzare Rahma e Ghofrane con due attrici professioniste e da qui scaturisce un fastidioso pasticcio che mescola al documentario-intervista un’inutile recita.

Come se non bastasse, una terza attrice si inserisce quando Olfa è troppo provata per rimanere davanti alla macchina da presa. Il perché di queste scelte ci risulta incomprensibile e rileviamo invece che l’intensità di quanto narrato ne viene sensibilmente diminuita. Abbiamo vissuto le sessioni di intervista come una sorta di esibizione, a tratti anche noiosa, ma soprattutto “fake”, quando invece i contenuti sono quelli, molto interessanti, di un dramma autentico.

Sorellanza, oppressione sociale delle donne, ribellione e speranza, violenza… Nel corso del film veniamo a sapere che le due figlie maggiori sono “sparite” perché hanno abbracciato la causa jihadista e si sono trasferite in Libia, dove tuttora in prigione hanno molti anni da scontare. Le vie di fuga a volte sono vicoli ciechi ancora peggiori, per lei e per le figlie, ma la loro speranza ed energia provano una resilienza foriera di sofferta emancipazione. Questo il senso che ci resta dopo la visione del film, oltre alla lacerazione insanabile per Olfa nonostante il suo temperamento combattivo, come dimostrano sul finale i materiali d’archivio relativi a qualche telegiornale. Un po’ di schiettezza che scaccia finalmente la simulazione.

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