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L'intervista

Giro a Bergamo, Chiappucci: “Salite e tempo incerto: sarà una bella tappa”

El Diablo in città per l'evento di tennis benefico dell'Accademia dello Sport per la Solidarietà, a poche ore dal passaggio della corsa rosa: "Peccato non avere italiani che possano fare classifica come si deve ed aver perso anche chi poteva puntare alle tappe"

Con un percorso così movimentato sarebbe stato senza dubbio tra i favoriti della tappa: perché il tracciato della Seregno-Bergamo, quindicesima frazione del Giro d’Italia che domenica 21 maggio colorerà di rosa le strade della provincia, si sarebbe sposato alla perfezione con le caratteristiche del “Diablo”, al secolo Claudio Chiappucci.

L’ex ciclista varesino, che in carriera si è aggiudicato tre tappe del Tour de France, una del Giro e viene ricordato soprattutto per le imprese compiute in maglia Carrera Jeans, nella serata di venerdì 19 maggio è arrivato in città per partecipare al torneo di tennis benefico organizzato dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà, in corso di svolgimento alla Cittadella dello Sport di via Monte Gleno 2/L.

Proprio a margine dell’evento, che lo ha visto destreggiarsi sulla terra rossa con la racchetta in mano, Chiappucci ha parlato proprio della tappa di domenica: “Sicuramente non ci sarà un arrivo in volata, visto che il percorso prevede diverse salite e tempo incerto. Mi sembra che i corridori in gruppo siano già abbastanza stanchi, credo possa venir fuori una corsa dura e difficile. Nel ciclismo di oggi non ci sono più tappe di transizione, ogni giorno fa storia a sé e può succedere di tutto. Sono convinto che a Bergamo sarà una bella giornata. Purtroppo è un’edizione del Giro che già alla vigilia ha fatto parlare poco, ancora meno dopo che la stella annuncia, Evenepoel, ha abbandonato e lasciato campo libero a Roglic”.

Un vero peccato anche l’abbandono del bergamasco Mattia Cattaneo, una delle vittime del focolaio di Covid esploso in gruppo: “Non abbiamo un italiano che possa fare classifica come si deve e quindi non ci rimane che puntare alle tappe – constata El Diablo – Purtroppo anche lì abbiamo perso pezzi importanti. Si chiama Giro d’Italia, non avere italiani protagonisti si sente, ancora di più se, come quest’anno, non hai nemmeno nomi altisonanti. Per la classifica sembra rimasto solo Thomas, che in condizioni normali in altri giri faticherebbe parecchio. Le grandi corse a tappe ormai sono diventate troppo dure, non si può guardare solo alla spettacolarità delle grandi montagne se poi i corridori non fanno nulla per renderle spettacolari. In questo modo si spegne tutto e il Giro ne paga le conseguenze”.

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